sabato 13 febbraio 2010

Parte I, Capitolo I, Paragrafi 1 e 2: Le Prime Conseguenze dei Trattati di Pace

LA GERMANIA: NUOVE FRONTIERE, GARANZIE E RIPARAZIONI.


La sorte della Germania fu regolata dal Trattato di Versailles del giugno 1919, un minuzioso e complesso documento che regolava unilateralmente il problema delle frontiere e delle garanzie di ogni tipo che furono prese contro la Germania da parte delle potenze vincitrici.
Per stabilire i nuovi confini fu adottato il “principio di nazionalità”, secondo cui ogni popolo aveva il diritto di disporre di se stesso.
Ad Ovest la Germania perse l’Alsazia e la Lorena, “restituite alla Francia” nel novembre 1918, addirittura prima dell’entrata in vigore del trattato (gennaio 1920), senza che gli abitanti potessero approvare o rifiutare l’annessione allo stato francese.
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I francesi avrebbero voluto il distaccamento dalla Germania dell’intera Renania (la parte ad ovest del Reno) ma Clemanceau non appoggiò gli autonomisti per l’opposizione assoluta degli alleati.

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La Saar

La Francia avanzò pretese sulle miniere della Saar nel marzo 1919: un mese dopo fu deciso che le miniere sarebbero passate sotto la proprietà francese per 15 anni, durante i quali la zona sarebbe stata amministrata da una commissione della Società delle Nazioni composta da cinque membri; dopo i 15 anni gli abitanti avrebbero deciso con un plebiscito se unire la Saar alla Francia, alla Germania o restare sotto protettorato internazionale.

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Molti furono gli scontri nel 1920 tra i lavoratori tedeschi e l’esercito francese.


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Le rivendicazioni del Belgio

La Germania perse due cantoni tedeschi al confine con il Belgio, il quale avanzò anche altre pretese territoriali a danno dell’Olanda (che avrebbe potuto rifarsi a danno della Germania più a Nord) ,che furono respinte dagli alleati.

Il Belgio, inoltre, voleva abbandonare la neutralità, fatto che riteneva essenziale per aderire alla Società delle Nazioni che imponeva azioni di tutela collettiva anche militare.

Ne ottenenne l’approvazione ufficiale solo con il Trattato di Locarno nel 1925.

 

Lo Schleswig


I tedeschi persero anche il nord dello Schleswig, che passò alla Danimarca con un referendum popolare che mantenne il sud alla Germania.

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Più importanti furono le modifiche che la Germania subì ad est (dove non fu rispettato il principio di nazionalità), con la perdita della Posnania e di una parte della Prussia occidentale.
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Corridoio di Danzica

Gli alleati decisero di far rinascere la Polonia, concedendo al nuovo stato uno sbocco al mare con un porto e cioè la città di Danzica.

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Essa era una grande città quasi completamente tedesca, nella conferenza di pace essa fu dichiarata “Città libera” sotto la protezione della Società delle Nazioni, con accesso totalmente libero ai cittadini polacchi (novembre 1920). Si sarebbe dotata di una costituzione propria attraverso dei rappresentanti liberamente eletti.
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- Nel 1921 vi fu un plebiscito sull’Alta Slesia in cui la Germania ottenne la maggioranza ma, sotto la guida di Korfanty, i polacchi scatenarono una rivolta che fu sedata dai “corpi franchi”; successivamente fu operata una spartizione del territorio, che vide i 2/3 della Slesia andare alla Germania. Il sud andava alla Polonia, compresa parte della zona industriale.

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Sempre nella Prussia orientale la Germania perse la regione di Memel, che fu posta sotto amministrazione internazionale senza alcun plebiscito; successivamente i lituani, che occupavano le campagne della zona, compirono nel 1923 un atto di forza che fu poi ratificato dalla Società delle Nazioni, la quale assegnò il territorio alla Lituania con statuto speciale.

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In totale la Germania perse 1/7 del suo territorio e 1/10 della popolazione.
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Il Disarmo

Per prevenire una ripresa della potenza tedesca, gli alleati stabilirono una serie di garanzie militari e politiche:
Lloyd GeorgeDisarmo. Su proposta di Lloyd George si decise che l’esercito tedesco sarebbe stato di tipo professionale con sole 100.000 unità: l’artiglieria pesante, i carri armati e l’aviazione proibiti, la flotta avrebbe dovuto consegnarsi agli alleati (ma le navi da guerra si autoaffondarono nel 1919, prima dell’entrata in vigore del trattato), i sottomarini proibiti.


