sabato 13 marzo 2010

Parte II, Capitolo III, Paragrafo VII: Contrasto italo-francese e occupazione dell’Albania.

 

Nel maggio 1938 Mussolini aveva rifiutato di firmare un accordo con la Francia. Allo scopo di riavvicinare la Francia all'Italia, allontanandola dalla alleanza sempre più stretta con la Germania, il governo francese finì per riconoscere la conquista italiana dell’Etiopia e tentare un riavvicinamento.

Ma alla fine dell’anno il contrasto tra i due paesi si accentuò; nel novembre del 1938 si ebbero le manifestazioni indegne del parlamento che con le loro urla misero inaspettatamente al corrente la Francia delle rivendicazioni italiane su Tunisi, Gibuti e la Corsica.

François-Poncet, nuovo ambasciatore francese in Italia, chiese spiegazioni e Ciano. Questi per tutta risposta denunciò a dicembre gli “Accordi di Roma” del 1935; la reazione francese fu ferma e immediata, Daladier fece un viaggio dimostrativo in Corsica e Tunisia dove fu ben accolto. Affermò anche la Francia avrebbe difeso palmo a palmo tutto il suo territorio da qualsiasi aggressione.

Daladier

Dopo un timido tentativo di mediazione l’Inghilterra disse che avrebbe garantito la Francia non solo contro un attacco tedesco ma anche contro uno italiano.

In seguito, favorito dal prudente metodo del non intervento adottato da Francia e Gran Bretagna, il generale Franco riuscì a sottomettere i governativi e nel marzo 1939 Madrid cadde; Mussolini volle quindi approfittare dell’effetto psicologico che la vittoria di Franco poteva suscitare in Francia (ora circondata da Stati dittatoriali) e fece delle proposte sui problemi di Gibuti e della Tunisia, che il governo francese respinse con fermezza ricordando che era stato lo stesso Mussolini a denunciare gli “Accordi di Roma”.

Intrappolato, come abbiamo già detto, da questa politica di rivendicazioni territoriali, il Duce si rivolse bruscamente verso l’Albania, Paese soggetto dal 1921 alla netta influenza italiana;

Ciano aveva fatto in gennaio un viaggio in Jugoslavia dove Stojadinoviç, temendo le mire tedesche sulla Croazia, gli aveva dato il via libera in Albania.

Imitando i metodi di Hitler, Mussolini ordinò il 7 aprile 1939 l’invasione dell’Albania.

Il re Zog fuggì, lo stato fu reso un protettorato italiano e si ebbe l’unione delle due corone; la Germania era stata preventivamente avvisata e l’intesa tra i due dittatori aumentava.

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