domenica 21 febbraio 2010

Parte I, Capitolo I, Paragrafo V: Il problema sovietico

La politica di appoggio ai Russi bianchi

Gli alleati durante il 1918, con l’evolversi della Rivoluzione in Russia cominciarono a porsi il problema di come relazionarsi con il nuovo governo che si era instaurato in quel gigantesco paese. Sebbene almeno per tutto il 1918 la preoccupazione maggiore fosse quella di mantenere un fronte Orientale contro la Germania, quando l’11 novembre 1918 i Bolscevichi denunciarono il Trattato di Brest-Litovsk, gli Alleati furono costretti a prendere una decisione.

Vi erano tre opzioni:

  1. negoziare con il nuovo governo Bolscevico;
  2. sostenere la controrivoluzione, capeggiata dai Russi bianchi;
  3. applicare una politica di blocco o “cordone sanitario”, come fu definito successivamente.

Inizialmente si optò per la lotta armata. Gli inglesi sostennero le truppe di Kolciak in Siberia, dove si era insediato un “governo panrusso”. La Francia invece inviò un contingente di uomini al comando del Generale Berthelot (che giocherà un ruolo fondamentale nella politica estera francese successiva) che sbarcarono ad Odessa, attraverso la Romania.

Il tentativo dell’Isola dei Principi e La missione Bullit

All’inizio del 1919 i Bolscevichi passarono all’offensiva riconquistando ampi territori (tutta la Russia Bianca e l’Ucraina), oltre ché in quella fase avevano pesantemente battuto le truppe di Kolciak.

Truppe di Kolciak

Aleksander Kolchak

Questo convinse Lloyd George della possibile vittoria dei Bolscevichi e della necessità di iniziare a trattare con loro. Propose quindi di convocare una Conferenza di pace a Parigi, dove Bolscevichi e Russi Bianchi si sarebbero dovuti incontrare e trattare la fine delle ostilità. Poi su suggerimento di Wilson, si propose invece di organizzarla nell’Isola dei Principi vicono Costantinopoli. Benché Clemanceu e Sonnino non fossero del tutto convinti, acconsentirono.

L'isola dei Principi, vicino Istanbul

L'Isola dei Principi

Chicherin, Commissario del popolo per gli affari esteri inizialmente accettò, ma i governi antibolscevichi non accettarono, anche perché preparavano insieme a Kolciak una offensiva in cui speravano di battere i Rossi.

Wilson e Lloyd George decisero di insistere ed inviarono un esperto diplomatico americano, William Bullit a Mosca per trattare con i Bolscevichi. Quest’ultimo incontrò sia Chicherin che Lenin, con i quali si accordò per un progetto di pace. Ma quando fece ritorno a Parigi, il piano non fu preso in considerazione.

La politica del Cordone Sanitario

L’atteggiamento delle potenze Alleate cambiò anche in considerazione del fatto che in Europa stavano scoppiando varie rivoluzioni di ispirazione comunista, che preoccupavano i governi europei (gli Spartachisti a Berlino nel Gennaio del 1919, Bela Khun in Ungheria dove assunse il potere per vari giorni nel Marzo del 1919.

Non giovò neanche il Congresso Comunista che si riunì a Mosca nel Marzo del 1919, che proclamò la “Terza Internazionale”, da cui avrebbe avuto inizio una nuova era internazionale della rivoluzione comunista: il Leninismo usciva quindi fuori dai confini della Russia, per configurarsi come pericoloso movimento rivoluzionario nel resto del mondo.

Questo coincise con la riprese dell’offensiva anche di numerose truppe irregolari, comandate da Kolciak in Siberia, da Denikin nel sud della Russia, da von der Goltz in Lettonia e dal generale Yudenic che marciava su Pietrogrado.

