giovedì 18 marzo 2010

Il medio oriente (1933-1941)

Parte II, Capitolo VI, Paragrafo I

 

La ripresa dei negoziati anglo-egiziani

Dopo il fallimento dei negoziati anglo-egiziani svoltesi nel 1932, non sarebbero stato possibile trovare una soluzione nell'ottobre del 1935 l'Italia non avesse aggredito l'Etiopia. Trovandosi fra l'Etiopia e la Libia, l'Egitto e il Sudan anglo-egiziano erano minacciati dalle ambizioni dell'Italia. Era naturale i dirigenti egiziani vedessero conveniente un'alleanza con la Gran Bretagna.

Sin dal dicembre del 1935 si costituì con il nome di "fronte unico" un partito che comprendeva anche lo storico movimento popolare Wafd. Si ottenne immediatamente da parte di re Fuad la cessazione del regime dittatoriale. Venne inoltrata una spedizione rappresentante britannico, chiedendo la ripresa dei negoziati.

L'Egitto aveva risposto all'appello della società delle nazioni ed applicava le sanzioni contro l'Italia, reclamava inoltre un'alleanza con la Gran Bretagna. Alla morte di re Fuad (aprile 1936) successe il figlio re Faruk, che non modificò però l'atteggiamento egiziano. Le elezioni generali del maggio 1936 diedero al fronte nazionale una schiacciante maggioranza e Pascià divenne Primo Ministro.

Il trattato anglo-egiziano del 1936.

Eden, a capo del Foreign Office, accettò queste nuove proposte dopo qualche esitazione. Così nell'agosto del 1936 fu raggiunto un accordo. I plenipotenziari egiziani furono invitati a firmare un trattato di alleanza a Londra. Questo trattato comprendeva delle clausole politiche, militari e alcuni articoli riguardanti il Sudan, poneva su nuove basi le relazioni fra i due paesi.

Nelle clausole politiche si confermava l'indipendenza dell'Egitto e si annunciava la fine dell'occupazione britannica. L'Egitto sarebbe stato rappresentato Londra da un ambasciatore; l'Inghilterra non avrebbe avuto più in Egitto un alto commissario, ma anch'essa l'ambasciatore. I due paesi sarebbero stati alleati. In caso di minaccia di guerra contro una delle due parti, essi si sarebbero consultate sulle misure da adottare. In caso di guerra l'una e l'altra sarebbero corse immediatamente in loro aiuto. Per l'Egitto l'aiuto non sarebbe costituito nell'invio di truppe, ma avrebbe messo a disposizione dell'alleato il suo territorio, i suoi porti, i suoi aeroporti e le sue vie di comunicazione. L'Inghilterra avrebbe appoggiato una domanda di ammissione alla società delle nazioni dell'Egitto e l'avrebbe aiutato ad ottenere dalle potenze interessate l'abolizione delle capitolazioni.

Sul piano militare, l'Egitto autorizzava lo stanziamento di truppe inglesi nelle vicinanze del Canale di Suez, per assicurare le comunicazioni dell'impero britannico. Ciò non avrebbe però costituito un'occupazione militare. Così allo scadere di 10 anni i due paesi si sarebbero consultate per studiare la possibilità delle truppe egiziane di proteggere il Canale ponte

per il Sudan veniva rimesso in vigore l'accordo sospeso dopo l'assassinio di Sir Lee Stack. Si ristabiliva quindi il principio del regime di condominio. Il sud Anna sarebbe stato difeso solo dalle truppe britanniche, ma anche da soldati egiziani. Il governatore generale avrebbe nominato funzionari che sarebbero stati inglesi e egiziani.

Si era raggiunto così un compromesso accettabile per i due paesi. Bisognava ora trarre dalla nuova situazione giuridica tutte le conseguenze che essa comportava per l'aria l'indipendenza dell'Egitto. Sin da i primi mesi del 1937 il governo egiziano indirizzò delle note alle potenze che godevano del privilegio delle capitolazioni, reclamandone l'abolizione. Appoggiato dall'Inghilterra e dalla Francia, l'Egitto non tardò ad ottenere soddisfazione. Una conferenza internazionale si riunì a Montreaux, nell'aprile del 1937, e fu fu raggiunto un accordo senza difficoltà. Il trattato finale sarà firmato l'8 maggio del 1937. Nel corso del stesso mese di maggio del 1937 l'Egitto era ammesso alla società delle nazioni.

Il nuovo statuto degli stretti.

