domenica 14 marzo 2010

L’Inghilterra sola contro l’asse

Parte II, Capitolo V, Paragrafo IV

Dopo la firma dell'armistizio da parte della Francia, l'Inghilterra rimaneva sola contro la Germania. Al massimo, poteva beneficiare del modesto appoggio dei governi in esilio, rifugiati a Londra, della piccola forza che si raggruppava intorno al generale de Gaulle, i all'amicizia sempre più attiva degli Stati Uniti. Le prime conseguenze della disfatta francese non tardarono a farsi sentire.

L'Urss annette gli Stati baltici.

L'immediata reazione avvenne da parte dell'Urss contro gli Stati baltici e la Romania. Durante la battaglia di Francia, l'Urss era rimasta silenziosa, limitandosi a riavvicinarsi alla Jugoslavia, particolarmente minacciata dall'Italia. Furono firmati una serie di accordi economici. All'inizio di giugno del 1940, Molotov dichiarò che sperava di problemi balcanici sarebbero stati risolti da una collaborazione fra Urss, Germania e Italia. Peraltro agli inizi di giugno l'Urss aveva fatto sapere che non sarebbe rimasta passiva in caso di attacco italiano nei Balcani. In aprile e maggio del 1940 la Gran Bretagna tentò di rinforzare i propri legami con l'Urss, ma senza risultati. Sembra che il governo russo fosse poco soddisfatto della rapidità delle vittorie tedesche. Ma la stampa sovietica continuava a insistere sull'importanza del trattato tedesco-sovietico del 23 agosto 1939 seguito dal trattato del 28 settembre 1939.

Furono indirizzati nel giugno del 1940 tre ultimatum alla Lituania, alla Lettonia e all'Estonia. Questi paesi peraltro erano già occupati da truppe russe. Furono costituiti dei nuovi governi, anche se non erano propriamente comunisti. Ma verso la metà di luglio ebbero luogo in questi paesi delle nuove elezioni di tipo sovietico, alle quali si presentarono, liste uniche, comunisti e simpatizzanti. I nuovi Parlamento di costituiti reclamarono l'incorporazione immediata degli Stati baltici all'unione sovietica.

 

L'Urss annette la Bessarabia.

Inoltre Molotov annunciò il 13 giugno all'ambasciatore tedesco l'intenzione dei sovietici di ammettere oltre alla Bessarabia, anche la Bucovina, che non era stato originariamente inclusa nelle zone di influenza sovietica. I tedeschi protestarono, sostenendo che quella provincia non era mai appartenuta alla Russia. Molotov limitò le pretese sovietiche solo la parte settentrionale della regione. Pertanto indirizzò un ultimatum al governo rumeno in cui esigeva il ritorno alla Russia della Bessarabia e la cessione del Nord della Bucovina.

In queste condizioni, il governo rumeno rivolse un appello a Germania e Italia, che rifiutarono intervenire e dovette cedere. Il 2 agosto del 1940 fu così costituita una Repubblica socialista sovietica di Moldavia. I tedeschi risposero inviando in Romania una missione militare, preludio ad un'occupazione militare più accentuata.

Acquisizioni bulgare e ungheresi.

Subito dopo questi avvenimenti, Bulgaria e Ungheria rivendicarono dei territori rumeni. Iniziarono dei negoziati a metà agosto e si conclusero il 22 agosto con un accordo bulgaro-rumeno per la cessione della Dobrugia meridionale alla Bulgaria.

I negoziati con l'Ungheria furono invece più difficili. I rumeni speravano di ottenere l'appoggio dell'Urss. Ma d'altra parte il governo rumeno non voleva un'occupazione delle truppe russe. Così il 29 agosto ciano e Von Ribbentrop convocarono a Venezia il Ministro degli affari esteri rumeno e quel ungherese. Si giunse alla firma di un secondo "arbitrato di Vienna". La Transilvania veniva divise in due.

Qualche giorno dopo re Carol abdicò in favore di suo figlio Michele. Infine l'11 ottobre Hitler, col protesto di proteggere i pozzi di petrolio contro sabotaggi degli inglesi, ordinò alla Wermacht di occupare la Romania, fatto che scontentò gli italiani.

Il patto tripartito.

