sabato 27 febbraio 2010

Parte I, Capitolo I, Paragrafo IV: I Balcani e lo smembramento dell’Impero Ottomano

Nella regione balcanica i due Paesi vinti erano la Bulgaria e l’Impero Ottomano.

La Bulgaria

Le sorti della Bulgaria furono decise nel Trattato di Neuilly del novembre 1919: essa dovette cedere parte della Macedonia alla Serbia e lasciare la Dobrugia del Sud alla Romania nonché la Tracia orientale alla Grecia, perdendo così ogni possibile sbocco sul Mediterraneo.

Soprattutto l'ulteriore perdita di territori macedoni (dopo una prima cessione alla Serbia per la sconfitta nella guerra balcanica del 1913), fu la causa di anni di guerriglia in Macedonia e di rapporti tesi tra la Jugoslavia e la Bulgaria nel primo dopoguerra.

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La politica italiana in Albania

per quanto riguarda la Albania, il trattato di Londra del 1915 aveva stabilito che la parte settentrionale andasse al Montenegro e alla Serbia. Mentre nella parte centrale, si sarebbe costituito uno Stato neutrale sotto protettorato italiano sarebbe stata così limitata per l'Italia la minaccia dell'insediamento una grande potenza sull'altra riva dell'Adriatico. Ma la Serbia ingrandita notevolmente e divenuta regno di Jugoslavia, costituiva una minaccia. L'Italia pensò quindi 1919 ad un protettorato sull'Albania. Per questo il ministro degli affari esteri Tittoni, succeduto a Sonnino, nel giugno del 1919 un accordo segreto con il ministro greco Venizelos: l'Italia avrebbe appoggiato le rivendicazioni greche sulla Tracia e l'Epiro, la Grecia avrebbe sostenuto invece le pretese italiane sull'Albania.

Il fallimento della politica italiana

Fin dal luglio del 1909 i greci resero pubblico l'accordo segreto, provocando il risentimento degli albanesi e degli jugoslavi. Nel novembre del 1919 scoppiò una rivolta anti-italiana. Il governo italiano fu rovesciato e si insediò un governo contrario.nel gennaio del 1920 compromesso italo-Jugoslavi dall'opposizione del presidente Wilson, e lo considerò un attentato al principio di nazionalità in Italia in seguito al montare della destra in Albania dove le rinunciare all'accordo sottoscritto con la Grecia: nell'agosto del 1920 il governo Giolitti sottoscrisse un trattato di amicizia con l'Albania. L'Italia rinunciava a Valona e conservava l'isola di Saseno.

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Su proposta dell'Italia dicembre del 1920 Albania uomini alla Società delle nazioni nel novembre del 1900, la conferenza degli ambasciatori nominò una commissione per fissare le frontiere albanesi e, poco dopo, decise che in caso di aggressione contro la Albania sarebbe stata Italia a prestarle soccorso stabilizzava così la frontiera del nuovo Stato, il quale in Italia intratteneva rapporti amichevoli .

La Turchia

Per quanto riguarda la Turchia la situazione fu più tragica e complessa.

L’impero arabo nasce dalla predicazione di Maometto nella penisola arabica (632, inizio dell’Egira), successivamente esso si espande nell’Africa del nord raggiungendo nel 1500 parte della Spagna e della Sicilia.

La seconda ondata di conquiste investe la Mesopotamia e la Turchia, dove gli Arabi instaurano stretti legami con i Bizantini ortodossi, spostando il centro dell’impero dall’Arabia alla Turchia.

L’invasione nell’Europa orientale balcanica giunge al culmine con l’assedio di Vienna del 1683, poi inizia un declino (questione d’Oriente) sotto la pressione del mondo russo e tedesco che porterà alla fine dei possedimenti europei nel 1911-13 (guerre balcaniche) e al crollo dell’Impero nel 1918.

Durante la Grande Guerra i turchi si schierano con gli Imperi centrali; questa scelta si ebbe perché fino ad allora la rivalità anglo-russa sul controllo degli stretti e sulla questione orientale aveva permesso il mantenimento dell’impero. Ma guerra queste due potenze trovarono un accordo (possibilità per i russi di accedere agli Stretti in modo da poter mantenere un collegamento con gli alleati), perciò i turchi dovettero schierarsi contro di esse per mantenere l’indipendenza.

IL TRATTATO DI SÈVRES DELL’AGOSTO 1920 regolava le sorti dell’ex Impero:

esso si basava sul principio di divisione dei territori turchi da quelli arabi, cosicché la nuova Turchia dei “Giovani Turchi” si distacca dal mondo arabo sia politicamente che culturalmente.

