Il 1941 era stato caratterizzato dai clamorosi successi della Germania. La prima metà del 1942 vide invece il Giappone riportare molte vittorie. All'inizio dell'autunno del 1942 i tedeschi combattevano a Stalingrado e alle frontiere dell'Egitto. I giapponesi invece occupavano una vasta zona dei mari del sud e solo con la battaglia del Mar dei Coralli (primi di maggio del 1942) si era impedita l'invasione dell'Australia.
Tuttavia sembra che si sia arrivati ad una svolta nelle operazioni militari e quest'evoluzione si va caratterizzando con importanti cambiamenti politici. Si assiste nei mesi successivi all'autunno del 1942 alla riapparizione della Francia, all'attacco britannico ad El-Alamein (ottobre 1942), ha lo sbarco anglo-americano in Africa del Nord (novembre 1942), all'ingresso nella lotta dell'impero coloniale francese e al crollo dell'Italia di Mussolini.
Preparativi politici che lo sbarco alleato in Africa
Il desiderio di sollevare l'Africa francese contro Germania era molto vivo presso gli anglosassoni, tra i Francesi liberi e tra i movimenti di resistenza dell'Africa del Nord. Sin dalla conferenza di Arcadia (Washington) del 22 dicembre 1941 Roosevelt e Churchill cominciarono a discutere di un possibile sbarco in Africa del Nord. Si trattava di sapere quale autorità francese avrebbe potuto sollevare contro la Germania le truppe francesi in quella zona.
Gli americani si erano sforzarsi invano di ottenere l'adesione del generale Weygand, comandante in capo delle truppe francesi nei tre paesi dell'Africa del Nord. Dopo di che il generale era stato richiamato, sotto la pressione dei tedeschi.
Il governo americano cercò nuovamente di convincerlo ad assumere il comando di una insurrezione, ma Weygand rifiutò in modo assoluto disubbidire al maresciallo Pétain. Quest'ultimo si limitava ad affermare che le truppe francesi d'Africa avrebbero resistito a qualsiasi invasione da parte degli anglosassoni, delle truppe del generale de Gaulle e della Germania.
Si sarebbe potuto chiedere al generale de Gaulle di farsi carico di quest'insurrezione, ma i alleati ritenevano che questo fosse impossibile. Pensavano che i Francesi liberi fossero impopolari in Africa del Nord e che fossero stati associati, nella mente dei coloni e degli arabi, agli inglesi, il cui atteggiamento a Mers-el-Kebir non era stato dimenticato. In larga maggioranza, il colpo gli ufficiali francesi, pur essendo ostile ai tedeschi e desideroso di riprendere un giorno la lotta contro di loro, era fedele al maresciallo Pétain e invece ostile al generale de Gaulle.
La questione di Saint Pierre e Miquelon
Un incidente, de il vero estremamente limitato, ma irritante del governo americano, aveva accresciuto la tensione fra quest'ultimo e il generale de Gaulle. Nel dicembre del 1941, proprio durante la conferenza di Washington, le forze navali francese libere sbarcarono nelle isole di Saint Pierre e Miquelon, al largo di Terranova, che dipendevano dal governo di Vichy: su queste isole era presente un'emittente radio, il governo canadese aveva proposto di organizzare una spedizione per distruggerla. Il generale de Gaulle l'aveva preteso che i Francesi liberi fossero incaricati dell'operazione, ma il presidente Roosevelt vi si era opposto a causa di un accordo che stava concludendo con l'ammiraglio Robert e che prevedeva il mantenimento dello status quo nei possedimenti francesi di America. Nonostante ciò, il generale de Gaulle si assunse la responsabilità di un'operazione più ampia, che avrebbe soppresso la sovranità di Vichy su queste isole. I Francesi liberi furono accolti con entusiasmo e un plebiscito pro o contro l'operazione ottenne una schiacciante maggioranza.
L'opinione pubblica americana fu nel suo insieme soddisfatta, ma il governo di Vichy protestò e accusò il governo americano di doppiezza. Churchill, al contrario, accolse l'occupazione delle isole con soddisfazione.
In seguito a questo fatto, Cordell Hull estremamente irritato indirizzò a Roosevelt un memorandum nel quale suggeriva di far a meno per il futuro della cooperazione del generale de Gaulle soprattutto per i progetti dell'Africa del Nord. Da quel punto in poi gli Stati Uniti avrebbero mantenuto il loro atteggiamento ostile nei confronti del generale.
