Parte II, Capitolo V, Paragrafo VI
La decisione di Hitler.
Il 12 e il 13 novembre del 1940, come detto, ebbe luogo l'incontro fra Molotov e Von Ribbentrop a Berlino. Fin dal 12 novembre era stata firmata una direttiva militare che abbandonava l'idea di uno sbarco immediato in Inghilterra e prevedeva un'accentuazione della spinta italo-tedesca nel Mediterraneo. Il fallimento dell'incontro fra Ribbentrop e Molotov, confermato peraltro dalla lettera che quest'ultimo inviò il 25 novembre precisando la volontà dell'unione sovietica relativamente agli allegati segreti, convinse Hitler a pensare in maniera più precisa ad una guerra contro la Russia. Non è sufficiente spiegare questa operazione solo per il suo odio contro il comunismo. Vi era il desiderio di abbattere un rivale, ma soprattutto La guerra contro la Gran Bretagna andava per le lunghe e diventava essenziale assicurarsi il controllo delle materie prime e i viveri necessari. Il progetto di guerra contro l'Urss si collocava nel piano più generale di Hitler in modo molto logico: non derivava da un colpo di testa. Pertanto nei primi di dicembre del 1940 ordinò di preparare un'offensiva da scatenarsi per il 15 maggio del 1941 (ritardata poi successivamente per intervenire in Jugoslavia e Grecia).
I dirigenti tedeschi si sforzavano così di mascherare il più possibile lo spostamento della Wermacht verso est. Il colpo di stato jugoslavo ritardò di circa cinque settimane l'operazione.
L'operazione Barbarossa venne definitivamente fissata per il 22 giugno. Nel corso dei mesi di maggio e giugno tutte le notizie che arrivavano in Inghilterra e negli Stati Uniti indicavano che un attacco tedesco contro i sovietici era imminente. Da parte sua, Stalin era riuscito a ottenere la neutralità del Giappone, verso cui moltiplicò i tentativi per allontanarlo dalla guerra.
I sovietici da parte loro accettarono le pretese tedesche sul tracciato delle frontiere tedesco-sovietiche in Polonia (aprile 1941) e riconobbero ufficialmente il governo favorevole alla Germania insediato in Iraq (maggio 1941). Stalin in persona assunse nel maggio del 1941 la direzione del governo per dimostrare la volontà di continuare la politica filo-tedesca del 1939. La collaborazione dei sovietici proseguì fino all'ultimo.
L'attacco tedesco (22 giugno 1941).
Tutti questi eventi non modificarono La decisione di Hitler. Così il 2 giugno Hitler incontrò Mussolini al Brennero. Il 12 giugno fu dato ordine alle navi tedesche di abbandonare i porti sovietici. Furono rafforzate le guarnigioni tedesche in Finlandia in Romania. Gli inglesi e gli americani moltiplicarono gli avvertimenti ai sovietici e questi ultimi adottarono diverse misure militari segrete di carattere difensivo.
La sera del 21 giugno fu fatto un passo distensivo tentato dei russi nei confronti dei tedeschi, ma era ormai troppo tardi. Il 22 giugno, al mattino, le truppe tedesche attaccarono l'unione sovietica. I pretesti principali forniti per questa aggressione erano: la minaccia che le truppe sovietiche facevano pesare sulla Germania, la propaganda del Komintern, la firma del trattato di amicizia sovietico-jugoslavo ante trattato al 5 aprile.
Ormai la guerra terrestre, che sin qui si era limitata a campagne fulminanti, avrebbe cambiato carattere. Hitler aveva impegnato le sue forze in una delle guerre più terribili della storia.
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