La principale causa del fallimento del sistema della sicurezza collettiva fu sicuramente il crollo della borsa di Wall Street dell’ottobre 1929.
Numerose banche ed imprese fallirono ed il governo americano decise di sospendere i prestiti all’estero e di far rientrare i propri capitali; il ribasso dei prezzi mondiali provocò una crisi in tutti gli stati europei.
Gli USA scelsero di operare una politica isolazionista, lasciando campo libero alle potenze che volevano modificare gli accordi di Versailles, soprattutto la Germania che approfittava delle crisi di governo che si successero in Francia dopo la morte di Poincaré. Anche l’Inghilterra cercò di superare la crisi intensificando i suoi rapporti con il Commonwealth, disinteressandosi dei problemi europei.
Il Giappone (1931), l’Italia (1932) e la Germania con Hitler (1933) furono controllate dai partiti nazionalisti che predicavano una politica di forza; ciò avvenne proprio a causa della crisi che esasperò l’opinione pubblica e screditò il sistema democratico che ancora vigeva in Giappone e nella Germania della Repubblica Weimar.
In Italia Mussolini si orientò sempre più su di una politica di aggressione, dalla quale sembrava essersi tenuto lontano sino ad allora.
Il fallimento del progetto di Unione Europea di Briand
- Ad aumentare la spaccatura definitiva degli stati europei fu anche il fallimento del progetto di “Unione europea” proposto nel 1929 da Briand all’Assemblea della SDN.
Il politico francese stilò un memorandum che inviò a tutti gli stati europei interessati, nel quale prevedeva l’estensione del regime di sicurezza creato a Locarno a tutti gli stati europei, riuniti soprattutto a livello economico da una unione doganale e su quello politico da una conferenza con i rappresentanti di tutti i paesi.
Nel corso del 1930 tutti i paesi interessati risposero al memorandum, ognuno con delle critiche e delle riserve: la Germania temeva la stabilizzazione delle ristrette frontiere orientali, l’Italia voleva allargare l’Unione alla Russia e alla Turchia, la Gran Bretagna, infine, si opponeva a particolari organismi europei privilegiando l rapporti con i dominions. Fu solo costituita una “Commissione di studio per l’Unione europea”.
Questa commissione funzionò per tutto il 1931 sotto la presidenza di Briand. si occupò soprattutto di questioni economiche, senza raggiungere però alcun risultato concreto. Si trattava per Briand di un fallimento importante che lo avrebbe portato a perdere le elezioni in Francia a favore dei suoi avversari. Lo si accusava di praticare verso una Germania sempre più nazionalista una politica di concessioni unilaterali. Nel maggio del 1931 fu eletto alla presidenza della Repubblica francese Paul Doumer.
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