Il periodo che va dal 1925 1929 fu meno travagliato del precedente nell'Europa orientale e mediterranea. l'Urss, il cui governo era già riconosciuto dalla maggior parte degli Stati europei, dopo la morte di Lenin avvenuta nel 1924 sino al 1927, in cui fu escluso Trotsky dal partito comunista, una grave crisi interna le impedì di partecipare attivamente alla politica europea.
L'unione sovietica temeva la costituzione di un fronte anche sovietico e considerava il trattato di Locarno come una minaccia. Inoltre l'Urss condannava la società delle nazioni, considerandola uno strumento privilegiato di controllo delle potenze europee.
La politica italiana era ancora più attiva, soprattutto nelle regioni del Danubio e dei Balcani, e quest'attività provocava un rafforzamento delle alleanze francesi.
Nella zona del Mediterraneo, gli avvenimenti principali furono le controversie che opponevano alla Grecia ai suoi vicini: Turchia, Bulgaria, Jugoslavia, Albania e Italia.
Il trattato di Berlino
Le relazioni tedesco-sovietiche erano cordiali dopo la firma del trattato di Rapallo, dove erano state poste le basi di una certa collaborazione politica economica. Durante la conferenza di Locarno, Cicerin fece dei passi presso il governo tedesco per concludere un trattato di amicizia neutralità. Stresemann cercò inizialmente di sottrarvisi, poi preoccupato di tenere in equilibrio la bilancia con i paesi occidentali, accettò la firma di un accordo economico (ottobre 1925), seguito da un accordo politico che fu sottoscritto a Berlino nell'aprile del 1926.
Dopo qualche mese, con l'ingresso della Germania nella società delle nazioni, l'unione sovietica si preoccupò nuovamente del rapporto con questo paese, considerando la SDN come uno strumento della politica capitalistica diretta contro l'Urss.
Russia, Polonia e Stati baltici
La Polonia cercò nel 1925 di ottenere un trattato di garanzia delle sue frontiere orientali. Nel gennaio fu firmato un trattato di arbitrato fra i quattro paesi. Tuttavia la Lituania, era rimasta molto ostile alla Polonia per la questione di Vilna. Per questo cercò di creare una piccola intesa baltica. L'Urss intervenire per impedire la firma di un tale accordo, che riteneva giustamente diretto contro di sé. I polacchi replicarono proponendo al contrario un patto di garanzia globale; i paesi baltici risposero in maniera identica. La Lituania invece accettò la proposta sovietica: spazio ciascuna delle due parti avrebbe rispettato l'inviolabilità del territorio dell'altra e sarebbe rimasta neutrale in caso di aggressione contro l'altra parte. Anche la Lettonia sottoscrisse un trattato di neutralità con l'Urss. In quel periodo furono firmati trattati analoghi anche con la Turchia, l'Afganistan. In effetti le preoccupazioni dell'Urss non erano del tutto ingiustificate. Durante gli anni che vanno dal 1926 al 1928 le relazioni fra i sovietici e la Francia, l'Inghilterra e l'Italia dall'altra, peggiorarono sensibilmente, per non parlare delle difficoltà con la Polonia, la Lettonia e l'Estonia.
Tensione franco-russa
In Francia vi era ancora una debole speranza di ottenere il rimborso dei debiti russi contratti dagli Zara e azzerati durante la rivoluzione bolscevica. Nel febbraio del 1925 si riunì a Parigi una conferenza franco-sovietica per studiare questo problema, ma alla conferenza terminò con un fallimento nel marzo del 1927. Nel frattempo un altro avvenimento aveva cresciuto la tensione: la firma del trattato franco-rumeno.
Dopo il 1920 la Romania cercava di ottenere la garanzia delle sue frontiere e soprattutto della Bessarabia. Il protocollo del 1920, con il quale aveva ottenuto riconoscimento di questa regione, era stato ratificato dalla Francia dall'Inghilterra, ma non dal Giappone e dall'Italia. Nel 1926 la Romania rinnovò la sua alleanza militare con la Polonia. Cercò anche di riavvicinarsi all'Inghilterra, all'Italia e alla Francia: la Francia fini quindi per allearsi con la Romania, firmando un trattato di alleanza nel giugno del 1926.