Per controllare l’esecuzione delle clausole militari fu costituita una “Commissione di controllo interalleata”.
Smilitarizzazione ed occupazione della Renania

Il presidente Wilson Oltre la riva sinistra del Reno furono proibite fortificazioni militari o manovre. Dopo l’abbandono del progetto francese di annessione, Wilson e Lloyd George accettarono un'occupazione militare temporanea della Renania, che doveva essere progressivamente abbandonata nel corso di 15 anni. L’occupazione sarebbe stata sospesa se non si fosse avuto con certezza il rischio di aggressione; le spese erano a carico della Germania.

 

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Trattati di garanzia franco-inglese e franco-americano (falliti)

Per far abbandonare le rivendicazioni francesi sulla Renania, Wilson e Lloyd George proposero due trattati in cui garantivano la difesa della Francia in caso di aggressione non provocata da parte della Germania.
I due accordi decaddero poiché il Senato americano non approvò il trattato di Versailles e gli accordi suddetti in esso contenuti, sciogliendo in tal modo dal vincolo anche l’Inghilterra, con grande soddisfazione degli inglesi, i quali erano preoccupati delle mire imperialiste della Francia sul continente.

L’alleanza franco-belga

La sola alleanza che la Francia ottenne contro la Germania fu quella con il Belgio. Per riavvicinarsi a questo paese, i cui rapporti si erano deteriorati non avendo appoggiato la Francia le pretese territoriali del Belgio, i francesi rinunciarono al congiungimento economico con il Lussemburgo e garantirono la partecipazione belga alla Conferenza degli Ambasciatori, che regolava l’applicazione del trattato di Versailles (accordo firmato nel settembre 1920).

I Belgi consideravano questo accordo militare un semplice accomodamento, mentre la Francia lo considerava a tutti gli effetti una alleanza.

Riparazioni di guerra

Nel trattato di Versailles fu aggiunto un piano incompleto circa il pagamento dei danni di guerra da parte della Germania.
Si affermava che la Germania era responsabile dei danni subiti dagli stati alleati, in quanto essa soltanto aveva provocato il conflitto (art. 231, sorta di dichiarazione di “colpevolezza morale”, molto contestato dai tedeschi).
Secondo alcuni questo articolo stabiliva una responsabilità finanziaria di diritto civile, dando una base di diritto alla riparazione dei danni subiti.
Gli Alleati non fissarono subito l’ammontare delle riparazioni: si stabilì che entro il I Maggio 1921 la Germania avrebbe versato 20 miliardi di marchi-oro (sotto il controllo di una “Commissione delle riparazioni”) e che, entro quella data, si sarebbe definito l’ammontare reale dei danni di guerra con l’aggiunta delle pensioni di guerra voluta dall’Inghilterra.
Durante il ’20 ed il ’21 vi fu in tutta la Germania una forte opposizione al trattato, soprattutto per le riparazioni; un violento movimento di protesta nazionale indusse gli Alleati a rinunciare all’estradizione dell’Imperatore e dei vertici militari tedeschi (Hindemburg, Ludendorff, von Tirpitz, ecc…).
Corpi franchi dell’esercito giravano per il paese, vi fu un tentativo di colpo di stato e uno sciopero nella Ruhr fu interrotto dall’esercito tedesco violando la zona smilitarizzata (per reazione la Francia occupò Francoforte).

Zone occupate della Renania

Nella Conferenza di Londra del marzo 1921 la Germania espose chiaramente la sua opposizione sulle pretese alleate dei pagamenti, ottenendo come conseguenza l’occupazione di Dusseldorf e di altre città.

Il 30 aprile 1921 la Commissione delle riparazioni stimò i danni di guerra in 132 miliardi di marchi-oro (120 +12 di arretrati non pagati il I maggio, così divisi: 52% alla Francia, 22% all’Inghilterra, 10% all’Italia e 8% al Belgio), da pagare 2 miliardi all’anno ed il 26% delle esportazioni.
Per costringere la Germania ad accettare fu inviato dagli Alleati un vero e proprio ultimatum, minacciando l’occupazione militare del paese.
Walther Rathenau Il nuovo governo assistito dall’uomo d’affari Rathenau accettò lo “stato dei pagamenti” e nell’estate del 1921 la Germania cominciò ad onorare il suo debito, cercando di approfittare al momento opportuno delle divergenze tra la Francia (che premeva per stroncare la pericolosa economia tedesca) e l’Inghilterra, che era a favore del risollevamento economico della Germania poiché cliente principale per la sua economia.
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1 commento:

  1. Ciao, vorrei sapere se possiedi queste schede in materiale cartaceo così che io possa scaricarle e stamparle per studiarle...oltretutto ho visto che ti fermi al capitolo III..let me know

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