Parte II, Capitolo V, Paragrafo V
Le ambizioni italiane.
Mussolini intendeva sfruttare al massimo l'ingresso dell'Italia in guerra, forse anche per invidia dei successi tedeschi. Progettava nel corso dell'estate del 1940 di attaccare sia la Grecia sia la Jugoslavia.
Il primo progetto dovette essere abbandonato a causa dell'opposizione tedesca. In occasione della visita a Roma, del 19 settembre 1940, di Von Ribbentrop, egli dichiarò Mussolini che ogni ulteriore movimento che tendesse ad aumentare l'influenza sovietica in Bulgaria o in Jugoslavia, o di avvicinare i russi agli stretti, era assolutamente contrario alle intenzioni tedesche. Ma per quanto riguarda la Grecia allo Jugoslavia, si trattava di interessi completamente italiani per i quali spettava solo all'Italia di scegliere una soluzione.
Si trattava di un passo indietro dovuto lo stato di tensione tedesco-sovietico e al desiderio tedesco di affrettare l'adesione italiana al nuovo patto tripartito, firmato il 27 settembre? Mussolini pensò di avere le mani libere almeno in Grecia. Quindi, all'indomani dell'occupazione della Romania da parte delle truppe tedesche, avvenuta come al solito senza che Mussolini ne fosse informato, quest'ultimo disse a ciano di organizzare per il 26 ottobre l'invasione della Grecia. Questa sarebbe avvenuta in effetti solo il 28 il ottobre.
L'attacco italiano contro la Grecia.
Le truppe italo-albanese attaccarono la Grecia il 28 ottobre per ordine di Mussolini, nonostante il parere sfavorevole del capo di Stato maggiore generale Badoglio. Era stato rivolto un ultimatum al governo greco, in cui si domandava l'occupazione di alcuni punti strategici, ed era stato respinto. Dopo appena otto giorni le truppe italiane soffrivano l'iniziativa dei greci. Era l'inizio di una lunga serie di disfatte italiane che si sarebbero protratte nei mesi di novembre, dicembre e gennaio 1941. Ciò rendeva la situazione estremamente umiliante per Mussolini, poiché a partire dal 9 dicembre era in corso l'offensiva condotta dai britannici in Libia che porterà fra il gennaio e il settembre del 1941 alla conquista totale da parte degli inglesi dell'Africa orientale italiana. Non era quindi lui più in condizione di poter "controbilanciare" i tedeschi, ma era costretto a chiedere il loro aiuto.
Negoziati con la Russia
Hitler fin dall'ottobre del 1940 aveva pensato di allargare il patto tripartito facendovi aderire alla Russia. Questo presupponeva che Balcani sarebbero dovuti rimanere una zona riservata all'espansione italiana e tedesca. Si sarebbe dovuto anche a bollire la convenzione di Montreaux sugli stretti, per consentire il libero traffico attraverso i Dardanelli. In cambio di questo le quattro potenze avrebbero dovuto garantire lo status quo territoriale della Turchia. Hitler voleva assolutamente impedire ogni nuova avanzata della Russia in Europa, sia nei Balcani, si è Finlandia. In quest'ultimo paese le truppe tedesche stazionavano dal settembre del 1940, dopo la guerra d'inverno svoltasi in Carelia, col pretesto di assicurare le comunicazioni indispensabili con la Norvegia. Il governo finlandese aveva accettato di concludere un accordo, di cui l'Urss era stata avvertita sin dal settembre del 1940.
Lo scopo di Hitler era quello di allontanare la Russia dall'Europa. Il patto quadripartito sarebbe stato basato sul sistema delle zone di influenza. Germania e Italia si sarebbero divise l'Europa e l'Africa (Africa settentrionale ed orientale per l'Italia; Africa centrale per la Germania). Il Giappone avrebbe avuto nella sua sfera d'influenza la Siria e estremo-orientale. Alla Russia sarebbe stata lasciata la regione del Golfo Persico, l'Iran e forse l'India. In questo modo si sarebbe riusciti ad isolare l'Inghilterra e a scoraggiare gli Stati uniti.
