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La sconfitta italiana
Parallelamente agli inizi del risollevamento francese, si assistette alla fine dell'Italia di Mussolini.
Egli aveva gettato il suo paese in un conflitto nonostante l'avversione dell'opinione pubblica. Avrebbe potuto forse convincere quest'ultima con delle vittorie. Ma invece di Italia, quando si era abbattuta senza l'aiuto della Germania, in Libia, in Grecia o in Etiopia, aveva subito gravi disfatte.
L'Italia inoltre dipendeva fortemente dall'importazione di materie prime dalla Germania, e questa almeno a partire dall'autunno del 1941 destinava all'Italia pochi contingenti. La Germania intanto pensava ad un piano per l'occupazione dell'Italia, che prevedeva la soppressione di re Vittorio Emanuele III. Malgrado il parere sfavorevole dei suoi generali, Mussolini inviò sul fronte russo molte truppe.
Alla fine dell'aprile del 1942, Hitler e Mussolini si incontrarono vicino Salisburgo per preparare un attacco su Malta, idea che poi fu abbandonata in giugno. In quel tempo, Mussolini era scoraggiato e l'antifascismo in Italia si stava largamente diffondendo.
In quell'atmosfera, l'offensiva del generale Montgomery e l'occupazione alleata dell'Africa del Nord produssero un effetto disastroso sul morale italiano. Il 30 gennaio del 1943, Mussolini sostituì il capo di stato maggiore generale, decisamente filo-tedesco, con il generale Ambrosio; all'inizio di febbraio allontanò suo genero il conte Ciano dal ministero degli esteri. All'inizio del maggio 1943, durante la battaglia di Tunisia, Hitler e Mussolini si incontrarono ancora una volta a Salisburgo. Ma questa riunione fu un fiasco. Mussolini era cosciente che l'asse Italia-Germania si era rotto.
Gli italiani tirano fuori l'idea che occorreva assolutamente fare la pace con i russi. Durante l'incontro, il 7 maggio Tunisi era caduta in mano agli alleati. Era anche l'inizio della disfatte italiana, che precipitò. Il 10 luglio infine, gli alleati sbarcarono in Sicilia, dove la resistenza crollò rapidamente.
Le dimissioni di Mussolini
Il 19 luglio ebbe luogo a Feltre un nuovo incontro fra Hitler e Mussolini. Il generale Ambrosio chiese invano a Mussolini di spiegare di Hitler che l'Italia aveva bisogno di fare la pace. Il silenzio del duce convinse Ambrosio che Mussolini doveva essere allontanato dalla guida del governo. Anche il re era deciso a congedare Mussolini.
Al ritorno da Feltre Mussolini accettò di riunire, per la prima volta dopo il dicembre del 1939, il Gran Consiglio del fascismo. La riunione ebbe luogo il 24 luglio e dopo una notte serrata di dibattito, Mussolini cercò senza convinzione di difendere la politica di alleanza con la Germania. Ma la maggioranza dei membri del Consiglio votarono una risoluzione contraria Mussolini.
Nel pomeriggio del 25 luglio, il re convocò Mussolini e il annunciò che affidava il potere al maresciallo Badoglio. All'uscita del palazzo reale, Mussolini fu arrestato. Era un vero e proprio colpo di Stato.
I negoziati di armistizio
Badoglio costituì un gabinetto tecnico e dichiarò con grande malcontento della popolazione che l'Italia avrebbe continuato La guerra. In realtà egli voleva far uscire l'Italia dal conflitto e, al tempo stesso, voleva evitare la reazione tedesca.
Sperava di mitigare le clausole della capitolazione, promettendo agli alleati un rovesciamento di posizione e la partecipazione alla lotta contro la Germania. Da parte alleata ci si interrogava per sapere se si dovesse accettare di negoziare con un governo diretto da uno dei protagonisti del regime fascista e dal re Vittorio Emanuele.
C'era una certa resistenza in proposito negli Stati Uniti, ma il segretario di Stato Cordell Hull, accettava Badoglio come interlocutore. Roosevelt seguì quindi questa linea. D'altra parte Churchill era desideroso di veder mantenuto in Italia un governo monarchico.