Negoziati con Giraud
Gli americani finirono per scegliere come eventuali capo dei Francesi d'Africa del Nord il generale Giraud, evaso nel frattempo dalla Germania.
Il generale Giraud aveva un piano ambizioso: usare l'esercito dell'armistizio per creare una testa di ponte sulla costa francese del Mediterraneo, in modo da permettere lo sbarco di importanti forze anglo americane; pensava ad uno sbarco alleato in Africa del Nord, ma come operazioni secondarie. Era necessario convincere Giraud a modificare il suo piano, tanto più che gli americani avevano già deciso che il comandante in capo dell'operazione sarebbe stata il generale Eisenhower.
Per risolvere questi problemi, fu organizzato un incontro segreto nell'ottobre del 1942 tre capi militari francesi e americani. Si decise che Murphy avrebbe indirizzato a Giraud tre lettere. Queste, una volta approvate dal generale francese, sarebbero divenute quello che è noto come "l'accordo Murphy-Giraud". La prima riguardava l'equipaggiamento delle forze francesi. La terza e escludeva preventivamente i Francesi liberi dall'operazione. La seconda, di carattere politico, era la più importante: garantiva la restaurazione della potenza francese, con tutti i suoi possedimenti territoriali di ante guerra, sia in Europa che oltremare, al termine della guerra. La Francia sarebbe stata alleata degli Stati Uniti, mentre il comando dell'operazione sarebbe stato americano finché la sicurezza dell'area dell'Africa del Nord non sarebbe stata assicurata.
Queste lettere furono recapitate al generale Giraud, il 5 novembre lasciò la Francia. Tuttavia perse parecchie ore a rivendicare il comando. Arrivò ad Algeri solo il 9 novembre, quando lo sbarco americano era già cominciato.
L'intermezzo Darlan
Come detto lo sbarco americano iniziò l'8 novembre. L'ammiraglio Darlan era ancora ad Algeri e sembrò inizialmente atterrito nell'apprendere la notizia. Inviò un messaggio via radio al maresciallo Pétain, che forse non ricevette. Il presidente Roosevelt inviò a sua volta un messaggio al maresciallo, che questa volta rispose protestando e diede ordine di resistere agli invasori. Vi fu una una resistenza solo sporadica in Algeria e soprattutto in Marocco. Dopo lunghi negoziati con Murphy, il generale Darlan, che non credeva più come nel 1941 alla vittoria tedesca, ordinò il cessate il fuoco (l'8 novembre alle 19:00).
Indirizzò messaggio Pétain, dal quale ricevette due risposte. La prima accettava il principio del cessate il fuoco e ordinava alla flotta di Tolone di prendere il mare. La seconda, probabilmente ispirata da Laval, condannava l'atteggiamento di Darlan e lo rimuoveva dall'incarico. Alla fine, il generale Darlan aderì alla tesi secondo il quale il maresciallo Pétain era prigioniero dei tedeschi e, non essendo più libero, doveva lui prendere il comando in Africa del nord. Con questo espediente, mostrava di voler mantenere all'interno il regime autoritario del governo di Vichy. Gli americani si rassegnarono a questa soluzione, così i rapporti fra le autorità americani e francesi furono regolati dagli accordi Darlan-Clark del 22 novembre, molto meno vantaggiosi per la Francia rispetto agli accordi originali Giraud-Murphy anteriori allo sbarco.
Questo voltafaccia di Darlan ebbe gravi conseguenze. Il 9 novembre Hitler convocò Laval a Monaco e lo stesso giorno decise di invadere la zona non occupata per mettere la costa francese del Mediterraneo in stato di difesa. Intimò a Laval di firmare un'alleanza con l'asse, ma questi rifiutò, promettendo però in cambio delle basi in Tunisia a partire dal 14 novembre. I tedeschi l'avevano peraltro già invasa prima di quella data. Così l'11 novembre Darlan inviò alla flotta di Tolone l'ordine di dirigersi verso l'Africa settentrionale, ma il comandante in capo della squadra rifiutò di obbedire di obbedirgli. I tedeschi garantirono uno statuto speciale al porto e alla zona nei dintorni della città. Ma l'intenzione reale di Hitler era di impadronirsi della flotta.