Questo profondo rimaneggiamento della carta europea fu consacrato da parte tedesca con la firma, avvenuta il 27 settembre del 1940, del patto tripartito. I rapporti fra l'Urss e la Germania peggioravano dopo il secondo arbitrato di Vienna (fra Romania e Ungheria). Il 10 settembre, peraltro, Molotov fu avvertito che ormai Germania Italia avrebbero garantito le frontiere della Romania. Si può notare, comunque, che alla fine di luglio del 1940 Hitler pensava seriamente a preparare un attacco contro l'Urss, il piano "Barbarossa". Il 27 settembre a Berlino, Germania, Italia e Giappone firmarono il patto tripartito. Era un trattato di alleanza politica e militare, nel caso in cui uno dei tre contraenti fosse attaccato da una potenza non impegnata fino a quel momento nella guerra europea o nella guerra cino-giapponese. L'articolo quinto prevedeva che il patto non avrebbe inficiato i rapporti esistenti fra i tre firmatari e l'unione sovietica. Esso aveva una portata molto più ampia del patto anti-Komintern. Ormai la politica tedesca cercava di ottenere il maggior numero di adesioni possibili al patto tripartito.

 

Negoziati con la Spagna.

Fu anche fatto un tentativo per introdurre la Spagna nel patto. Hitler e Mussolini desideravano vivamente trascinare la Spagna franchista nella guerra. Al momento dell'armistizio franco-tedesco (giugno 1940), il generale Franco in termini vaghi si era dichiarato pronto. Ma voleva anche evitare di prendere impegni, tenendo conto che il suo paese era esaurito distrutto da una profondissima guerra civile. Reclamava inoltre l'assicurazione che la Spagna avrebbe ammesso Gibilterra, Marocco francese, il dipartimento di Orano e dei vasti territori in Africa. Inoltre sottoponeva ogni accordo ad aiuti economici ingenti e in ogni caso solo successivamente allo sbarco tedesco in Gran Bretagna.

Mussolini gli rispose verso la fine di agosto, per spronarlo ad affrettare la sua decisione. Ma in settembre, vedendo la Germania non riportava un successo decisivo nella battaglia d'Inghilterra, Franco divenne ancora più prudente.

Hitler però non aveva perso la speranza di far entrare la Spagna nel patto. Così si espresse con Mussolini in un suo incontro al Brennero avvenuto il 4 ottobre. In quell'occasione, entrambi esposero alcune rivendicazioni. Hitler voleva una parte del Marocco e intendeva costituire un vasto impero in Africa occidentale. Mussolini reclamava Nizza, la Corsica, la Tunisia e tributi; annunciò anche il suo progetto di attaccare l'Egitto, rifiutando prudentemente l'appoggio tedesco. I due dittatori si misero d'accordo per non fare promesse precise alla Spagna poté

La speranza di un interventi in guerra di questo paese scomparve quando il 23 ottobre Hitler si incontrò con Franco a Hendelaya. A quella data l'esercito l'italiano aveva fallito nella sua offensiva contro l'Egitto. I due firmarono protocollo molto vago nei quali Franco si limitava promettere l'ingresso in guerra della Spagna e la sua adesione al patto tripartito, senza però fissare una data.

Le sole adesioni al patto tripartito nel 1940 furono quelle dell'Ungheria, della Romania e della Slovacchia. Questi tre paesi diventarono dunque satelliti dell'asse.

L'atteggiamento del governo Pétain.

Durante questo periodo, La situazione dell'Inghilterra era particolarmente difficile. Il primo grave problema che dovete risolvere fu quello dei suoi rapporti con la Francia. Gli articoli dell'armistizio lasciavano supporre che la flotta francese avrebbe potuto cadere in mano ai tedeschi. Le sole garanzie contro questa eventualità erano due promesse: quella dei tedeschi nel testo dell'armistizio, che Churchill considerava senza valore; quelle dei membri del governo francese e dell'ammiraglio Darlan. Ma se questi ultimi eseguivano integralmente le clausole dell'armistizio, non sarebbero stati più in grado di mantenere la promessa.

In un suo discorso il 22 giugno, Churchill condannò violentemente l'armistizio. D'altra parte, Laval entrato nel consiglio dei ministri il 23 giugno insisteva per la rottura immediata dei rapporti con l'Inghilterra. Nel mese di agosto arrivò persino a dichiarare l'ingresso in guerra della Francia contro la sua ex alleata. Il maresciallo Pétain seguì nel corso dell'estate del 1940 i consigli di moderazione di Baudouin.

