sabato 27 febbraio 2010

Parte I, Capitolo IV, Paragrafo IV: Le relazioni interamericane

Non tutti gli stati americani aderirono alla Società delle Nazioni; le repubbliche dell’America Latina contavano su questa organizzazione per resistere all’imperialismo degli Stati Uniti. Furono rapidamente deluse.

Messico, Argentina, Perù, Bolivia, Costa Rica e Brasile non entrarono o si ritirarono presto dalla SDN. Infatti aderito alla società delle nazioni nella speranza di veder ridotto l'influenza americana nel continente. Queste speranze vennero rapidamente deluse, quando percepirono nella società delle nazioni essenzialmente nell'interesse delle potenze europee.

Gli USA imposero la “dottrina Monroe” definitivamente all’Europa, aggiungendo il “corollario Roosevelt” che ammetteva l’esclusivo intervento statunitense negli affari interni delle Repubbliche americane.

Dal 1921 al 1925 i repubblicani Harding ed Hughes cercarono di stemperare questa politica, provocando alcune serie conseguenze.

Nel 1922 fu convocata la “Conferenza di Washington per l’America centrale”, durante la quale furono firmati trattati tendenti a conservare la pace nella regione e a promuovere la cooperazione tra le cinque Repubbliche (Cuba, Honduras, San Salvador, Nicaragua e Costa Rica).

Nel 1925 le truppe americane evacuarono il Nicaragua. Un colpo di stato militare subito dopo costrinse gli USA a rioccupare la regione, organizzando nuove elezioni in cui fu eletto presidente Adolfo Diaz.

A preoccupare gli statunitensi era soprattutto l’influenza messicana nella regione (il Messico era in rivoluzione dal 1901 ed era tacciato di “bolscevismo”), ma i disaccordi con il Messico, dovuti soprattutto alla nazionalizzazione del petrolio, furono risolti diplomaticamente nel 1927 in modo che gli USA poterono progressivamente abbandonare l’interventismo militare del “corollario Roosevelt” ed abbandonare il Nicaragua nel 1933.

In questo quadro di rapporti particolare importanza assumono anche le CONFERENZE PANAMERICANE (ricordiamo quelle di Santiago del Cile nel 1923 e dell’Avana nel 1928) in cui si cercò di assicurare il regolamento pacifico delle dispute e di elaborare un “Pan-American Peace System”.

All’Avana gli Stati Uniti rifiutarono di rinunciare all’interventismo (moratoria proposta dall’Argentina che per protesta si rifiutò di firmare il Patto Briand-Kellogg e abbandonò la SDN) ma, dal 1929 il nuovo presidente Hoover (che aveva sostituito Coolidge) inizierà il periodo della “dottrina Hoover”, con la quale gli USA non accettavano situazioni contrarie agli obblighi assunti con il patto Briand-Kellogg.

In questo periodo si ebbero anche una serie di scontri di frontiera tra le Repubbliche dell’America Latina.

Tra questi ricordiamo il conflitto di Tacna-Arica tra Cile e Perù che si concluse nel ’29 con un accordo mediato dagli USA.

Il conflitto del Chaco tra Bolivia e Paraguay che si protrasse per dieci anni e fu risolto solo nel 1935 con un embargo della SDN;

Infine il conflitto di Leticia tra il Perù e la Colombia che fu risolto dopo due anni nel 1934 anch’esso con l’intervento della SDN, che condannava ufficialmente l’aggressione fatta dal Perù.

Nessun commento:

Posta un commento