Denikin von der Goltz  Yudenich

Nel Maggio del 1919, Francia, Inghilterra, USA e Italia si spinsero a dichiarare di voler sostenere Kolciak nella sua avanzata purché si dichiarasse pronto ad utilizzare metodi di governo democratico e a rispettare l’indipendenza della Polonia e della Finlandia. Decisero quindi di applicare una politica di non intervento che sarebbe stata successivamente definita “Cordone Sanitario”, pur continuando a sostenere i Russi Bianchi.

Le vicende che si successero nel 1919 sono molto complesse, ma sostanzialmente videro la progressiva sconfitta delle truppe contro-rivoluzionarie bianche e la definitiva affermazione dei Bolscevichi. Questo decretò definitivamente il fallimento della politica alleata e quindi della politica del Cordone Sanitario.

Frontiera russo-finlandese

La Finlandia si era proclamata indipendente già dalla fine del 1917, sostenuta dal Generale von der Goltz.

Nell’ottobre del 1920 fu firmato un trattato di Pace con la Russia, grazie al quale la Finlandia otteneva la gran parte della Carelia (ad eccezione della parte Orientale, se amministrata in modo autonomo), la regione di Petsamo che divideva quindi la Russia dalla Norvegia.

Zone ottenute dalla Finlandia indipendente

Tuttavia la Finlandia lamentò la mancata applicazione del Trattato, da cui derivò una rivolta (fallita) in Carelia, sostenuta dalle truppe finlandesi. Inoltre la Finlandia si era rivolta anche alla SDN per ottenere giustizia, senza peraltro risolvere il problema.

Altro problema era legato alle isole Aland, cedute alla Finlandia, ma rivendicate anche dalla Svezia, dove fu imposto il mantenimento dello statuto di neutralità dalla SDN, voluto soprattutto dall’Inghilterra, che avrebbe potuto facilmente utilizzarle come avamposto per attaccare la Russia.

Le isole Aland, contese fra Finlandia e Svezia e smilitarizzate

Frontiera Russo-Estone, RUSSO-LETTONE e LA PACE CON LA LITUANIA

A sud della Finlandia, i tre paesi Baltici di Estonia, Lettonia e Lituania avevano già proclamato la loro indipendenza agli inizi del 1918, confermata nell’agosto del 1919 dalle potenze Alleate che rimandavano ad un arbitrato con la SDN per la definitiva definizione della loro indipendenza.

Inizialmente la Francia voleva costituire un blocco degli Stati del Baltico in funzione anti-russa (Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia), ma a causa delle rivalità fra i vari paesi (soprattutto per il conflitto fra Lituania e Polonia), questo tentativo fallì.

Le tre repubbliche Baltiche

I sovietici, dal canto loro, preferirono stabilizzare i problemi in quell’area riconoscendo l’indipendenza dell’Estonia.

von der GoltzPer la Lettonia, invece, fu più difficile, dovendo combattere sia contro i Bolscevichi, sia contro truppe più o meno regolari al comando di Von der Goltz: questo cessò comunque quando la Germania firmò il Trattato di Versailles nella Primavera del 1919 e fu costretta a richiamare il Generale. Quest’ultimo, come già detto, seguitò a combattere questa volta in nome del movimento della Russia Occidentale. Il paese venne liberato definitivamente alla fine del 1919 con il supporto della marina francese e britannica e nel Luglio del 1920 fu siglata la pace con la Germania, seguita da quella con i Sovietici in Agosto del 1920.

La Lituania arrivò alla pace nel Luglio del 1920 con i Sovietici, pur restando il problema di Vilna, l’antica capitale del Granducato. Benché questa fosse stata assegnata alla Lituania dal consiglio supremo interalleato alla fine del 1919, questa era occupata dalla Polonia. Nel Giugno del 1920 questi si ritirarono incalzati dall’avanzata sovietica e la città fu di nuovo occupata dai Lituani.

