sabato 13 febbraio 2010

Parte I, Capitolo I, Paragrafo 3 e 4: Lo smembramento dell’Austria-Ungheria e I Balcani

Trattato di pace, smembramento e Anschluss

Il trattato di Saint-Germain-en-Laye del settembre 1919 regolò le sorti dell’Austria. Gli alleati cercarono di applicare il principio di nazionalità, ma furono avvantaggiati gli stati che avevano combattuto al loro fianco (Serbia, Romania, Grecia e Cecoslovacchia), mentre Austria, Ungheria e Bulgaria furono alquanto scontenti della pace (stati “revisionisti”).
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L’Austria perse a favore dell’Italia il Trentino ed il Tirolo meridionale, più complicata fu la questione della Venezia-Giulia, della Dalmazia, di Trieste e Fiume, poiché l’espansionismo italiano si scontrava con le rivendicazioni del nuovo Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni.
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A nord si formò nel dicembre 1918 la nuova Repubblica cecoslovacca comprendente la Boemia, la Moravia, la Slesia ed il Sudeti, una regione con una forte presenza tedesca che tentò invano un’unione con la Germania.

Ad est l’Austria cedette la Bucovina alla Romania, mentre la Galizia (dopo forti contrasti ed indecisioni degli Alleati) fu affidata alla neo costituita Polonia solo nel 1923.

A sud-est nasceva il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni che, oltre a queste regioni, comprendeva anche la Dalmazia, la Bosnia e l’Erzegovina.

In conclusione l’Austria diventa un piccolo stato con sette milioni di abitanti.

Forte è la tentazione degli austriaci ad unirsi alla Germania, per ragioni culturali ed economiche; i plebisciti organizzati in Austria nel 1918 vedevano il 99% di consensi a favore dell’unione. Tuttavia gli alleati proibirono l’Anschluss nel Trattato di Versailles e in quello di Saint-Germain-en-Lays.
Contro l’unione austro-tedesca erano soprattutto la Francia e l’Italia (che non voleva offrire alla minoranza tedesca in Alto-adige un punto di riferimento così forte come la Grande Germania); relativamente favorevoli erano invece Stati Uniti ed Inghilterra.
Per impedire l’anschluss fu usata ancora impropriamente la SDN: i diplomatici riconoscevano il diritto all’unione del popolo tedesco ma decisero che in merito avrebbe deliberato il Consiglio (dove le decisioni dovevano essere approvate all’unanimità).
Il voto contrario di Francia ed Italia rese l’unione irrealizzabile, nonostante la pronuncia favorevole del Parlamento austriaco e il già citato referendum.

Frontiera italo-austriaca

L’Austria cede con il trattato la zona meridionale del Tirolo (in Italia chiamata Alto Adige) che si unisce al Trentino Alto Adige, benché la maggioranza della popolazione fosse di lingua tedesca.
Più complicata fu la definizione della questione della Venezia-Giulia, in particolare di Trieste e della costa dalmata.
L’Italia nel 1915 aveva stipulato con le potenze Alleate un Trattato segreto che prometteva all’Italia il controllo completo su tutta la Venezia Giulia, una parte della Carinzia ad eccezione del porto di Fiume. Tuttavia il Presidente americano Wilson si opponeva all’applicazione di questo trattato perché in contrasto con il principio di nazionalità. L’Italia comunque contestava anche il fatto che in contrasto con il principio di nazionalità e gli accordi stessi di Londra, fosse accettabile la creazione di una Grande Jugoslavia (Serbia e Montenegro secondo gli accordi dovevano rimanere indipendenti). La creazione di una potenza regionale antagonista sull’Adriatico aveva sempre incontrato la resistenza dell’Italia. Quindi l’Italia finì per rivendicare anche Fiume.
La Jugoslavia da parte sua rivendicava tutta la regione Istriana e Dalmata e gran parte della Venezia Giulia ed era appoggiata dal Presidente Wilson, che nell’Aprile del 1923 dichiarò che l’Italia non poteva vantare alcun diritto sulla città di Fiume, rivolgendosi all’opinione pubblica italiana e senza consultare il Governo di Roma.
Vittorio Emanuele OrlandoOrlando, Ministro degli esteri italiano, abbandonò la Conferenza di Parigi nel Maggio del 1923, per farvi ritorno solo dopo che la proposta di far risolvere il problema direttamente da Italiani e Jugoslavi senza influenze esterne fosse accettato.
L’Italia proponeva di creare uno stato cuscinetto di circa 200.o00 abitanti che avrebbe dovuto attraverso un plebiscito decidere della sua sorte 15 anni dopo, sotto il controllo della SDN, ma questa proposta fu respinta dagli Jugoslavi.
Il 12 settembre 1919 Gabriele D’Annunzio con un piccolo gruppo di uomini occupa Fiume per prepararne l’annessione all’Italia. Creò uno stato indipendente (come del resto nella volontà dell’Italia). La Conferenza di Parigi rimandò alla decisione fra Italia e Jugoslavia (che aveva perso l’appoggio di Wilson, sostituito nel frattempo da Hardings alla Presidenza degli USA) la determinazione del problema: queste due, pressate da problemi interni, arrivarono ad una determinazione sostanzialmente favorevole all’Italia.
Tuttavia l’8 settembre del 1920, Gabriele D’Annunzio riutandosi di uniformarsi alle decisioni diplomatiche fondò la “Reggenza del Carnaro”, che doveva estendersi a tutti i territori della Dalmazia.
D'Annunzio ch entra a Fiume
Con il Trattato di Rapallo del 1920 Italia e Jugoslavia determinavano i loro confini e stabilivano l’indipendenza di Fiume. Non uniformandosi alle decisioni prese, il Generale Cavriglia finì per bombardare Fiume e trarre in arresto lo stesso D’Annunzio, ponendo fino alla sua Reggenza.

Smembramento dell’Austria ad est e a Sud-est

L’Austria cedette alla Romania la regione della Bucovina, mentre la Galizia inizialmente non fu assegnata alla neo costituita Polonia ma consegnata alle Potenze alleate. Inizialmente per questa si pensò alla creazione di un mandato sotto la SDN di 25 anni, ma infine nel 1923 la Polonia poté annettere la regione al suo territorio.
La Bucovina
Perdita della Galizia:
La Galizia
L’Ungheria perse gran parte del suo territorio: al sud cedette tutta l’Istria e la Slovenia al neo-costituito Regno di Jugoslavia e in parte all’Italia. A Nord perse completamente tutti i territori fino alla Rutenia Subcarpatica, che andarono a costituire la regione della Slovacchia, poi unita al Regno di Boemia per formare la Cecoslovacchia. Gran parte della Transilvania invece fu ceduta alla Romania,
Ungheria - perdite territoriali 1919

Acquisizioni della Romania

Oltre alla citata porzione del territorio conquistato all’Ungheria, la Romania annette a Sud la Dobrugia meridionale e mantiene nonostante le proteste sovietiche la Bessarabia a Nord. La Romania è lo stato europeo con il maggior numero di etnie allogene nel suo territorio: per questo il Trattato di Saint-German-en-Laye prevedeva importanti garanzie di tutela per le minoranze.
Queste disposizioni furono duramente contestate dal primo ministro Bratianu, che dopo un ultimatum delle potenze alleate dovette cedere il potere a Voevod, che firmò il trattato.
Territori persi dalla Bulgaria
La regione della Bessarabia contesa con l’Unione Sovietica:

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