Le prime aperture italiane furono fatte il 4 agosto a Lisbona dal marchese Lanza d'Ajeta. Questi intendeva spiegare agli alleati che l'Italia desiderava la pace, ma doveva fingere di continuare la guerra. A questo scopo il generale Ambrosio incontrò Von Ribbentrop e Keitel il 6 agosto. Ma quest'ultimo rifiutò di ammettere il rimpatrio delle truppe italiane dalla Francia e dalla Croazia. Inoltre, nonostante l'opposizione degli italiani, i tedeschi fecero entrare numerose truppe nell'Italia del nord. Nonostante le lamentele, gli italiani affermarono che l'Italia era risoluta a continuare la guerra.
Il 5 agosto un diplomatico italiano a Tangeri, aprì i negoziati di armistizio propriamente detti. Inglesi e americani si misero d'accordo per esigere una capitolazione senza condizioni, lasciando intendere che una volta firmata, le condizioni sarebbero state meno dure, quanto più l'Italia avesse collaborato alla lotta contro i tedeschi.
Il 15 agosto il capo dello Stato maggiore del generale Ambrosio si recò a Madrid come plenipotenziario e incontrò l'ambasciatore britannico. Roosevelt e Churchill inviarono allora due negoziatori. Questi avevano redatto un testo di armistizio breve e senza condizioni, ma promettevano di dare o ogni appoggio alle forze italiane che si fossero battute contro la Germania. Un altro testo più dettagliato, l'armistizio lungo, veniva contemporaneamente preparato dei due governi.
Il 19 agosto i due emissari alleati incontrarono Castellano, che partì per Roma con le clausole militari della capitolazione. Un altro emissario italiano si recò la settimana successiva a Lisbona per chiedere l'invio di una divisione aerotrasportata alleata nei dintorni di Roma.
Infine il 31 agosto gli alleati diedero tempo fino alla mezzanotte del 1 settembre per accettare l'armistizio e Eisenhower promise l'invio di una divisione aerotrasportata a Roma. Castellarano si recò a Roma per consultare il suo governo e tornò il 3 settembre a firmare l'armistizio nei pressi di Siracusa.
Il giorno stesso, all'alba, l'ottava armata britannica sbarca la nell'Italia continentale. L'armistizio non doveva essere annunciato che l'8 settembre, dopo l'arrivo della divisione aerotrasportata vicino a Roma. Ma nello stesso giorno i tedeschi si impossessarono degli aeroporti della zona romana; Eisenhower decise di annullare l'operazione e rifiutò di rinviare l'annuncio dell'armistizio che fu dato ugualmente. I tedeschi allora investirono Roma, dalla quale fuggirono il governo Badoglio e la famiglia reale, che arrivarono a Brindisi il 10 settembre. La resistenza italiana ai tedeschi nei dintorni di Roma cessò l'11 settembre e le truppe tedesche continuarono la loro avanzata verso l'Italia meridionale.
La reazione tedesca
il 25 luglio uno dei membri della Gran Consiglio del fascismo, Farinacci fuggì da Roma per recarsi da Hitler, che era addolorato per la caduta di Mussolini, che considerava suo modello e maestro. Decise di ristabilire il regime fascista in Italia e le truppe tedesche affluirono attraverso il Brennero. Il 10 settembre Hitler pronunciò un discorso in cui si lamentò del tradimento italiano, ma fece un elogio di Mussolini, che il 12 fu liberato nella Gran Sasso negli Abruzzi e condotto in Germania. Il 15 settembre Mussolini dichiarò che riprendeva la direzione del fascismo italiano e pochi giorni dopo creò la Repubblica sociale italiana, in cui al centro era La cittadina di Salò sul lago di Garda. Il potere effettivo della nuova Repubblica fu affidato a fascisti fanatici.
D'altra parte Hitler approfittò del crollo italiano per annettere alla Germania Trieste e gli stia, oltre al Tirolo del sud, il Trentino e il bellunese. L'Italia doveva ugualmente abbandonare anche la Dalmazia in favore della Croazia e rinunciare a tutte le sue pretese sulla Francia.
Hitler pretese anche una punizione esemplare per il votanti della mozione che aveva messo in minoranza nel gran consiglio Mussolini, che dovette far arrestare suo genero. Questi l'11 gennaio fu condannato a morte e fucilato, insieme ad altri dissidenti del consiglio.
Le truppe alleate entrarono a Roma il 4 giugno del 1944, 2 giorni prima dello sbarco in Normandia.
Mussolini nell'aprile del 1945 venne catturato dai partigiani e fucilato vicino al Lago di Como il 28 aprile.
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