sabato 20 febbraio 2010

Parte I, Capitolo I, Paragrafo VII: Gli esordi della Società delle Nazioni

GLI ESORDI DELLA SOCIETÀ DELLE NAZIONI.

WilsonA partire dal 1916 Wilson cominciò ad interessarsi, come recita il suo 14° punto, ad una “associazione generale delle nazioni, con lo scopo di fornire mutue garanzie di indipendenza politica e di integrità territoriale ai grandi come ai piccoli stati”. Il Presidente americano infatti non credeva più nel “Direttorio delle Potenze” europee, che riteneva sostanzialmente responsabile della guerra.

Clemanceau e Lloyd George si mostravano poco interessati a questo progetto; l’iniziativa apparteneva dunque al solo Wilson.

Durante la Conferenza di pace fu formata una commissione presieduta da Wilson che aveva il compito di elaborare il patto della Società delle Nazioni. Nell’aprile 1919 fu approvato un testo proposto dallo stesso Wilson; il patto della Società delle Nazioni fu premesso a tutti i trattati di pace. Ratificando i vari trattati di pace, le Nazioni Alleate si impegnavano automaticamente ad entrare a far parte della SDN.

La Società delle Nazioni nacque così il 10 gennaio del 1920, con l’entrata in vigore del trattato di Versailles. La prima riunione ebbe luogo sei giorni dopo.

Alla SDN facevano parte le nazioni vincitrici della guerra, gli stati neutrali e ogni stato che fosse stato disposto ad accettare gli obblighi internazionali della società; i paesi vinti ne erano temporaneamente esclusi.

La SDN si componeva di tre organi principali: l’Assemblea, il Consiglio ed il Segretariato; il Consiglio era composto da 4 membri permanenti (Italia, Francia, Inghilterra e Giappone – gli USA non ratificando il Trattato di Versailles non ne entrarono a far parte) e 9 membri non permanenti eletti a turno. Era più o meno l’organo esecutivo dell’Assemblea, che invece era formata da un numero di delegati variabile da uno a tre in base alla quota versata: ogni paese comunque nell’Assemblea disponeva comunque di un solo voto.

Tutte le decisioni erano prese all’unanimità, quindi tutti i Membri avevano diritto di veto (cosa che non avviene all’ONU, dove il diritto di veto è facoltà esclusiva dei Membri Permanenti).

Infine era stato istituito un Segretariato che aveva il compito di convocare il Consiglio se uno dei membri ne avesse fatto richiesta, di elaborare l’ordine del giorno dell’Assemblea che si sarebbe dovuta riunire stabilmente almeno una volta l’anno (in Settembre, la prima sessione ci fu nel Novembre del 1920) a Ginevra.

Si può dire che la nascita della SDN sia stata una tappa fondamentale nel processo di cooperazione internazionale avviato a partire dal 1848.

Tuttavia essa non tutela completamente l’uguaglianza tra gli stati, in quanto i paesi vinti sono esclusi, ma possono essere ammessi successivamente in parità assoluta con gli altri (cosa che non avviene nell’odierno ONU).

Sicuramente la comparsa della SDN ha stimolato la cooperazione internazionale, diminuendo il bellicismo e sostituendo in parte quella prassi consolidatasi nel tempo nei rapporti internazionali.

Nell’azione della Società delle Nazioni ci si basava sul “principio di solidarietà tra tutte le nazioni”, per il quale ogni paese attaccato era difeso da tutti i membri, ma solo dopo che l’aggressione fosse stata ufficializzata dai membri del Consiglio (vale a dire le grandi potenze).

Il paese aggressore poteva essere colpito da sanzioni economiche o da un attacco militare (non era però obbligatorio fornire truppe).

Il problema era che le sanzioni erano facilmente aggirabili poiché USA e Germania non facevano parte della SDN e l’intervento armato era difficilmente scelto volontariamente dagli stati; c’è da dire, inoltre, che l’aggressione giapponese della Manciuria e quella italiana all’Etiopia sono state sanzionate in ritardo o molto blandamente.

La vita della Società delle Nazioni fu perciò caratterizzata da continui tentativi di revisione dello statuto.

Il fallimento del Trattato di Versailles negli Stati Uniti

La portata del trattato di Versailles e del patto della Società delle Nazioni fu sminuita dall’astensione degli Stati Uniti.

Infatti, il trattato di Versailles, secondo la Costituzione americana, doveva essere approvato dai 2/3 del Senato americano. Wilson poteva contare sull’appoggio di 43 voti dei Democratici con i 49 dei Repubblicani e 4 di suoi compagni di partito, irriducibilmente però contrari alla vocazione internazionalista del Presidente.

Wilson decise allora di organizzare un viaggio nel paese per sensibilizzare l’opinione pubblica del Paese alle questioni internazionali, ma si ammalò gravemente, rimanendo tagliato fuori dalla politica per tre mesi. Malamente informato dalla moglie, che riferiva al Presidente solo le informazioni a lui favorevoli, Wilson non comprese che il Trattato di Versailles con pochi emendamenti, che sarebbe stati facilmente considerati come accettabili da Gran Bretagna e Francia, avrebbe potuto ottenere il numero di voti necessario in Senato. Quindi ordinò ai suoi sostenitori Democratici di votare contro in Senato al Trattato emendato e di sostenere invece l’approvazione del Trattato di Versailles senza emendamenti. Alla resa dei conti, quest’ultimo non ottenne però il numero di voti necessario e fu quindi respinto.

Wilson decise quindi di anticipare le elezioni presidenziali al Novembre del 1920, sostenendo il candidato democratico Cox. Quest’ultimo però fu battuto da Harding, personaggio peraltro di secondo piano, che però fece del suo programma di “ritorno alla normalità” una bandiera della sua campagna elettorale.

Con la sua elezione gli Stati Uniti firmarono, nonostante gli accordi presi con Gran Bretagna e Francia, una pace separata con la Germania e l’Austria-Ungheria nell’Agosto del 1921. Questo comportò anche la mancata partecipazione alla Società delle Nazioni da parte degli USA: questo non mancherà di avere delle gravi conseguenze per la politica Internazionale.

 

ma Wilson, allontanatosi per malattia dalla vita politica e disinformato per lungo periodo, non accettò di votare il trattato con degli emendamenti chiesti dai repubblicani (che sarebbero stati accettati dagli alleati), quindi gli USA furono costretti a firmare una pace separata con la Germania, l’Austria e l’Ungheria nell’agosto del 1921.

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