sabato 27 febbraio 2010

Parte I, Capitolo III, Paragrafo I: L’Europa e l’apogeo della Sicurezza Collettiva

 

I Trattati di Locarno e l’ammissione della Germania alla Società delle Nazioni.

Partendo da un’idea dell’ex Cancelliere Cuno, nel febbraio 1925 Strasemann redasse un memorandum ai governi alleati, il quale proponeva un accordo in cui la Germania avrebbe rispettato il confine franco-tedesco e la zona smilitarizzata della Renania, accettando in questo modo solo due punti del Trattato di Versailles e tralasciando il resto.

L’Inghilterra non approva questa nuova politica revisionista di Strasemann, Mussolini avrebbe preferito anche un impegno tedesco nel non applicare l’anschluss, mentre in Francia cadeva Herriot ed il nuovo governo francese di Painlevè con agli esteri Briand (che manterrà questa carica fino alla morte nel 1932), accettò la proposta a condizione che la Germania fosse entrata nella SDN senza porre condizioni particolari.

La conferenza per discutere questi ed altri temi si svolse a Locarno nell’ottobre 1925. Ad essa vi parteciparono anche Chamberlain, il belga Vandervelde e Mussolini.

Furono stipulati una serie di trattati, il più importante dei quali fu quello che stabiliva il mutuo rispetto delle frontiere tra Francia, Belgio e Germania, fatto con la garanzia militare dell’Inghilterra e dell’Italia.

Fu deciso, inoltre, che se la Germania avesse invaso la zona smilitarizzata si sarebbe potuto intervenire con le armi; furono stipulati dalla Francia due trattati di alleanza con la Cecoslovacchia e la Polonia.

Il tutto fu chiuso con accordi di arbitrato tra la Germania da una parte e Francia, Belgio, Cecoslovacchia e Polonia dall’altra per evitare conflitti.

La Germania subordinò la firma del Trattato allo sgombero della zona di Colonia, che fu accettata dalla Francia; successivamente il Trattato fu approvato in Germania superando l’ostacolo dei nazionalisti.

Per quanto riguarda l’entrata nella Società delle Nazioni, la Germania chiese un seggio permanente e (per il suo esercito ridotto) di non partecipare alle sanzioni militari.

Alla prima votazione del Consiglio la Germania fu esclusa per l’opposizione del Brasile, poi nel settembre 1926 fu approvata una riforma dello Statuto per cui i membri del Consiglio divenivano 15: 6 permanenti (compresa la Germania, ammessa dopo l’uscita del Brasile dall’organizzazione), 3 a carattere semipermanente e 6 non permanenti.

La Germania fu ammessa nella SDN nel settembre 1926, dando l’idea al mondo dell’inizio di un periodo di pace e collaborazione tra le nazioni.

Questo riavvicinamento franco-tedesco fu soprattutto opera di Briand e Stresemann. Il primo era un idealista che operava sinceramente per la pace invece di cercare a tutti i costi un vantaggio per la Francia o l’umiliazione della Germania (per questo fu spesso criticato dai nazionalisti francesi);

Stresemann era invece più concreto. La sua più grande vittoria è stata proprio quella di far accettare gli accordi di Locarno ai vincitori, poiché egli ottenne da questi il riconoscimento che il Trattato di Versailles fu un'imposizione senza la minima mediazione con i vinti e che, inoltre, la Germania non era la sola responsabile dello scoppio della guerra.

Riuscì ad imporre il suo revisionismo ai vincitori, sconfisse l’opposizione montante all’interno della destra nazionalista e contribuì a dare al mondo negli anni che vanno dal 1926 al 1929 una forte speranza di pace e stabilità.

Dopo Locarno Briand propose a Strasemann (accordi di Thoiry del settembre 1926) la fine dell’occupazione militare, la restituzione della Saar e la fine dei controlli sull’arsenale militare. In cambio di queste importanti concessioni politiche egli chiedeva alcuni vantaggi finanziari per la Francia in modo da salvare la credibilità del franco.

Il governo tedesco fu subito favorevole ma in Francia rimaneva viva soprattutto la paura per la fine dei controlli militari; il progetto fallì perché il mese successivo il franco cominciò a rinforzarsi, rendendo non più prioritarie le manovre finanziarie.

Tuttavia la Germania ottenne comunque la fine del controllo militare a partire dal 1927, poiché la Società delle Nazioni decise di richiamare la Commissione competente in quanto i governi non ne tenevano conto.

Il patto Briand-Kellogg ed il piano Young.

L’apogeo di questa ondata pacifista si ebbe nell’agosto 1928 con il patto Briand-Kellogg, firmato a Parigi da quasi tutte le nazioni del mondo (57).

Esso nasce da una proposta di Briand al governo americano, vale a dire la firma di un patto che avrebbe sancito l'abbandono della guerra come risoluzione dei conflitti tra i due stati; gli americani accettarono a condizione di allargare l’accordo a tutti gli stati, mentre la Francia ottenne che la firma del patto non avrebbe annullato gli obblighi di Locarno (intervento armato in caso di invasione tedesca) e della appartenenza alla Società delle Nazioni (intervento contro uno stato inadempiente).

Presi gli accordi, il “patto di rinuncia generale alla guerra” fu accettato anche dagli altri governi, condannando il ricorso alla guerra come risoluzione dei conflitti internazionali (art.1) e impegnandosi alla ricerca di mezzi pacifici nelle situazioni di conflitto (art.2).

La Russia vi aderì dopo aver firmato un patto simile con i suoi vicini (Polonia, Estonia, Lituania, Lettonia, Turchia e Romania) detto “accordo di Mosca” o “protocollo Litvinov”.

Durante la firma del patto Stresemann, Briand e Poincarè (rieletto a grande maggioranza in Francia poco tempo prima) discussero circa i due problemi ancora pendenti tra Germania e Francia: le riparazioni e l’evacuazione della Renania, occupata dalla fine del conflitto.

Poincarè voleva (come fu per il piano Dawes) unire le due questioni, cosicché anche la Francia avrebbe potuto pagare i suoi debiti di guerra a USA ed Inghilterra.

Nell’agosto 1929 una conferenza franco-anglo-tedesca tenutasi all’Aia decise che l’evacuazione della Renania sarebbe stata completata nel luglio 1930. La questione delle riparazioni era invece più complessa: il piano Dawes aveva valenza per cinque anni, fino al 1929 (da qui la preoccupazione di Poincarè), la Germania aveva pagato regolarmente quasi 10 miliardi di marchi-oro in valuta e in merci prodotte.

In giugno si era riunita una commissione sotto la presidenza dell’americano Young, la quale presentò un progetto di pagamento in 36 annualità crescenti da 1,5 miliardi a 2,5 miliardi di marchi-oro (la scadenza era nel 1988, anno in cui Francia ed Inghilterra finivano il pagamento dei debiti agli USA, ma non si era adottata appositamente la politica “clausola di salvaguardia”), pagati dalla Germania direttamente in valuta straniera per riacquistare la sua autonomia finanziaria; inoltre la Commissione per le riparazioni sarebbe stata soppressa.

In Francia il Piano Young fu approvato contemporaneamente con l’approvazione del pagamento dei debiti di guerra agli alleati.

La conferenza dell'Aja fu l'ultimo successo di Strasemann.

Egli morì a Berlino nell'ottobre del 1929.

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