L'operazione inglesi contro la flotta francese di fronte a questa tragica situazione, Churchill prese la decisione di impedire la flotta francese di nuocere. Il 3 luglio cominciarono una serie di operazioni. A Mers-el-Kebir, l'ammiraglio Sommerville indirizzò un ultimatum all'ammiragliato francese. Quest'ultimo doveva accettare di riunirsi alla flotta britannica o di partire con equipaggiamenti ridotti verso le Antille francesi o gli Stati Uniti. Tuttavia Darlan diede ordine di respingere l'ultimatum. La flotta inglese attaccò. Parecchie navi furono fondate e danneggiate: vi furono in totale 1200 morti. Il giorno stesso le navi da guerra francesi di stanza in Inghilterra furono sequestrate. Per quanto riguarda invece la flotta di stanza in Egitto fu firmato un accordo fra il agli che ne prevedeva il disarmo.

Quale sarebbe stata la reazione francese? Il 4 luglio Laval e Darlan ottennero da Pétain che la squadra di stanza ad Algeri, sfuggita all'attacco inglese, sferra su un attacco rappresaglia. Dopo una vivace discussione, Baoudouin convinse Pétain ad annullare l'ordine. Ci si limitò a decidere la rottura delle relazioni diplomatiche con Londra.

Le relazioni anglo-francesi prima della questione di Dakar.

I rapporti fra la Repubblica di Vichy e l'Inghilterra presentarono un aspetto differente prime dopo la questione di Dakar (22-25 settembre 1940). Prima di Dakar, l'Inghilterra sosteneva energicamente il generale de Gaulle. Quest'ultimo aveva creato sin dal 30 luglio un "consiglio di difesa della Francia d'oltremare", i cui Churchill aveva provatolo costituzione. Diverse colonie francesi accettavano peraltro la sua autorità. Il 3 agosto fu decisa da Churchill una spedizione, approvata anche da de Gaulle. Un contingente francese, appoggiato dalla flotte dall'esercito britannico, avrebbe tentato di impadronirsi di Dakar. L'operazione fallì, in seguito a indiscrezioni trapelate tanto al governo di Vichy che a Londra.

Dopo questa data, Churchill cambiò completamente atteggiamento e pur senza abbandonare il generale de Gaulle, cercò un nuovo accordo con il governo francese. Ciò diede luogo, tra settembre dicembre del 1940, ad una serie di negoziati ufficiosi.

Negoziati Hoare-de la Baume.

Sir Samuel Hoare, ambasciatore britannico a Madrid, e il suo collega francese de la Baume, si incontrarono a varie riprese durante il mese di agosto. Il 27 settembre, ovvero due giorni dopo il fallito attacco a Dakar, essi furono ripresi. L'ambasciatore britannico consegnò al collega francese un memorandum nel quale il governo britannico domandava al governo francese l'impegno di non attaccare le navi con i porti britannici, di non discutere l'appoggio dell'Inghilterra al generale de Gaulle, di non lasciar passare sotto influenza tedesca o italiana le colonie rimaste fedeli al maresciallo nella flotta. Il 22 ottobre il governo francese annunciò il suo desiderio di proseguire negoziati per raggiungere un'intesa. Esso tuttavia non riconosceva l'autorità di de Gaulle. Avrebbe però risposto ad ogni nuovo attacco inglese. Furono però raggiunte le basi di un accordo: il governo francese avrebbe rinunciato ad intraprendere la conquista dei territori che sinistra la Francia libera, se il governo inglese non avesse intrapreso alcuna azione contro altri territori. Le relazioni marittime sarebbero riprese fra la Francia metropolitana e le colonie.

Montoire

Pétain e Hitler si incontrarono a Montoire il 24 ottobre: questo pose bruscamente fine alle trattative con il britannici.

Nel corso dell'estate del 1940, la politica francese nei confronti della Germania, era divisa fra le tendenze moderate di Baudouin e quelle filo-tedesche di Laval. Il fatto principale fu il tentativo di Laval di entrare direttamente in contatto con i tedeschi per guadagnare la loro fiducia. Il 21 ottobre, Laval si recò a Parigi per vedere Von Ribbentrop. Il 22 ottobre nel corso dell'incontro di Hitler compie tre, gli promise che avrebbe convinto il maresciallo ad incontrarsi con lui. Hitler era si stava recando, come abbiamo visto, ad un incontro con Franco per convincerlo ad entrare in guerra. Al suo ritorno ebbe luogo l'incontro di Montoire. Fu ammesso il principio di una "collaborazione" fra i due   paesi e fu redatto un protocollo sull'impero francese.