Il viaggio di Molotov a Berlino.
Il 13 ottobre del 1940, Von Ribbentrop indirizzò a Stalin una lettera molto importante, che fu però consegnata solo il 17 ottobre. Proponeva un vasto accordo sulla base di reciproci interessi, per cui invitava Molotov a recarsi a Berlino. Stalin indirizzò alla sua risposta, accordando quest'incontro per il 12 novembre. Molotov incontrò a Berlino in questa data sia Von Ribbentrop che Hitler. Approvava i principi generali delle proposte tedesche e ammetteva che la spartizione in zone di influenza fatta nell'agosto del 1939 aveva bisogno di essere completata. Ma sulla sfera d'influenza russa non condivideva le idee di Hitler, e pur senza rifiutare un'espansione russa verso il Golfo Persico e l'Iran, reclamava più vantaggi in Europa.
Il 13 novembre Von Ribbentrop propose a Molotov la firma di un trattato, che prevedeva l'adesione al patto tripartito, e di due protocolli segreti. Il primo fissava alla spartizione delle zone di influenza sulle basi già indicate. Il secondo riconosceva l'Urss il libero passaggio attraverso gli stretti. Molotov però non si accontentò di queste proposte e lasciò Berlino il 14 novembre. Il 25 consegnò all'ambasciatore tedesco La risposta sovietica, in cui l'Urss accettava di aderire al patto tripartito a condizioni precise. Accettava il primo protocollo in cui si stabilivano le zone di influenza proposto da Von Ribbentrop. Ma il secondo protocollo sarebbe stato modificato: l'Urss avrebbe potuto creare una base terrestre navale negli stretti. La Turchia sarebbe stata invitata ad unirsi al patto quadripartito. In cambio sarebbe stata garantita la sua integrità territoriale, solo se essa avesse accettato. I sovietici proponevano anche altri tre protocolli:
1. La Germania avrebbe ritirato le sue truppe dalla Finlandia;
2. Il Giappone avrebbe rinunciato alle sue concessioni nel nord di Sakhalin;
3. La Bulgaria si trovava nella zona di sicurezza delle frontiere sovietiche, di conseguenza un patto di reciproca assistenza tra Urss e Bulgaria era politicamente necessario. Così l'Urss intendeva restare una potenza europea sia sulla costa del Baltico e nei Balcani. Nonostante l'insistenza sovietica, la Germania non rispose mai a queste proposte.
Hitler si sforza di isolare l'Urss.
Questo spiega molto bene perché Hitler, dopo aver esitato a un attacco immediato all'Inghilterra, che si rivelava molto difficoltoso dopo il fallimento della battaglia aerea che era durata tutta l'estate del 1940, decise l'attacco contro l'unione sovietica. Fin dal novembre e dicembre 1940 furono prese le prime misure per mettere in opera il "piano Barbarossa" contro l'Urss.
Per portare a buon fine il suo piano, Hitler aveva bisogno di dominare i Balcani e l'Europa centrale. Ungheria e Romania avevano del resto aderito al patto tripartito. Restavano la Bulgaria e la Jugoslavia. Hitler voleva che anche questi due paesi dessero la loro adesione. Egli dichiarò formalmente a ciano, almeno per quanto riguardava la Jugoslavia. Promise di attaccare la Grecia a partire dalla metà di marzo del 1941. Per soddisfare l'Italia, suggeriva solamente che la Jugoslavia smilitarizzasse la costa dalmata. Quanto alla Bulgaria, le sarebbe stata concessa uno sbocco sul mar Egeo. L'attacco italiano contro l'Egitto avrebbe contribuito ad accrescere l'entità della disfatta britannica.
Hitler seguitava sperare di poter convincere Franco ad entrare in guerra. Così nel dicembre del 1940 fu chiesto da parte della Germania l'autorizzazione al passaggio delle truppe tedesche attraverso la Spagna, prevedendo un attacco contro Gibilterra. Ma Franco rifiutò. Hitler chiese quindi a Mussolini di insistere. Franco e il suo ministro degli affari esteri accettarono un incontro a Bordighera per il febbraio del 1941. Ma il rifiuto di Franco fu ancora determinato. Avrebbe accettato solo a condizione di massicce forniture di prodotti alimentari, oltre che con la cessione del Marocco francese.