A questo trattato l'unione sovietica rispose con una nota del nell'ottobre del 1926, protestando contro un accordo che sanzionava l'annessione della Bessarabia alla Romania. Dopo questa nota e il fallimento definitivo delle trattative sui debiti russi, si delineò in Francia un forte movimento favorevole alla rottura delle relazioni diplomatiche trai due paesi. Ma Briand preferì non arrivare alle estreme conseguenze.
Tensione italo-russa
L'Italia faceva un grosso sforzo dopo il 1924 per avvicinarsi al paesi della piccola intesa. Mussolini firmò nel 1924 un trattato di amicizia con la Cecoslovacchia. Anche con la Romania, in quel periodo particolarmente vicina all'Italia, sottoscrisse un trattato di amicizia. Con questo accordo l'Italia riconosceva formalmente i diritti della Romania sulla Bessarabia. L'unione sovietica, quattro giorni dopo la nota di protesta che aveva inviato alla Francia sullo stesso tema, ne indirizzò una simile all'Italia.
Tensione anglo-russa
Assai peggiori furono le relazioni con l'Inghilterra. L'origine della tensione risale allo sciopero generale, proclamato nel maggio del 1926, dalle Trade Unions e che durò una settimana. Questo sciopero 1925 durante il 14º congresso del partito comunista. I sindacati russi organizzarono delle collette per sostenere i minatori inglesi. Ma il governo conservatore britannico indirizzò una nota di protesta ai sovietici, per il fatto che i sindacati sovietici finanziassero dei sindacati inglesi. Nel giugno dello stesso anno il governo Baldwin pubblicò un "libro azzurro " una raccolta di documenti destinata approvare l'ingerenza dei sovietici nella politica britannica. Poco dopo, Chamberlain minacciò l'unione sovietica di rompere l'accordo commerciale e persino le relazioni diplomatiche. Si giunse nel maggio del 1927, quando fu organizzata una perquisizione nei locali di una società commerciale anglo-sovietica. L'unione sovietica protestò contro questa violazione dell'immunità diplomatica. La questione fu dibattuta alla camera dei comuni, ma solo Lloyd George. Il primo ministro Baldwin decisione di annullare gli effetti dell'accordo un sale e di rompere le relazioni diplomatiche, con l'approvazione della camera dei comuni. Fu pubblicato quindi un " libro bianco " che raccoglieva tutta la documentazione relativa agli intrighi organizzati dall'unione sovietica per ingerire nella politica britannica.
L'isolamento dell'Urss
Verso la fine di giugno del 1926 ebbe luogo a Ginevra una conferenza fra Inghilterra, Germania, Francia, Belgio e Italia nel corso della quale fu trattato il problema dei rapporti con l'unione sovietica. Chamberlain propose a Stresemann di usare l'influenza del governo tedesco sul governo russo per ottenere un riavvicinamento economico fra la Russia e il resto dell'Europa. E gli era contrario ad una crociata contro i bolscevichi. Ma dopo l'assassinio di uno dei suoi diplomatici, l'unione sovietica ruppe le sue relazioni diplomatiche con la Svizzera. Bisognerà aspettare il 1929 con l'adesione dell'unione sovietica al patto Briand-Kellog, per registrare un miglioramento delle relazioni dell'unione sovietica con i principali paesi europei.
Il primo trattato italo-albanese
L'Italia mussoliniana si sforzava di rafforzare la sua posizione di influenza sull'Europa danubiana e balcanica, ma trovava un limite nell'influenza che la Francia esercitava su questi paesi. Quest'ultima era storicamente contraria alla revisione dei trattati scaturiti dalla fine della prima guerra mondiale. Come già detto Zogu, inizialmente protetto dagli jugoslavi, si schierò dalla parte degli italiani, cacciando il precedente governo dall'Albania. Una volta eletto presidente per sette anni, annunciò a Mussolini nel gennaio del 1925, che desiderava un governo solido in Albania che contribuisse la pace nei Balcani. Mussolini riconobbe immediatamente il suo governo, tanto che nel novembre del 1926 i due paesi firmarono a Tirana un patto di amicizia e di sicurezza valido per cinque anni, garantendo quindi l'assetto politiche territoriale dell'Albania.
L'alleanza franco-jugoslava
Il trattato di Tirana suscitò immediatamente delle preoccupazioni in Francia e in Jugoslavia. Garantendo l'indipendenza dell'Albania, l'Italia guadagnava una preponderanza nell'Adriatico. Gli jugoslavi temevano che questo accordo violasse il patto di amicizia firmato con loro a Roma. Ma alla Jugoslavia, membro della piccola intesa, considerava il patto di Roma come praticamente abolito. La tensione crebbe così fra i due paesi. Nel corso dell'estate del 1927 Italia Jugoslavia ruppero le relazioni diplomatiche.
