Nel marzo 1931 il nuovo ministro degli esteri tedesco Curtius (che aveva sostituito Strasemann dopo la sua morte e che aveva continuato la sua politica di non contrapposizione con la Francia) firmò un progetto di unione doganale tra la Germania e l ‘Austria, dove tutte le forze politiche erano favorevoli a legami più stretti con la Germania.
Sul piano economico l’unione era un mezzo per superare la crisi economica. Ma in Francia l’opinione pubblica reagì con vigore, ricordando che lo Zollverein prussiano era stato il primo passo per l’unione dell’impero tedesco.
Il parlamento francese votò contro l’Anschluss, appoggiato all’estero anche dall’opposizione ufficiale dei paesi della Piccola Intesa e da quella di Italia ed Inghilterra; si decise, perciò, di rimettere la questione al parere della Corte Internazionale dell’Aja.
Ma la questione fu “risolta” ancora una volta dalla crisi economica che, investendo in pieno l’Austria e la Germania nell’estate del ’31, mise in gravi difficoltà i due governi che furono costretti a ritirare definitivamente il loro accordo per ricevere prestiti dalla Francia (l’Austria) e per ottenere una moratoria sulle riparazioni (la Germania).
- Nel gennaio 1930 entrava in vigore il piano Young, che fissava definitivamente l’ammontare delle riparazioni tedesche fino al 1988, in concomitanza con il pagamento dei debiti degli alleati agli Stati Uniti.
Questa situazione fu modificata dalla crisi finanziaria: nel 1931 il presidente americano Hoover propose una moratoria generale sia per i debiti interalleati che per le riparazioni, che fu accettata da tutti gli altri stati.
Nonostante ciò in Germania vi fu un crescente panico finanziario; un comitato di esperti riuniti a Parigi in una conferenza internazionale affermò che l’instabilità economica della Germania era pericolosa per la stabilità finanziaria e che l’ampiezza della crisi impediva l’applicazione rigorosa del Piano Young.
La fine delle riparazioni fu deciso alla CONFERENZA DI LOSANNA DEL 1932, nella quale la Francia dovette rassegnarsi ad accettare la soppressione dei pagamenti tedeschi già proclamata da Inghilterra ed Italia; gli alleati continuarono a pagare con piccole rate simboliche il debito agli USA fino al 1933, poi gli americani pretesero il rimborso totale e tutti gli stati europei smisero ogni pagamento.
Tutto ciò portò ad un ulteriore allontanamento degli USA da un Europa il cui atteggiamento li indignava, lasciando mano libera ai progetti revisionisti dei regimi dittatoriali; il periodo dei trattati di pace e del mantenimento degli obblighi internazionali era definitivamente chiuso.
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