sabato 27 febbraio 2010

Parte I, Capitolo II, Paragrafo V: L’Europa Mediterraneo ed Orientale ed il Riconoscimento dell’URSS

 

La questione di fiume e la questione albanese

Il principale punto di conflitto fra Italia Jugoslavia verteva soprattutto a proposito della questione di Fiume.

Dopo la sconfitta di Gabriele D'Annunzio ebbero luogo a fiume delle elezioni di assicurarono il successo degli autonomisti, ma i nazionalisti filo-italiani e i fascisti bruciarono le urne. Questi ultimi organizzarono un colpo di stato che fu coronato da successo. Una conferenza italo-jugoslava si riunì nel maggio del 1922 a Santa Margherita da cui scaturì un accordo, che fu firmato a Roma nell'ottobre seguente. Gli italiani avrebbero evacuato le ultime zone della Jugoslavia che occupavano ancora, concentrate al confine del territorio di fiume. Questo accordo fu male applicato e gli jugoslavi posero il blocco al territorio di fiume. Nel frattempo, nell'ottobre del 1922, era diventato presidente del consiglio e ministro degli affari esteri Mussolini, che si mostrò favorevole ad una ratifica della convenzione di Santa Margherita. Tuttavia nel luglio del 1923 propose l'incorporazione di fiume all'Italia, in cambio della cessione alla Jugoslavia di una piccola parte del suo territorio. La Jugoslavia chiese quindi aiuto alla Francia, ma Poincaré in quel momento era assorbito dalla questione della Ruhr. Sentendosi libero da vincoli, Mussolini inviò a fiume un amministratore italiano.

Sa delle sue difficoltà interne, la Jugoslavia finì per rassegnarsi al fatto compiuto e nel gennaio del 1924, con il patto di Roma, riconobbe la sovranità dell'Italia su fiume e della Jugoslavia su Porto Baros.

 

Divideva l'aiuto salaria dall'Italia un'altra controversia: la questione dell'Albania. Arrivato al potere, Mussolini aveva rafforzato i legami fra l'Italia e l'Albania. Con il patto di Roma tra Italia e Jugoslavia, si stabiliva che i due paesi non sarebbero intervenuti negli affari interni albanesi. Tuttavia allo fecero ambedue: l'Italia sosteneva il governo in carica, mentre la Jugoslavia sosteneva Zogu, che riuscì a rovesciare il governo in carica. Tuttavia Zogu una volta giunto al potere, si avvicinò all'Italia da cui sperava maggiori aiuti e fini per firmare un patto di sicurezza e di amicizia nel novembre del 1926.

 

Relazioni dell'Italia e dell’Italia Francia con la piccola intesa

 

cogli altri paesi della piccola intesa, le relazioni dell'Italia furono meno tese che con la Jugoslavia. Con la Cecoslovacchia, l'Italia aveva l'interesse comune di opporsi alla riunificazione fra la Germania e l'Austria. Questo riavvicinamento fra i due paesi si fu rafforzato nel luglio del 1924 con un trattato di amicizia, analogo a quello concluso nel 1926 con la Romania.

 

La Francia s'interessava al pari dell'Italia ai problemi dell'Europa centrale, ed era anch'essa contraria alla riunificazione a austro-tedesca.

 

L'Italia di Mussolini doveva anche superare gravi difficoltà ha nelle sue relazioni con la Grecia. Nel conflitto di frontiera nella opponeva con questo paese se riguardo all'Albania, l'Italia appoggiava naturalmente quest'ultima. In occasione di un incidente di frontiera in cui fu assassinato un ufficiale italiano, Mussolini fece bombardare Corfù. In questo caso intervenne la società delle nazioni, che riuscì ad ottenere l'evacuazione delle truppe italiane, ricompensando l'Italia con una indennità in denaro.

 

La Francia intendeva anche proteggere la Cecoslovacchia, per questo firmò con essa nel gennaio del 1924 un trattato di alleanza.

 

Riconoscimento dell'Urss da parte dell'Inghilterra dell'Italia

 

l'avvenimento più importante di questo periodo nell'Europa orientale, fu il riconoscimento dell'Urss da parte di quasi tutte le potenze. In seguito al fallimento delle conferenze di Genova e dell'Aja del 1922, i paesi occidentali erano contrari ad un riconoscimento almeno fino alla morte di Lenin. I sovietici da parte loro, invece, auspicavano una distensione nelle relazioni con i paesi europei e cercavano quindi un riconoscimento internazionale.

 

L'Inghilterra dette l'esempio: MacDonald a capo di un gabinetto laburista era favorevole ad un riavvicinamento fra i due paesi, pertanto nel febbraio del 1924 la Gran Bretagna riconobbe il governo sovietico. Concluse con essa in agosto un accordo che sostituì la precedente convenzione commerciale del 1920. Questo accordo comportava anche l'impegno di ciascuno dei due governi di astenersi da ogni intervento negli affari interni dell'altro. Questo accordo, però, fu utilizzato dai conservatori come argomento e elettorale, in modo positivo tanto che vinsero le elezioni. Il nuovo gabinetto conservatore rifiutò quindi di ratificare l'accordo.

 

Mussolini aveva dichiarato di non vedere particolari impedimenti al riconoscimento del governo sovietico tanto che esso arrivò nel febbraio del 1924. A riconoscimento di Inghilterra e Italia seguirono quello di numerose altre nazioni.

 

Riconoscimento da parte della Francia solo in seguito anche la Francia riconobbe l'Urss. Il presidente del consiglio Herriot aveva compiuto nel 1922 un viaggio in Russia, dal quale era tornato molto impressionato. Avrebbe riconosciuto il governo russo, ma a tale decisione si opponevano i creditori francesi. La Francia, sotto la minaccia di veder chiudersi la Russia ha i commerci, finì nel 1924 per riconoscere l'unione sovietica. La Francia aveva deciso anche di rinunciare al riconoscimento dei debiti da parte dei sovietici. Si aprì anche un negoziato volta la riduzione dei crediti francesi, ma nel luglio del 1926 Poincaré assunse il potere. La sua intransigenza fece fallire il negoziato.

 

Nel gennaio del 1925 il Giappone con un accordo fra i due paesi si completerà il riconoscimento dei paesi si maggiormente influenti. Solo gli Stati Uniti, governati in quel periodo da e repubblicani, non imitarono le altre grandi potenze.

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