domenica 28 febbraio 2010

Parte II, Capitolo I, Paragrafo III: La crisi dell’estate del 1934

Nel 1934 la Germania iniziò il suo riarmo. I francesi erano sicuri della superiorità degli investimenti militari che avevano fatto, in realtà Hitler impiegò somme enormi per la ricostruzione dell’esercito, mentre cercava pazientemente di smantellare il sistema delle alleanze francesi in Europa.

Nel gennaio 1934 fu firmata una dichiarazione di non aggressione con la Polonia valida per dieci anni, dopo una preparazione totalmente segreta per l’ostilità di alcuni ambienti prussiani alla Polonia e per i legami di quest’ultima con la Francia; in realtà prima dell’accordo era fallito (su rifiuto francese) un accordo franco-polacco per un’operazione preventiva contro l’hitlerismo.

Il patto dichiarava l’inizio di rapporti pacifici tra Germania e Polonia sulla base dei principi del patto Briand-Kellogg, quindi tramite una risoluzione pacifica delle controversie.

Sul versante italiano la tattica tedesca fu molto meno fortunata, nonostante l’ammirazione che Hitler nutriva sinceramente per Mussolini; ciò che divideva i due dittatori era la questione dell’Anschluss e le zone di influenza nell’Europa dell’est.

L’Italia voleva sottoporre sotto la sua influenza economica l’Austria, l’Ungheria e la Croazia e nel marzo ’34 furono firmati a Roma importanti accordi economici a tal fine, vantaggiosi soprattutto per gli austriaci; Hitler, al contrario, sosteneva il partito nazista austriaco e riteneva che la zona danubiana fosse di influenza tedesca e che l’Italia dovesse rivolgersi verso il Mediterraneo. Il contrasto fu a culmine nel luglio 1934, un mese dopo l’incontro tra i due che si svolse a Venezia e che non diede alcun risultato positivo concreto e subito prima della violenta epurazione interna che Hitler operò ordinando l’assassinio di molte personalità, ufficiali delle Sa e delle SS, compiuti nella “notte dei lunghi coltelli”(30 giugno).

Cominciò ad essere chiaro con questo episodio che i nazisti non osservavano regole.

Fu a luglio che avvenne in Austria l’assassinio del cancelliere austriaco Dollfuss, capo del partito cattolico che, insieme ai socialisti, era contrario all’unione con la Germania nazista.

 

L’omicidio fu preparato in Germania e compiuto dai nazisti austriaci con lo scopo di porre come cancelliere un fantoccio di Hitler, Rintelen; il piano fallì poiché fu tempestivamente nominato un nuovo cancelliere cattolico e perché la Heimwehr (gruppo nazionalista legato ai fascisti italiani) occuparono la centrale telefonica ed impedirono le comunicazioni tra i nazisti e Berlino. Reintelen fu arrestato e Mussolini (che ospitava la famiglia Dollfuss) inviò due divisioni di alpini al confine del Brennero come monito alla Germania.

Il governo nazista si dissociò subito dall’azione ma il Duce constatò in questa occasione l’immobilità delle democrazie occidentali verso la questione dell’Anschluss.

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