domenica 11 aprile 2010

Il Medio Oriente e la guerra totale

Quando nel giugno del 1941, la Germania attaccò alla Russia, la Gran Bretagna stava rafforzando le sue posizioni in Iraq, Siria e Libano. Nell'aprile del 1941 aveva istituito un organo di coordinamento incaricato di ripartire le importazioni ricevute dalla madrepatria dei diversi paesi del medio oriente. Nel 1944 anche di Stati Uniti parteciparono alla direzione di quest'organo che dominò praticamente la vita economica di tutto il Medioriente. Durante la guerra ci si sforzò di evitare ogni rivalità esistente fra gli alleati in questa regione vitale. L'esempio più interessante di collaborazione senza dubbio la questione dell'Iran.

L'occupazione dell'Iran

prima della guerra e del suo inizio, l'Iran era governato in modo dittatoriale dallo Scià Rehza Pahlevi, si stava aprendo sempre di più verso l'influenza tedesca. L'importanza della Germania nel commercio estero iraniano era enorme: imprese tedesche avevano costruito ferrovie e diverse fabbriche, comprese alcune fabbriche di armamenti. L'Inghilterra, che aveva grandi interessi nello sfruttamento petrolifero della zona, era gravemente minacciata da questa preponderanza tedesca. Quando la Germania attaccò l'unione sovietica, si pose subito il problema delle forniture di materiale allarmata rossa. L'Iran era una delle possibili vie di passaggio e per questo era importante garantire la sicurezza di questo paese a tutti i costi.

I governi russo e britannico cominciarono di comune accordo nell'agosto del 1941 con il reclamare al governo iraniano l'espulsione dei cittadini tedeschi. Ma il governo iraniano rifiutò con il pretesto della neutralità. Agendo di concerto, le due potenze inviarono delle truppe che alla fine dell'agosto del 1941 invasero l'Iran, senza praticamente incontrare alcuna resistenza. Diplomatici inglesi sovietici consegnarono al primo ministro iraniano delle note nelle quali dichiaravano la loro intenzione di obbligare il governo iraniano ad accettare le loro richieste in materia di trattamento dei cittadini tedeschi.affermavano comunque di non avere alcuna intenzione di attentare all'integrità territoriale dell'Iran. Il primo ministro rassegnò le dimissioni e il suo successore ordinò all'esercito di cessare qualsiasi resistenza. Così alla fine di agosto delle nuove note alleate precisarono quali sarebbero state le zone di occupazione. Gli alleati chiesero inoltre facilitazioni per il trasporto di materiale bellico. Si giunse così al 31 agosto con la consegna dei cittadini tedeschi alle autorità britanniche. Alcuni di essi riuscirono a nascondersi e organizzare una rete di resistenza. Il governo iraniano, comunque, pretese dagli alleati di avere il minor contatto possibile con lo popolazione e di percepire ogni un indennizzo per le perdite subite in seguito le operazioni militari. Gli alleati diedero parziale soddisfazione a queste richieste.

Ci si chiese se questa nuova situazione era compatibile con il mantenimento al trono dello Scià, inizialmente favorevole alla Germania. Quest'ultimo pensò di poter conservare il potere, chiedendo alla fine di agosto i buoni uffici del presidente Roosevelt per i negoziati fra l'Iran e le potenze occupanti. Roosevelt rispose in tono amichevole, facendogli ritenere la sua posizione solida. Ma una violenta propaganda inglese russa diretta contro di lui, lo portarono all'abdicazione a metà settembre in favore di suo figlio, che fu proclamato Scià.

Il nuovo governo fece buon viso a cattivo gioco e cercò da un lato di dare al paese un regime relativamente democratico, dall'altro di aiutare le potenze occupanti, divenendone un loro alleato. Questa politica portò ad un trattato di alleanza nel gennaio del 1942 fra Iran, Urss e regno unito. Gli ultimi due si impegnarono alla difesa dell'Iran contro ogni aggressione promettendo di ritirare le loro forze dal territorio iraniano entro sei mesi dalla fine delle ostilità. In cambio l'Iran avrebbe cooperato con gli alleati, ricevendo garanzie che l'amministrazione del paese non sarebbe stata modificata. Nel settembre del 1943 l'Iran dichiarò guerra alla Germania, ma si trattava di una manifestazione del tutto platonica.

In effetti l'Iran si trovava in una situazione di inferiorità e l'opinione pubblica sopportava con molta amarezza questa umiliazione. Così quando le tre grandi potenze scelsero Teheran come sede del loro primo incontro (novembre 1943), il governo iraniano non fu consultato preventivamente ed apprese la venuta di Churchill, Roosevelt e Stalin solo dopo l'inizio della conferenza. Quest'ultima però si occupò anche un po' degli affari iraniani, sebbene in assenza di un qualsiasi rappresentante governativo.

Il 1 dicembre del 1943 i tre grandi firmarono una dichiarazione sull'Iran, riconoscendo l'assistenza data da quel paese contro il nemico comune. Si impegnavano a continuare il loro aiuto economico a questo paese e riaffermava nel loro desiderio di mantenere l'indipendenza e la sovranità dell'Iran, auspicando la sua adesione ai principi della carta atlantica.