La convenzione sugli stretti, annessa al trattato di Losanna del luglio 1923, aveva stabilito la libertà di passaggio attraverso gli stretti per tutte le navi. Questa libertà era assoluta se la Turchia fosse stata neutrale in un'eventuale guerra, sarebbe stata limitata nel caso in cui essa fosse stata belligerante. La Turchia avrebbe allora potuto adottare tutte le misure atte ad impedire il passaggio delle navi nemiche. Il passaggio delle navi da guerra in tempo di pace era limitato, per quanto riguardava le potenze rivierasca e, ad un tonnellaggio massimo che sarebbe stato fissato da un'apposita commissione. Inoltre gli stretti erano smilitarizzati. Il regime di Losanna favoriva così le potenze marittime. La Russia e soprattutto la Turchia vi erano contrarie.

Gli avvenimenti del 1935-1936 e La rioccupazione della Germania fornirono ai turchi l'occasione per domandare la revisione di questo statuto. Tale fu il contenuto di una nota inviate firmatari della convenzione di Losanna nell'aprile del 1936. Questi ultimi accettarono la riunione di una conferenza, che si aprì a Montreaux il 22 giugno. La convenzione manteneva il principio della libertà di passaggio e di navigazione di amare. Questa libertà era totale per le navi mercantili in tempo di pace o in tempo di guerra se la Turchia era neutrale. Sussisteva, se la Turchia era belligerante, solo per i paesi non in guerra contro la Turchia, la condizione di non aiutar in alcun modo il nemico. Per le navi da guerra, i paesi non rivierasca si avevano un diritto di passaggio limitato in tempo di pace a 15.000 t. Tale limite era un po' complicato per i paesi rivierasca. In tempo di guerra il passaggio era praticamente vietato alle navi da guerra dei belligeranti.

La clausola più importante della convenzione era la soppressione dei due principali ostacoli alla sovranità turca: la "commissione degli stretti", creata Losanna veniva abolita e le sue attribuzioni trasferiva governo turco. Inoltre la Turchia otteneva l'autorizzazione a rimilitarizzare gli stretti. La convenzione era conclusa per 20 anni.

La questione palestinese.

In Palestina La situazione andava peggiorando. Il nuovo commissario britannico era giunto in Palestina alla fine 1931. Il paese era apparentemente calmo, ma ebrei ed arabi vivevano il unione confronti degli altri in stato di profonda diffidenza. Nel novembre del 1931 la popolazione ebraica in Palestina ammontava a circa 175.000 abitanti. In coincidenza con lo sviluppo della politica antisemitica della Germania nazista, nel 1935 si contarono più di 60.000 immigrati ebrei, senza tenere conto dell'immigrazione clandestina.

Nell'ottobre del 1933, si verificò una sommossa araba contro britannici, accusati di favorire l'aumento dell'immigrazione ebraica e l'acquisto da parte di questi ultimi di terre.

È solo nel 1936 però che la tensione aumentò ad un punto tale da convincere il governo inglese a rivedere la proprio politica in Palestina. Nel novembre del 1935, i partiti arabi avevano presentato al commissario britannico delle rivendicazioni in favore della costituzione di un governo democratico. Reclamavano anche la cessazione immediata dell'immigrazione clandestina. L'alto commissario accettò di vietare la vendita delle terre e propose la creazione di un consiglio legislativo. Questo progetto fu accettato dai capi arabi, ma non dagli ebrei. Così nel marzo del 1936 il parlamento britannico respinse, facendo saltare l'opinione pubblica ebraica.

Questo spiega le ragioni dello scoppio nell'aprile del 1936 di una rivolta araba di notevole entità si iniziò con degli assassini isolati per poi estendersi ad uno sciopero generale, fino ad arrivare ad una vera e propria guerriglia. Il governo inglese dovette inviare notevoli rinforzi, riuscendo a controllare la rivolta solo verso la fine del 1936. Venne nominata anche una commissione reale che giunse nel novembre del 1936. Anche governi arabi vicini della Transgiordania, del Iraq e dell'Arabia Saudita avevano invitato il comitato arabo ad adottare un atteggiamento più moderato.

La commissione reale ascolto rappresentanti delle due parti e tornò in Inghilterra, dove pubblicò un suo rapporto. E se raggiunta la conclusione che La potenza mandataria aver fallito il suo compito e che quest'ultimo era contraddittorio, poiché gli arabi si opponevano la creazione di un focolare nazionale ebraico reclamavano invece un governo autonomo. Gli arabi erano sempre più diffidenti nei confronti degli inglesi, mentre si ha la un ardente nazionalismo ebraico. L'unica soluzione era quindi di dividere la Palestina in due Stati. Uno Stato ebraico comprendente il nord della Palestina, ad eccezione di un corridoio collegante i luoghi santi di Gerusalemme e Betlemme. Questi ultimi sarebbero rimasti sotto mandato, per i propri "sacrari di civiltà", come anche Nazaret e il mare di Galilea. Il resto della Palestina sarebbe stato invece unito alla Transgiordania.