In Inghilterra si credette inizialmente che il maresciallo Pétain si fosse impegnato a firmare una pace separata con la Germania e ciò causò gravi preoccupazioni. Re Giorgio VI indirizzò al maresciallo una lettera, chiedendo in ogni caso il sostegno della Francia, storica alleata della Gran Bretagna.

Quando il 28 ottobre Mussolini si incontrò a Firenze con Hitler, quest'ultimo dichiarò di non nutrire alcuna fiducia in Laval. Aveva però un altro opinione del maresciallo Pétain. Lo misi al corrente che il Laval si era dichiarato d'accordo ad una guerra contro l'Inghilterra, quando le condizioni psicologiche del suo paese fossero migliorate. Per i assicurare Mussolini, preoccupato da un eventuale riavvicinamento franco-tedesco, Hitler dichiarò che non avrebbe firmato alcun trattato di pace con la Francia se prima le rivendicazioni italiane non fossero state soddisfatte.

 

La missione Rougier.

Le trattative ufficiose dal governo francese l'Inghilterra furono riprese il 20 settembre da Rougier. Il maresciallo Pétain lo incoraggiò, comunicando il suo disprezzo e la sua sfiducia per Laval. Il mediatore ripartì per Londra, dove incontrò il sottosegretario di Stato al Foreign Office, che esigete da lui l'impegno preventivo di non incontrare de Gaulle. Si arrivò al 24 settembre ad un incontro di Rougier con Churchill. Propose un accordo su basi analoghe a quello scaturito dagli incontri Hoare-de La Baume. Ma la notizia dell'incontro del maresciallo Pétain con Hitler a Montoire, il 25 ottobre, rischiò di far fallire le trattative. Nel protocollo Churchill annotò che se il generale Weygand fosse passato la dissidenza in Africa settentrionale, avrebbe ottenuto l'appoggio incondizionato dei britannici. Se al contrario il governo francese avesse ceduto delle classi alla Germania, l'Inghilterra avrebbe fatto tutto il possibile per abbattere un governo considerato come traditore.

Il generale Weygand però non accettò. Arrivato a Vichy l'8 novembre, Rougier redasse una nota al in seduta di Laval, che nel frattempo aveva assunto la responsabilità degli affari esteri, e l'11 novembre fece una lunga visita al maresciallo Pétain. Quest'ultimo fece sapere che aveva dato ordine di ratificare il negoziato e il governo britannico aveva preso una decisione analoga. Ma si trattava in realtà della ratifica di un accordo?

Gli accordi Halifax-Chevalier.

Un terzo negoziato si svolse nel dicembre del 1940. Una coincidenza favorevole portò a Vichy ai primi di dicembre l'incaricato d'affari canadese Pier Dupuy, latore di un messaggio di Lord Halifax per il ministro della pubblica istruzione Jacques Chevalier. Si parlava della necessità di mantenere fra la Francia La Gran Bretagna uno stato di "tensione artificiale". Secondo Dupuy, gli inglesi si erano ben disposti nei confronti della Francia e scontenti di quanto accaduto a Mers-el-Kebir e a Dakar. Si sarebbe quindi mantenuta un'atmosfera di freddezza artificiale. Per le colonie francesi sarebbe stata mantenuto lo status quo. Nella flotta, nelle colonie sarebbero state però consegnate alla Germania. Il blocco verso la Francia sarebbe stato allentato. Durante il viaggio di ritorno, Dupuy inviò un telegramma di conferma della "ratifica" britannica dell'accordo. Da parte sua, il maresciallo Pétain congedò Laval il 13 dicembre, nominando Jacques Chevalier ministro della pubblica istruzione, onde offrire al Lord Halifax una prova tangibile delle sue intenzioni. Questi accordi, però, ebbero scarsi effetti, ma furono condotti all'insaputa del generale de Gaulle, dei quali Churchill si andava allontanando, dopo il fallimento di Dakar.