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Il trattato fu preceduto da una serie di accordi tra gli Alleati a partire da quello franco-inglese già nel 1916 (accordi Sykes-Picot), fino ad arrivare alla conferenza di Londra del febbraio 1920 in cui si decise che i Turchi avrebbero conservato Costantinopoli, ai Greci sarebbe andata la Tracia e la regione di Smirne, agli Italiani la regione di Adalia ed ai Francesi la Cilicia, mentre gli stretti sul mar Nero sarebbero stati smilitarizzati; in Armenia ed in Kurdistan sarebbero nati due stati indipendenti, mentre in Palestina doveva nascere un “focolare nazionale” per gli ebrei.

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Per quanto riguarda la sorte degli arabi, francesi ed inglesi ottengono dei mandati sotto il nome della SDN, mentre altri territori sono resi indipendenti.

Qualche mese dopo questi accordi furono sanzionati definitivamente dal trattato di Sèvres.

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Alla notizia di questi accordi scoppia in Turchia una rivolta popolare guidata dai “Giovani Turchi”, un movimento riformatore con una base laica e di stampo occidentale, i quali rivendicano una separazione tra chiesa e stato (l’islam, infatti, era una teocrazia) e l’instaurazione della repubblica.

Mustafa KemalQuando iniziano le occupazioni militari alleate previste dal trattato, il gruppo riformatore turco si organizzò militarmente sotto la guida di Mustafà Kemal, un generale che aveva respinto durante la guerra lo sbarco inglese nella zona degli stretti.

Egli chiese subito lo sgombero delle truppe alleate, poi strinse un patto con la Russia sovietica nel 1921 per assicurare i confini orientali (riconoscimento dei confini sovietici e dei diritti russi nella regione transcaucasica in cambio dei distretti di Kars e Ardahan).

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Nello stesso anno Ataturk riesce a fermare l’avanzata greca in Anatolia (Venizelos cadde e tornò, solo per un anno, la monarchia con Costantino I) e soprattutto ad ottenere senza combattere l’evacuazione italiana dall’Adalia (mantenendo comunque Rodi ed il Dodecanneso), l’abbandono della Cilicia da parte della Francia e il riconoscimento del suo governo da parte russa e francese; i greci invece, appoggiati dall’Inghilterra, continuano la guerra.

Nel 1923 i kemalisti sconfissero definitivamente i greci e gli inglesi nella battaglia di Smirne, dopo una guerra dove non vi furono prigionieri.

Cominciarono dei lunghi negoziati che si conclusero con il TRATTATO DI LOSANNA DEL LUGLIO 1923.

La Turchia riconquistava tutta l’Asia Minore, Costantinopoli e manteneva una striscia europea in Tracia; perdeva tutti i territori arabi dell’ex impero.

Le popolazioni greche in Turchia e turche in Grecia furono scambiate, la questione degli Stretti fu rimandata a tempo indeterminato.

La rivoluzione kemalista aveva intanto trasformato completamente la Turchia: furono adottati codici giuridici italiani e francesi, il Sultano scomparve e nacque una repubblica sulla base dei principi laici delle antiche tribù turche prima della massiccia islamizzazione; fu adottata la separazione tra chiesa e stato e si ebbe una netta divisione tra turchi e musulmani arabi.

I mandati dei pesi arabi

Re FaisalIn rapporto all'impero romano del 1914 il territorio turco era notevolmente ridotto. In effetti i paesi arabi, Arabia e zona delle mezzelune fertili cessarono di appartenere alla Turchia. La rivolta araba del 1916 era stata guidata da una grande famiglia Ascemita e dall'emiro Hussein, appoggiato dalle truppe britanniche e questo rese possibile nel 1918 la conquista dei paesi arabi a spese della Turchia. Faisal, figlio maggiore di Hussein, entrò trionfalmente a Damasco nell'ottobre del 1918

Il sogno di Faisal era quello di creare un vasto Stato arabo indipendente: ma questo riscontrò come rivendicazioni angolo-francesi. Queste erano state formulate negli accordi Sykes-Picot del maggio del 1916. I francesi avrebbero dovuto amministrare la cosa siriana e libanese mentre la Gran Bretagna avrebbe amministrato la Mesopotamia meridionale, corrispondente, e la Palestina. Contemporaneamente Balfour, in nome del governo inglese, aveva annunciato nel 1917 la fondazione del focolare nazionale ebraico.