Questo progetto incontrò una viva ciò posizione. Solo Transgiordania era favorevole al progetto. La commissione dei mandati della società delle nazioni, pur ammettendo il principio della spartizione, consigliava di prolungare il mandato nella sua forma attuale.

L'agitazione araba riprese così nel 1937. L'alto comitato arabo fu disciolto dalle autorità britanniche.

Nel settembre del 1937 numerosi delegati giunti da tutte le parti del mondo arabo, si riunirono vicino a Damasco per studiare la questione palestinese. La conferenza adottò all'unanimità una risoluzione in cui si dichiarava che la Palestina era parte integrante del patrimonio arabo, respingendo ogni progetto di spartizione e reclamando l'annullamento della dichiarazione di Balfour, l'abrogazione del mandato britannico La conclusione di un trattato anglo-palestinese che creasse una Palestina indipendente con delle garanzie per le minoranze. Così gli arabi, contrariamente agli ebrei, escludevano assolutamente il principio della spartizione.

L'alto commissario britannico rassegnò le sue dimissioni nell'ottobre del 1937. Il suo sostituto dovette affrontare una situazione sempre più tormentata. I ribelli arabi si organizzavano. Alla fine del 1938, tuttavia La situazione tornò quasi alla normalità il governo britannico aveva inviato sul posto, per studiare il problema della spartizione, una commissione tecnica, che giunsero conclusione che la spartizione era impossibile sul piano economico e strategico. Se si fosse deciso in favore di una spartizione, sarebbe stato necessario ridurre considerevolmente il territorio destinato agli ebrei. Anche governo britannico abbandonò al progetto e cercò di giungere a un accordo tra arabi ed ebrei. I governi arabi l'avevano accettata, ma non gli arabi di Palestina che rifiutavano energicamente di riconoscere l'agenzia ebraica, che non era decisa cedere sul computo delle rivendicazioni.

Allora il governo britannico pubblicò un "libro bianco", nel qual annunciava che uno Stato sovrano e indipendente di Palestina sarebbe stato creato allo scadere di un periodo di 10 anni. Ci si sarebbe sforzarsi di far collaborare arabi ed ebrei nell'amministrazione di uno Stato. Durante primi cinque anni sarebbero stati ammessi in Palestina solo 75.000 immigrati ebrei, ciò avrebbe voltato popolazione ebraica ad un terzo del totale della popolazione palestinese. Al termine di questi cinque anni una specie di assemblea costituente, nei quali sarebbero stati rappresentati gli inglesi, avrebbe elaborato una costituzione. Il paese sarebbe stato diviso in tre zone: una in cui l'acquisto delle terre da parte degli ebrei era vietato, una seconda in cui sarebbe stato limitato e una terza in cui sarebbe stato libero.

Questo progetto favoriva gli arabi, egli brevi si oppose energicamente. La guerra europea impedì di sottoporre questo progetto al consiglio delle società delle nazioni. La commissione dei mandati tuttavia lo disapprovo. Quando scoppiò il secondo conflitto mondiale, il problema palestinese era lontano dall'essere risolto.

Gli altri paesi del medio oriente prima del 1939.

L'attività diplomatica era stata meno importante del 1939 negli altri paesi del medio oriente

Gli inglesi avevano delle difficoltà con lo Yemen dove alcune tribù operavano dell'incursione nella colonia britannica. Inoltre l'Arabia Saudita e l'iman dello Yemen erano spesso in conflitto. Peraltro gli avversari di Saud si rifugiavano spesso nello Yemen. Scoppiò una guerra fra l'Arabia Saudita e nello Yemen nel marzo del 1934. L'armistizio fu firmato in maggio, a cui seguì un trattato di pace. Saud riconosceva l'indipendenza dello Yemen e non annetteva alcuno dei suoi territori, mentre due paesi avrebbero predicato una politica di fraternità e di amicizia islamica. Tuttavia lo Yemen era preoccupato per la penetrazione italiana nel suo territorio. Si era affrontato questo problema nel Gentlemen's agreement anglo-italiano nell'aprile del 1938, dove una clausola riguardava il medio oriente. I due paesi si impegnavano a rispettare la sovranità dell'Arabia Saudita dello Yemen e non fortificare le isole del Mar Rosso.