Le regioni della Lituania

La vicenda sembrava conclusa, senonché le truppe polacche ripresero di nuovo possesso della città nel 1920. Si dovrà attendere una decisione della SDN che avrebbe riconosciuto il fatto compiuto da parte dei polacchi, in coincidenza con l’invasione del territorio di Memel da parte dei Lituani.

Zone di conflitto della Lituania: Vilna e Memel

La Guerra Russo-Polacca

Ricostruita dal Trattato di Versailles, la Polonia poneva un serio problema di attribuzione delle frontiere. Il Maresciallo Pilsudski aveva fatto proclamare la Repubblica nel Novembre del 1918, ma era in cattivi rapporti con gli Alleati. Inoltre alla fine del 1918 essi erano ancora in guerra contro la Germania e le ostilità cessarono solo per pressione degli alleati agi inizi del 1919.

I polacchi combattevano anche ad est contro l’Ucraina per la conquista di Leopoli, inoltre a Maggio del 1919 conquistò tutta la Galizia orientale. A nord, infine, combattevano contro la Russia ed erano riusciti a penetrare nel suo territorio fin quasi a Minsk.

L'offensiva polacca verso l'Ucraina, la Galizia e la Russia Bianca

Nel dicembre del 1919 i Bolscevichi cercarono di trattare la pace con la Polonia. Gli alleati ritenevano inoltre che la Polonia dovesse limitarsi a governare territori eminentemente polacchi, secondo una linea che verrà definita convenzionalmente “Linea Curzon”.

I Polacchi comunque rifiutarono sia le proposte dell’Intesa, sia le proposte dei sovietici e nell’Aprile del 1920 ripresero l’offensiva.

Dopo alcuni successi inziali, i Russi contrattaccarono interrompendo la ferrovia Varsavia-Danzica. La Polonia inoltre era tagliata fuori dai rifornimenti, poiché Germania e Austria-Ungheria rifiutavano di far passare i convogli.

Gli Inglesi ritenevano che la Polonia non fosse economicamente vitale e pertanto propose alla Russia di concludere un armistizio a 50 km. a est della Linea Curzon, proponendo una successiva conferenza a Londra con i rappresentanti Sovietici, Polacchi e degli Stati Baltici per definire l’assetto complessivo delle frontiere.

Ma la Russia non accettò chiedendo alla Polonia delle trattative dirette: nel frattempo a fine Luglio del 1920 la Polonia chiedeva l’armistizio. Alcuni Polacchi ritenevano in Agosto di dover accettare le proposte sovietiche, peraltro incoraggiati anche dagli Inglesi che pur minacciando i Sovietici per paura che instaurassero un regime comunista in Polonia, tendevano a voler stabilizzare la situazione. I Francesi invece incoraggiavano i polacchi alla resistenza promettendo un sostegno. Così a metà agosto, i Polacchi ripresero l’offensiva e nel giro di pochi giorni respinsero i russi 400 km. oltre la Linea Curzon, tramutando una sconfitta in una incredibile vittoria.

I negoziati furono interrotti, poiché non era sicuramente più possibile parlare della Linea Curzon. Ad ottobre del 1920 si arrivò quindi ai preliminari di pace, che fissarono i confini a 150 km. ad est della Linea Curzon. Dopo l’alleanza con la Francia, firmata nel Gennaio del 1921, si arrivò alla conferma della Pace a Marzo.

La Bessarabia

Questa regione, appartenente alla Romania, si era staccata dalla Russia nel 1917 ed era abitata in prevalenza da Rumeni. Il consiglio supremo interalleato aveva stabilito di assegnare questo territorio alla Romania, decisione tuttavia contestata dai Sovietici che la reclamavano come terra irredenta.

La Transcaucasia

Le frontiere Sovietiche in Medio Oriente rappresentavano invece un problema molto maggiore , perché la rivoluzione russa aveva dato il via a tutti i movimenti nazionalisti di indipendenza che portarono progressivamente al formarsi di nuovi stati come la Georgia, l’Azerbaigian e l’Armenia. Nell’Aprile del 1918 si formò una “Federazione Transcaucasica” che finì per dividersi nelle 3 repubbliche prima citate.