La formula dei mandati sembrò la più adatta a risolvere le questioni e le contraddizioni del medio oriente. Francia e Inghilterra ricevettero dalla società delle nazioni il mandato di amministrare i territori della mezza luna fertile per portarli a completa indipendenza.

Nel corso del 1919 Faisal cercò di rafforzare il suo potere in Siria, firmando un accordo con Waizmann che rappresentava l'organizzazione sionista. Fece anche eleggere un congresso siriano a Damasco e si oppose vigorosamente allo statuto del mandato per la Siria, l'Iraq, la Palestina e Libano. Fini anche per respingere le rivendicazioni sioniste sulla Palestina.

Il presidente americano Wilson mandò in Siria Palestina una commissione americana d'inchiesta, detta King-Crane, che consegnò il suo rapporto il 28 agosto: questo rapporto si dichiarava favorevole al sistema dei mandati. Ma nell'ottobre dello stesso anno il presidente Wilson rifiutò la proposta di affidare gli Stati Uniti un mandato sull'Armenia. Così fece anche l'Inghilterra riguardo ad un mandato sulla Siria, consigliando nel contempo ha Faisal di riavvicinarsi alla Francia. Le popolazioni cristiani del Libano si dichiararono favorevoli alla Francia: Faisal cercò quindi di accordarsi con Clemanceau. Era però già troppo tardi, perché le truppe francesi erano già sbarcate in Siria e in cilicio per sostituire le truppe inglesi. Faisal allora, sostenuto dall'inglese Lawrence, tentò di resistere e si fece proclamare re della Siria, ponendo suo fratello Abdullah sul trono del Iraq.

Era già troppo tardi, perché la conferenza di San remo nell'aprile del 1920 aveva attribuito alla Francia il mandato sulla Siria, compreso il Libano, e all'Inghilterra i mandati sulla Palestina e l'Iraq. In seguito al verificarsi di gravi disordini, le truppe francesi si impadronirono di Damasco, cacciando Faisal.

Il generale Gourand diede al paese una struttura frazionata, formando uno Stato del Libano, e altre province indipendenti, che si sarebbero dovuti riunire in una federazione. Nel dicembre del 1920, infine, creò lo Stato del Libano. Da questo momento in poi il Libano sarebbe rimasto separato dalla Siria. Tuttavia in questo territorio vi era una forte minoranza musulmana, soluzione che avrebbe finito per creare numerosi contrasti all'interno del territorio. Nel 1923 il successore di Gourand trasformò anche la Siria in stato unitario.

Gli inglesi in Iraq sostituirono Abdullah, fratello di Faisal, nel 1921. Staccarono dalla Palestina i territori ad est del giordano, costituendo la Transgiordania, in cui nominarono lo stesso Abdullah emiro. Da quel momento la France Giordania sarebbe rimasta esclusa dai territori sui quali si sarebbe stabilito il focolare nazionale ebraico.

Infine la conferenza di Sanremo assegnò all'Iraq e non alla Siria il distretto periferico di Mossul, che gli accordi di Sykes-Picot originariamente avevano concesso alla Gran Bretagna.

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L'Egitto

Fra i paesi arabi, l'Egitto occupava un posto a parte. Nel 1914 il governo britannico, con un atto unilaterale, aveva abolito la sovranità turca e aveva posto il paese sotto il suo protettorato. L'Egitto era una importante base strategica per tutto il medio oriente, ed era fondamentale per controllare il Canale di Suez. Nel novembre del 1918 l'ex ministro Pascià si rivolse all'alto commissario inglese per reclamare l'indipendenza dell'Egitto. Il Foreign Office rifiutò, ma pascià si mise

di un movimento nazionalista che chiamò partito della delegazione. Gli inglesi lo arrestarono e lo deportarono a Malta, ma decisero di condurre un'inchiesta che arrivò alla conclusione che bisognava sostituire il protettorato con un sistema di auto-governo, decidendo quindi di aprire una trattato anglo-egiziano e dei negoziati con i rappresentanti del partito nazionalista. Le trattative andarono avanti dal 1920 al 1921 senza raggiungere alcun risultato. Infine nel 1922 l'Inghilterra con un ulteriore atto unilaterale proclamò la fine del protettorato, riservandosi determinate prerogative:

1. La sicurezza delle comunicazioni dell'impero britannico in Egitto;

2. La difesa dell'Egitto contro l'aggressione non ingerenza straniera;

3. La protezione degli interessi straniere delle minoranze in Egitto;

4. La costituzione di Sudan anglo-egizio ;

Re Fuad I si autoproclamò re d'Egitto. Bisognerà attendere il 1936 per la firma di un trattato anglo-egiziano.

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