Per quanto riguarda la Bulgaria, si scatenò un duello diplomatico fra la Germania e l'Urss. Fin dal 18 novembre del 1940, Molotov propose al primo ministro bulgaro la garanzia sovietica, offrendo alla Bulgaria anche un patto di reciproca assistenza. Tuttavia il 30 novembre la Bulgaria rifiutò, sostenendo che non voleva preoccupare La Germania. Nel febbraio del 1941, Von Ribbentrop riuscì ad ottenere l'adesione della Bulgaria al patto tripartito. Nello stesso giorno, il 1 marzo, le truppe tedesche entrarono in Bulgaria, nonostante le proteste sovietiche.
L'attacco contro la Jugoslavia.
Hitler stava per ottenere un accordo analogo con il governo jugoslavo. Il 25 marzo infatti la Jugoslavia aderì al patto, ma si verificò un colpo di scena: il 27 marzo il giovane re Pietro II, benché ancora minorenne, fu convinto ad assumere il potere, allontanando il principe Paolo e a costruire un governo di unità nazionale. Era un colpo di stato militare filo-britannico sostenuto dagli elementi dell'opposizione democratica serba. Hitler irritato, decise di attaccare la Jugoslavia anche se ciò avrebbe ritardato l'entrata in guerra contro l'Urss, prevista per il 15 maggio.
Il 6 aprile le truppe tedesche entrarono in Jugoslavia e in Grecia. Lo stesso giorno Stalin firmò con il ministro jugoslavo a Mosca un patto di non-aggressione ed amicizia a cui fece apporre la data del 5 aprile, ovvero un giorno prima dell'invasione tedesca. Il 18 aprile, appena 12 giorni dopo, terminarono in Jugoslavia le operazioni militari con la vittoria totale della Germania. Il 27 aprile i tedeschi entrarono ad Atene. Il loro atteggiamento scontentò del tutto Mussolini, irritato di vedere conquistare così facilmente la Germania questo paese che aveva messo in scacco le sue truppe. I tedeschi costituirono un governo satellite ad Atene.
La spartizione della Jugoslavia.
Quale sarebbe stata la sorte della Jugoslavia vinta? Sin dal 10 aprile, la Croazia si era proclamata indipendente. Pavelic, capo degli Ustascià, fu nominato capo del nuovo stato, che doveva comprendere la Croazia, la Bosnia e l'Erzegovina. Von Ribbentrop incontrò ciano a Vienna verso la fine di aprile del 1941, dopo che le operazioni militari in Jugoslavia e Grecia erano completate. Mostrò di ritenere che la Croazia facesse parte della sfera d'influenza italiana, così fu deciso che un principe della casa Savoia sarebbe diventato re di Croazia. Le frontiere del nuovo stato prevedevano che a nord la Germania annettesse la Slovenia settentrionale, mentre l'Italia annetteva la Slovenia meridionale. Ad ovest gli italiani rivendicavano l'intera Dalmazia. Tuttavia Von Ribbentrop per non scontentare il nuovo Stato croato, privandolo di uno sbocco sul mare, gli lasciò una striscia di territorio costiero vicino fiume. Fu ricostituito anche il Montenegro, secondo le frontiere del 1914, che avrebbe dovuto essere "indipendente", ma soggetto alla corona italiana.
L'Ungheria che era entrata in guerra il 10 aprile contro Jugoslavia, annetteva alcuni territori sulla riva sinistra del Danubio. Rimaneva una Serbia indipendente, ma ridotta praticamente ai confini dell'antica Serbia.
La Bulgaria annetteva verso sud quasi tutta la macedonia e la traccia a danno della Grecia. Il 18 maggio il duca di Spoleto fu proclamato Re di Croazia. Venne firmato contestualmente un trattato di garanzia e collaborazione fra l'Italia e la Croazia, che aderì il 15 giugno al patto tripartito.
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