Gli anglo-sassoni e Vichy all'inizio del 1941.

Il maresciallo Pétain, dopo aver congedato il 13 dicembre del 1940 Laval, lo sostituì con Flandin, non ispirava però fiducia ai tedeschi. Il personale personaggio del regime divenne l'ammiraglio Darlan, che divenne vice-presidente del consiglio e successore designato del maresciallo, oltre che il Ministro degli affari esteri, delle informazioni e degli interni.

Mentre la rottura delle relazioni diplomatiche anglo-francesi continuava, Roosevelt, d'accordo con Churchill, decise di inviare un ambasciatore presso il governo francese. L'opinione pubblica americana perdeva però sfavorevolmente queste relazioni. Lo scopo di Roosevelt era quello di operare una pressione su Pétain e impedirgli di cedere le basi dell'impero francese ai tedeschi o agli italiani. Voleva anche favorire il ritorno al combattimento nei territori francesi d'oltremare. Il miglior accordo di pressione a disposizione gli americani fu la firma degli accordi Weygand-Murphy. Il nuovo console generale degli Stati uniti in Algeria, Murphy, ricevette il generale Weygand, comandante delle truppe francesi dell'Africa del Nord, ai quali trasmise diversi promemoria riguardanti le necessità dell'Africa del nord, ormai quasi completamente isolata dalla metropoli. Si svolsero dei negoziati ad Algeri. Le clausole consistevano nel promettere l'invio di carichi indispensabili da parte degli Stati Uniti all'Africa del Nord, con la tolleranza dei britannici. Weygand aveva però promesso di opporsi con tutti i mezzi a disposizione da un attacco contro l'Africa del Nord da parte di chiunque.

I protocolli di Parigi (maggio 1941).

L'ammiraglio Darlan, pur detestando gli inglesi, non era però filo-tedesco, anche se era convinto che tedeschi avrebbero vinto la guerra. I terribili rovesci subiti dai britannici durante la primavera del 1941 rafforzarono questa sua idea. Egli voleva anche ottenere dai tedeschi l'autorizzazione a riarmare le navi da guerra francesi. Il 3 maggio accettò un invito a Parigi dell'ambasciatore tedesco; in cambio del riarmo e alcune navi da guerra, permise che degli aerei tedeschi diretti in Iraq concessero scalo in Siria per rifornimenti e per fornire delle armi ai ribelli iracheni.

L'11 il 12 maggio Darlan incontrò il Hitler a Berchtesgaden. Si discusse soprattutto del dopoguerra. Hitler pensava di dare la Francia, se avesse collaborato con la Germania, la vallona e la Svizzera romanza in cambio della Alsazia-Lorena. La Francia avrebbe mantenuto il suo impero coloniale, eccetto il Marocco e la Tunisia. Avrebbe potuto ottenere dei compensi a spese dell'impero britannico. Tutto ciò restava però piuttosto vago. E americani, che avevano potuto violare il segreto, erano molto preoccupati.

Il 28 maggio Darlan firmò Parigi tre "protocolli". Il primo confermava l'appoggio della Francia i tedeschi in Siria. Il secondo metteva a disposizione dei tedeschi Biserta e la sua ferrovia, mentre navi da guerra francesi avrebbero scortato i convogli di rifornimento per le truppe di Rommel. Il terzo autorizzava i sottomarini tedeschi a rifornirsi a Dakar. Restava da rettificare protocolli. Il maresciallo Pétain convocò a questo scopo Weygand e diverse altre personalità. Quest'ultimo criticò violentemente il progetto di Darlan e rifiutò di consegnare le basi. Pétain si dichiarò d'accordo e, infine, il 6 giugno Darlan finì per cedere. Lo sforzo della guerra contro l'Urss allontanò l'attenzione tedesca da questi problemi.

Gli americani furono però molto di delusi quando Weygand, in disaccordo con Darlan, fu richiamato a Vichy nel novembre del 1941, in seguito forti pressioni tedesche. E si sospesero momentaneamente gli accordi Murphy-Weygand. Tuttavia la pressione tedesca era meno forte di quanto si credesse a Washington.

Bisognerà attendere il ritorno di Laval (aprile 1942) perché il governo francese cessasse praticamente di avere una politica indipendente. Fu in questa occasione che l'ambasciatore americano fu richiamata Washington.

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