La questione del Iraq (1941).

L'inizio della guerra portò diverse complicazioni diplomatiche e militari in Medioriente. In applicazione del trattato del 1936, le guarnigioni britanniche in Egitto furono rafforzate. Senza dichiarare guerra Germania, l'Egitto ruppe le relazioni diplomatiche con questo paese. Fu proclamato lo stato di emergenza e furono ristabiliti diversi controlli militari e politici. Nel giugno del 1940 il governo egiziano indirizzò una nota l'Italia: l'Egitto avrebbero partecipato alla guerra solo se truppe italiane fossero penetrate profondamente in territorio egiziano, avessero bombardato città egiziane obiettivi militari. Nell'aprile del 1941 al momento dell'offensiva di Rommel verso l'Egitto, la camera egiziana riaffermò la sua politica di non belligeranza.

Le cose si svolsero in modo differente in Iraq. Dopo il trattato del 1930, la vita politica irachena era abbastanza travagliata. Re Faisal era morto nel 33, mentre suo figlio era morto nel 1939 * 1 incidente d'auto. Il nuovo re aveva solo nove anni ed era soggetto alla reggenza dello zio. In questo paese agitato, La propaganda tedesca si sviluppò energicamente. I tedeschi trascinarono dalla loro parte alcuni ministri. Rascid Alì con l'appoggio di quattro colonnelli rovesciò il governo e creò un "governo di difesa nazionale" appoggiato dall'esercito, deponendo il reggente. Si dichiarò dapprima favorevole all'applicazione del trattato anglo-iracheno, così nell'aprile del 1939 truppe britanniche sbarcarono a Bassora. Ma nel maggio del 39 il nuovo primo ministro si oppose energicamente ogni nuovo sbarco e gli iracheni attaccarono l'aeroporto di Bagdad. Il governo inglese protestò ed iniziò una campagna militare, mentre il nuovo reggente e il gabinetto rovesciato da Rascid Alì si erano rifugiati in Siria e in Transgiordania. L'azione britannica fu energica, tanto che tedeschi non ebbero il tempo di variare rivoltosi iracheni che un piccolo numero di tecnici. Rascid Alì sconfitto dovette fuggire. Nel giugno del 1939 il governo britannico proclamò nuovamente il suo rispetto per l'indipendenza del Iraq. Grazie all'influenza del nuovo ambasciatore britannico, l'Iraq ruppe le relazioni diplomatiche nel giugno del 1939 con l'Italia. Dichiarò guerra Germania, all'Italia e al Giappone solo nel gennaio del 1943.

La questione della Siria e del Libano.

La Siria e il Libano avevano concluso nel settembre e nel novembre del 1936 dei trattati di amicizia di alleanza con la Francia. Questi trattati, conclusi per 25 anni, prevedevano che al termine di tre anni questi due paesi sarebbero divenuti indipendenti e avrebbero presentato la loro candidatura alla società delle nazioni. La Francia ne avrebbe mantenuto per altri cinque anni in Siria delle truppe e alcune basi. Nel Libano non era stato fissato alcun limite di stazionamento delle truppe francesi. Ma né l'uno né l'altro di questi trattati fu ratificato dalla Francia, ciò che suscitò un vivo malcontento nei due paesi arabi sotto mandato. Dopo l'armistizio del giugno del 1940, ambedue si trovarono una situazione economica difficile e una commissione di armistizio italiana vi si installò. Nel maggio del 1941, Darlan acconsentì al passaggio di aerei tedeschi sulla Siria per portare aiuto ai ribelli iracheni e alla fornitura di armi al nuovo governo insediato. Il generale Catroux cercò invano di ottenere l'adesione pacifica alla Francia libera di de Gaulle. Infine il generale Catroux annunciò che la Francia avrebbe rinunciato al mandato e fatto della Siria del Libano due paesi sovrani e indipendenti.

Churchill affermò il 10 giugno del 1941 che l'Inghilterra non aveva alcuna ambizione territoriale sulla Siria, né sul con territorio francese. Le ostilità contro le forze del governo di Vichy durarono fino al 14 luglio, data in cui fu firmato un armistizio.

Il 27 luglio del 1941, il generale de Gaulle e il ministro di Stato Lyttleton con uno scambio di lettere garantirono indipendenza dei due paesi, che fu così programmata il 27 settembre del 1941 per la Siria e del 21 novembre del 1941 per il Libano. Nello stesso scambio di lettere si precisarono i diritti della Francia libera.

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