Sin dal marzo del 1926 la Jugoslavia negoziavano un accordo con la Francia. Briand pensava di potersi includere anche l'Italia, ma Mussolini rifiutò. Nel novembre del 1927 il ministro degli esteri jugoslavo firmò l'accordo a Parigi. Si trattava di un trattato di alleanza ed amicizia. Briand dichiarò che non era diretto contro l'Italia, ma Mussolini si lamentò aspramente del trattato.
Il secondo trattato italo-albanese
Così in seguito al trattato di alleanza franco-jugoslavo, l'Italia rispose il 22 novembre firmando a Tirana con l'Albania un nuovo trattato di alleanza, che questa volta prevedeva una garanzia difensiva e che sarebbe durato 20 anni. In caso di guerra i due paesi non avrebbero concluso una pace separata. L'Albania entrava sempre di più nella zona di influenza italiana.
Tuttavia il presidente francese Briand cercò di non avvelenare i rapporti franco-italiani e qualche giorno dopo firmò con essi un accordo temporaneo che regolava la situazione di cittadini francesi in territorio italiano e viceversa. Mussolini ne approfittò per dichiarare che non avevo obiezioni al trattato franco-jugoslavo. Da parte sua la Jugoslavia finì per ratificare le convenzioni stipulate a Nettuno nel 1925. Ma il patto di amicizia firmato a Roma nel 1924 è giunto a scadenza non fu rinnovato. Oltretutto nel settembre del 1928 con l'approvazione italiana Zogu assunse il titolo re degli albanesi.
Il revisionismo italiano e l'Ungheria
L'Italia aveva anche consolidato i suoi legami con l'Ungheria, concludendo con essa nel settembre del 1925 un trattato di commercio e nell'aprile del 1927 un trattato di amicizia. Tuttavia i due paesi non erano alleati, ma il governo ungherese dichiarò che il suo paese entrava nella sfera degli interessi italiani.
La politica italiana raggiunse la sua completa realizzazione nel 1928. Mussolini già negli anni precedenti aveva dichiarato il suo favore ad una posizione di revisione dei trattati succeduti alla prima guerra mondiale. Profetizzò che l'Europa sarebbe arrivata in una fase delicata della sua storia fra il 1935 e il 1940, per questo si dichiarò favorevole ad una revisione dei trattati a vantaggio dell'Ungheria.
La Grecia ed i suoi vicini
La situazione nei Balcani restava agitata. La Grecia in particolare era in contrasto con tutti i suoi vicini. Con la Turchia nel 1925 gli scambi di popolazione non erano ancora terminati. Ponevano infatti una quantità di problemi soprattutto finanziari.
Con la Bulgaria avvennero diversi incidenti di frontiera, tanto che nell'ottobre del 1925 si arrivò ad un aperto conflitto fra i due paesi. Truppe greche penetrarono nel territorio bulgaro. Il governo bulgaro si rivolse alla società delle nazioni, che impose alle due parti di astenersi al ricorso alla guerra. Il consiglio si riunì e di inviò degli addetti militari sul luogo. Le truppe greche furono costrette ad evacuare la Bulgaria. Si trattò forse dell'unico successo ottenuto dalla società delle nazioni.
La Grecia era anche in cattivi rapporti con l'Albania. Esistevano anche delle serie difficoltà fra la Grecia e la Jugoslavia. La Gran Bretagna, da sempre interessata alla Grecia per la sua particolare posizione geografica, cercò di farla riavvicinare alla Jugoslavia e alla Bulgaria, per realizzare una sorta di Locarno balcanica. Fin dal gennaio del 1926 Grecia Jugoslavia intrapresero dei negoziati che portarono all'agosto del 1926 alla firma di un trattato di amicizia collaborazione fra i due paesi. Ma la Francia era poco favorevole alla creazione di una Locarno balcanica, preferendo il sistema della piccola intesa. Sarebbe stato però impossibile integrare la Bulgaria in questo sistema, considerandola su ostilità verso la Grecia. Le manovre inglesi fallirono, giacché il governo greco rifiutò l'anno successivo di ratificare il trattato greco-jugoslavo.
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