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Cambiamento dell'atteggiamento inglese
a conseguenza più importante del colpo di mano nel marzo del 1939 fu l'atteggiamento della politica estera inglese. Sul piano pratico però la reazione anglo-francese fu puramente verbale.
L'appello inviato dal presidente cecoslovacco alle truppe tedesche dava colpo di forza un apparente legalità. Ma se Chamberlain e Daladier non volevano entrare in guerra, l'atteggiamento del governo britannico si stava andando rapidamente modificare. Chamberlain aveva compreso che Hitler non avrebbe limitato le sue ambizioni ai paesi abitati dai tedeschi, ma che voleva dare al suo paese uno spazio vitale, come del resto programmato dai suoi scritti e dalla filosofia del movimento nazista.
L'opinione pubblica inglese peraltro era ferita nel suo sentimento democratico, favorevole al diritto di autodeterminazione dei popoli; inoltre veniva da alterarsi il tradizionale equilibrio europeo, distrutto dalla costituzione al centro dell'Europa di uno stato di 90 milioni di abitanti. Infine Hitler dimostrava ancora una volta di rinnegare la parola data, constatazione che portò Chamberlain a ritenere impossibile un qualsiasi negoziato con Hitler.
La Gran Bretagna avrebbe evitato ad ogni costo la guerra, ma non si sarebbe rifiutata di assumersi un qualsiasi impegno verso un paese dell'Europa centrale o orientale attaccato dalla Germania. Pertanto considerava la guerra come possibile e inevitabile rispetto ad una nuova capitolazione, come del resto era accaduto per la conferenza di Monaco. Pertanto in accordo con la Francia, iniziò a concedere una serie di garanzie ai paesi che riteneva più esposti, soprattutto la Polonia.
Prime minacce contro Polonia
al momento della conferenza di Monaco, il colonnello Beck aveva creduto opportuno partecipare alla spartizione dei resti della Cecoslovacchia. Sorsero tuttavia alcune difficoltà con la Germania, ma Hitler in quell'occasione diede ordine di appianare gli incidenti. Verso la fine di ottobre del 1938 si ripeterono altri incidenti nelle regioni polacche in cui vivevano minoranze tedesche. Numerosi polacchi di lingua tedesca e migrarono verso la Germania, mentre i tedeschi espulsero 15.000 cittadini ebrei polacchi dalla Germania.
Per altro sin dall'ottobre del 1938 la Germania aveva cominciato a porre il problema di Danzica, tanto che von Ribbentrop aveva proposto al governo polacco il ritorno della cittadina di Danzica alla Germania in cambio della costruzione di una ferrovia e di un'autostrada che godessero di privilegi di extraterritorialità.
I due Stati si sarebbero reciprocamente garantiti la frontiera comune e il patto di non aggressione firmato nel 1934 sarebbe stato prolungato da 10 a 20 anni. In tal modo le relazioni tedesco-polacche sarebbero diventate buon esattamente come le relazioni italo-tedesche.
Beck sapeva di dover affrontare il problema di Danzica, ma rifiutava categoricamente l'idea di una annessione della città libera alla Germania. Di quest'incontro avuto con il governo tedesco, il governo francese non fu informato. Peraltro la Francia era favorevole ad una revisione degli accordi franco-polacchi, soprattutto sul carattere di automatismo che l'alleanza aveva in caso di aggressione, considerando anche che la Polonia si stava di avvicinando anche all'unione sovietica.
Nonostante queste trattative, non vi era nessuna crisi grave in vista prima del 15 marzo del 1939. Peraltro in gennaio il colonnello Beck era stato invitato da Hitler a Berchtesgaden, dove fu accolto con tutti gli onori. Hitler insisteva sulla comune ostilità dei due paesi nei confronti dell'unione sovietica, ma volle anche di affrontare il problema di Danzica, pur promettendo che in questo caso non avrebbe adottato il sistema del "fatto compiuto". Becca era rimasto soddisfatto di quest'incontro.