Un improvviso attacco contro di questa, il 27 novembre la obbligò ad autoaffondarsi. I tedeschi, allora in difficoltà sul fronte russo (battaglia di Stalingrado), accentuarono la pressione sulla Francia.
Ad Algeri, Darlan aveva preso posizione per favorire la ripresa della lotta. Il suo atteggiamento indusse i principali amministratori dell'impero francese ad unirsi alla lotta contro la Germania.
Questa soluzione, che prolungava il regime di Vichy in Africa settentrionale suscitò naturalmente le proteste del generale de Gaulle. Tuttavia, il 24 dicembre del 1942 un giovane di tendenze monarchiche e al tempo stesso gollista, assassinò l'ammiraglio Darlan ad Algeri. Fu immediatamente giudicato, condannato a morte e giustiziato. A questo punto subentrò Giraud con il titolo di alto commissario: abolì le leggi di Vichy e soprattutto le misure eccezionali contro gli ebrei, ma solo in seguito alle pressioni degli americani. Era piuttosto singolare che ci si trovasse nella condizione di avere due gruppi di francesi impegnati nella lotta contro la Germania: i Francesi liberi di Londra agli ordini del generale de Gaulle, e i Francesi di Algeri agli ordini del generale Giraud.
Il ristabilimento dell'unità
Ci vollero lunghi e difficili negoziati per realizzare la fine l'unità dei francesi nella lotta contro la Germania. Il 25 dicembre del 1942 il generale de Gaulle aveva scritto a Giraud per proporgli un incontro ad Algeri, ma questi rifiutò.
Nel frattempo Roosevelt e Churchill si riunirono, come già visto, ad Anfa vicino Casablanca (gennaio 1943). Erano desiderosi di mettere fine alla divisione dei francesi, così convocarono il generale de Gaulle e Giraud. Fu necessario inviare un vero e proprio ultimatum di Churchill perché de Gaulle si decidesse ad accettare. ma l'accordo fra i due uomini fu impossibile. Ad Anfa, Giraud aveva ottenuto un risultato interessante: aveva fissato un tasso vantaggioso per il franco.
In seguito consigli di Roosevelt, Giraud accettò la collaborazione di Jean Monnet. Questi persuase il generale ad assumere un atteggiamento più democratico, che manifestò nella dichiarazione del 14 marzo. Questa dichiarazione permise la ripresa dei negoziati con de Gaulle, che furono annunciati poco dopo. Ma il generale de Gaulle non poté recarsi subito ad Algeri. Peraltro i rapporti dei "francesi combattenti" con gli inglesi, dopo la conferenza di Anfa, erano pessimi. Temendo che l'arrivo del generale de Gaulle in Algeria avesse provocato disordini, gli inglesi gli rifiutarono l'autorizzazione a lasciare l'Inghilterra. In aprile, lo stesso generale Eisenhower si allineò su quest'opinione.
Dopo molte difficoltà, si riuscì ad intendersi sulla creazione di un "Comitato Francese di Liberazione Nazionale" con sede ad Algeri. Il generale de Gaulle arrivò infine in questa città il 30 maggio. Ma non tutte le difficoltà erano risolte: Giraud voleva restare comandante in capo, mentre de Gaulle era contrario alla fusione in una sola persona del potere politico e militare. Fu necessaria una pressione del generale Eisenhower perché fosse mantenuto lo status quo.
Il generale Giraud, preoccupato unicamente della guerra e ignorante materia politica, fu invitato nel luglio del 1943 negli Stati Uniti e in Canada per ottenere la promessa di importanti forniture di armi e munizioni. Ma questo viaggio in deboli la sua posizione ad Algeri. Così il 1 ottobre, per restare comandante in capo delle forze militari, fu costretto a dare le dimissioni dalla CFLN. Perse anche il ruolo di comandante in capo, in seguito ad una controversia con de Gaulle, nell'aprile del 1944, peraltro dopo aver brillantemente conquistato la Corsica, primo territorio metropolitano ad essere liberato.
Il CFLN, che nel giugno del 1944, dopo un anno dalla sua fondazione, prese il nome di "governo provvisorio della Repubblica francese", non fu però riconosciuto come governo di fatto dalle potenze alleate. Bisognerà attendere la liberazione della Francia e la decisione del 23 ottobre 1944.
Il suo ruolo non fu tuttavia meno importante perché poté organizzare un potente esercito, riconquistare la Corsica, ottenere l'adesione di tutte le parti dell'impero francese.
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