Gli inizi della rivalità tra gli alleati in Iran

Tuttavia dopo la conferenza di Teheran, l'unione sovietica fece un grande sforzo per estendere la propria influenza nell'Iran settentrionale, contrariamente alle dichiarazioni precedentemente fatte. L'occupazione del nord dell'Iran da parte dei sovietici fu accompagnata da un vasto sforzo di propaganda e da numerosi interventi politici. Esisteva per Anna una censura anglo-russo-iraniana creata nel gennaio del 1942, nella quale ciascuno dei partecipanti aveva il diritto di porre il proprio veto sulla pubblicazione di informazioni provenienti da fonti private. Ma l'agenzia TASS era considerata un organo statale, mentre al contrario tutte le altre agenzie occidentali erano private. Per cui i corrispondenti della stampa alleata non potevano recarsi nelle zone occupate dai russi. A partire dal 1944 si sviluppò una tensione fra sovietici e inglesi e americani. Il partito filo-comunista iraniano era apertamente sostenuto dalle autorità sovietiche di occupazione, che godevano peraltro di ottimi rapporti con il primo ministro.

La crisi diventò seria alla fine del 1944 a proposito del problema del petrolio, in relazione alle concessioni petrolifere del paese. Infatti, iniziò un vero e proprio braccio di ferro fra l'unione sovietica da un lato che pretendeva nuove concessioni e inglesi americani dall'altro, che difendevano invece quelle già acquisite. Il governo iraniano finì, in definitiva, per respingere tutte le richieste di nuove concessioni, suscitando le vivaci proteste sovietiche. In conseguenza di ciò, il partito comunista iraniano organizzò nel novembre del 1944 delle violente manifestazioni di massa. Ma il capo della minoranza non comunista del parlamento iraniano propose una legge che, approvata il 2 dicembre, stabiliva che nessun ministro avrebbe potuto trattare per una concessione petrolifera. Iniziò così un periodo di estrema tensione, che continuò anche dopo la fine della guerra.

La Palestina

Il resto del medio oriente, sottoposto per intero controllo britannico, conobbe durante gli anni che vanno dal 1941 al 1944 una relativa calma. In Palestina gli ebrei, per sostenere la lotta degli inglesi contro i nazisti, cessarono temporaneamente di lottare contro la politica dell'Inghilterra. Solo alcuni irriducibili rifiutarono qualsiasi compromesso e fondarono, poco dopo l'inizio della guerra, il Gruppo Stern, il cui scopo era di cacciare gli inglesi dalla Palestina. Tuttavia il fondatore di questo gruppo estremista fu ucciso nel 1941 dalla polizia inglese, ma il suo gruppo continuò funzionare. Nel novembre del 1944, il gruppo Stern si rese autore dell'omicidio di un ministro di Stato britannico al Cairo. Il gran Muftì di Gerusalemme era compromesso: cercò quindi di scappare e da lontano, tentò di organizzare una resistenza anti-inglese.

L’Egitto

In Egitto si ebbe un solo momento critico all'inizio del 1942, quando le truppe di Rommel minacciavano il paese. In queste circostanze gli inglesi sostituirono il primo ministro pascià, ritenuto troppo vicino alla Germania con una persona più favorevole ai britannici. Per ottenere ciò fecero pressione sul re Faruk inviando dei carri armati fin nel cortile del suo palazzo. Dopo due giorni di resistenza il re dovette cedere, non senza amarezza. Il primo ministro fu sostituito con un uomo politico molto più vicino agli inglesi. Egli ottenne dall'ambasciatore britannico però una dichiarazione con il quale il governo britannico si impegnava trattare l'Egitto come una nazione indipendente. Il nuovo ministro pascià si mostrò molto indipendente nei confronti dei britannici durante tutta la guerra: seguitò inoltre a reclamare l'ammissione dell'Egitto tre firmatari dei trattati di pace e invoco la revisione del trattato firmato con inglesi nel 1936, in modo che la zona del Canale di Suez fosse evacuata dai britannici e il Sudan anglo-egiziano incorporato dall'Egitto.

Siria e Libano

Nel giugno del 1941 il generale Catroux aveva annunciato la fine del regime dei mandati sulla Siria sul Libano. In seguito a ciò nel settembre del 1941 era stata proclamata l'indipendenza della Siria e in novembre quella del Libano. Il trattato che avrebbe definito i rapporti franco-libanesi, da definire successivamente alla proclamazione d'indipendenza, nelle speranze del generale de Gaulle avrebbe dovuto garantire alla Francia vantaggi paragonabili a quelli che l'Inghilterra godeva in Iraq e in Egitto. Tuttavia la scarsezza dei rifornimenti verso il paese alimentava il malcontento popolare, e inoltre le autorità francesi libere non si affrettarono a trasferire i loro poteri ai due nuovi stati. Solo nel 1943 ebbero luogo nei due paesi delle elezioni, dove i nazionalisti non farlo largamente.

Fu allora che iniziò una crisi breve, ma grave per l'avvenire dell'influenza francese in questa zona. Nel novembre del 1943, nonostante l'opposizione del delegato francese, il Parlamento libanese adottò una riforma della costituzione che sopprimeva gli articoli che mantenevano alla Francia una posizione privilegiata. Il governatore francese reagire brutalmente sospendendo la costituzione e facendo arrestare il presidente del consiglio libanese e i ministri, sciogliendo il Parlamento imponendo la legge marziale.

Scoppiarono però dei disordini a Beirut e in altre città, scatenando le proteste del resto del mondo arabo. Inglesi americani pretesero dal comitato francese di liberazione nazionale che queste misure fossero revocate. Fu inviato in novembre il generale Catroux a Beirut. In seguito a ciò il presidente libanese e i suoi ministri furono liberati e il parlamento ristabilito.

Si concluse la vicenda con un accordo nel dicembre del 1943, firmato dal generale Catroux dai governi di Siria e Libano, che stabiliva il trasferimento dei poteri esercitati dalle autorità francese a partire dal 1 gennaio del 1944.

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