Sviluppo della crisi dopo il 15 marzo 1939
tutto cambiò dopo il 15 marzo. La dissoluzione della Cecoslovacchia, l'annessione da parte dell'Ungheria della Rutenia subcarpatica e il ritorno alla Germania della cittadina di Memel, finirono per creare alla Polonia nuovi pericoli. Apparve chiaro negli incontri avvenuti alla fine di marzo tra il governo polacco e von Ribbentrop che la Germania andava assumendo un atteggiamento minaccioso nei confronti della Polonia: ad essa veniva intimato di unirsi al blocco antisovietico e furono poste di nuovo le rivendicazioni su Danzica, questa volta con maggiore fermezza. Il colonnello becca mantenne un atteggiamento di fermezza, pur tuttavia seguitando segretamente a mantenere delle buone relazioni con la Germania.
Le garanzie alla Polonia
Il 31 marzo del 1939 Chamberlain, dopo aver consultato il governo francese, annunciò di garantire il territorio polacco in caso di aggressione da parte della Germania. Dal governo francese il 13 aprile pervenne una medesima dichiarazione. Infatti il 6 aprile il colonnello becca era giunto in visita a Londra: in quell'occasione fu annunciato un trattato di alleanza tra l'Inghilterra Polonia. Nello stesso giorno il segretario di Stato tedesco fece sapere al governo polacco che il trattato di non aggressione firmato nel 1934 con la Germania non era compatibile con un accordo anglo-polacco.
Le garanzie agli altri paesi minacciati
Francia e Inghilterra ritenevano che vi fossero altri paesi minacciati. Attraverso degli accordi commerciali, la Germania si sforzava di porre sotto il proprio controllo l'economia dei paesi del sud-est europeo, soprattutto: la Jugoslavia, la Romania, la Bulgaria e la Turchia.
Il 13 aprile Francia Gran Bretagna annunciarono di concedere la loro garanzia alla Romania alla Grecia, mentre un mese dopo l'Inghilterra firmò con la Turchia una dichiarazione di reciproca assistenza cooperazione in caso di aggressione. Non fu possibile per la Francia stipulare il medesimo accordo con la Turchia, dal momento che i due paesi si erano divisi dalla controversia relativa al sangiaccato di Alessandretta. Tuttavia questi due paesi giunsero ad un accordo nel giugno del 1939, con il quale la Francia cedeva questo territorio alla Turchia. Il nuovo trattato anglo-franco-turco non impediva però la Turchia in caso di guerra contro l'unione sovietica una larga libertà di azione per mantenere sugli obblighi precedenti.
Il passo del presidente Roosevelt
il presidente Roosevelt cercò di dare a questo sistema di garanzie anglo-francesi un aspetto internazionale. Così il 16 aprile indirizzò un messaggio personale ad Hitler e Mussolini chiedendo loro di impegnarsi a non aggredire nei 10 anni successivi una lista di 29 paesi. Inoltre proponeva di rilanciare la discussione relativa al disarmo, con la partecipazione americana. Gli Stati Uniti si proponevano come arbitri della situazione internazionale. Naturalmente i due dittatori rifiutarono, ma appare chiaro che il presidente Roosevelt voleva solo dimostrare all'opinione pubblica americana l'aggressività di queste due nazioni.
Hitler rispose a questo sistema di alleanze con un minaccioso discorso il 28 aprile, nel quale denunciò l'accordo anglo-tedesco del 1935 e la dichiarazione tedesco-polacca nel gennaio del 1934. Respingevo ufficialmente le proposte del presidente Roosevelt, inoltre rivendicava l'annessione di Danzica. Lasciava anche intendere che la Germania avrebbe formulato nuove rivendicazioni. Bisogna considerare che sin da allora l'attacco alla Polonia era già fissato per il 1 settembre.
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