Le tre Repubbliche Caucasiche

Questi tre paesi furono inizialmente invasi da truppe tedesche e turche, ma furono difesi dall’Inghilterra. Si arrivò all’armistizio di Mudros (Ottobre del 1918) in Turchia, che portò le truppe inglesi ad occupare tutta la zona, sostenendo quindi i governi delle tre repubbliche che si diedero costituzioni repubblicane.

Il Consiglio supremo interalleato riconobbe de facto nel 1920 le tre repubbliche e l’assetto dell’Armenia fu confermato dal Trattato di Sèvres nell’agosto del 1920.

Successivamente però il movimento nazionalista di Mustafà Kemal obbligò la ritirata in Transcaucasia delle truppe inglesi e riconquistarono in breve (ottobre 1920) tutta l’Armenia turca (su cui gli USA avevavo rifiutato un mandato).

Nell’aprile del 1920 inoltre c’era stato in Azebargian un colpo di stato comunista sostenuto dalle truppe bolsceviche che erano penetrate nel territorio della repubblica inseguendo quelle di Denikin. Si era quindi formata la Repuvbblica Socialista Sovietica di Azebergia, che stipulava una alleanza fraterna con Mosca.

Nel maggio del 1920 la Russia Sovietica aveva riconosciuto la Repubblica Georgiana, ma dopo aver inviato una missione diplomatica, contribuì fattivamente ad un colpo di stato comunista che portò alla formazione della Repubblica Socialista Sovietica di Georgia (marzo 1921), sostenuta dalle truppe dell’Armata Rossa.

La Russia si era anche assicurata con il trattato Turco-russo del Marzo del 1921 l’impegno di Kemal di non intervenire nelle questioni Transcaucasiche, cedendo il controllo dei distretti di Kars-Kardahan.

I distretti di Kars e Ardahan

L’ultimo avamposto, l’Armenia, perse fattivamente la sua indipendenza nell’Aprile del 1921.

La frontiera Russo-Iraniana

Sulla frontiera Russo-Iraniana, in seguito alla Rivoluzione, ci furono numerosi scontri, soprattutto a causa di numerosi movimenti separatisti. Nella zona inoltre operavano gli inglesi per combattere alcune divisioni dell’esercito Austriaco, ma furono sconfitti dai Russi che occuparono anche Askabad.

Tuttavia gli inglesi cercarono di consolidare la loro presenza in Iran firmando nell’agosto del 1919 un trattato anglo-iraniano che conferiva ai britannici l’onere di organizzare le finanze e l’esercito iraniano, in cambio di un prestito verso il governo iraniano. Si cercava così di stabilire un vero e proprio protettorato.

Reza KhanMa nel Febbraio del 1921 un colpo di stato diede il potere allo Scia Reza Khan, che come primo atto di governo concluse un trattato con la Russia, denunciano quello stipulato con gli inglesi. per cui nel Maggio del 1921 le truppe inglesi evacuarono la zona.

Tuttavia, l’armata rossa con il pretesto di inseguire le truppe contro-rivoluzionarie di Denikin era penetrata in Iran, occupando la provincia di Gilan. Erano intervenuti vari trattati fra Iran e Russia, che peraltro concedevano anche all’Iran il diritto di mantenere una propria flotta nel Mar Caspio, rinunciando i due paesi ad intervenire nella politica interna dell’altro. Benché si fosse stabilito per una evacuazione dell’Armata Rossa, in realtà questa finì per marciare su Teheran, interrompendo però la sua avanzata nel Settembre del 1921. Forse i Russi speravano con questa azione di propaganda che anche in Iran potesse insediarsi un regime comunista.

Zone controllate dai Sovietici

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