sabato 13 marzo 2010

Parte II, Capitolo IV, Paragrafo II: Il Patto d’Acciaio

Preliminari

Pur preparando l'aggressione contro lo Polonia, Hitler lavorava per rafforzare la sua posizione diplomatica.

Da tempo desiderava firmare con l'Italia un'alleanza militare, ma all'atteggiamento di Mussolini alla conferenza di Monaco lo aveva deluso.

Nel corso dell'estate del 1938, von Ribbentrop aveva proposto all'Italia di trasformare il patto anti-Komintern in una triplice alleanza difensiva. Nell'ottobre del 1938, von Ribbentrop durante il suo viaggio a Roma aveva prospettato nuovamente questa sua proposta, dichiarando in maniera esplicita che il conflitto con le democrazie sarebbe scoppiato nel settembre del 1939. Mussolini in quell'occasione rifiutò, ma cambiò opinione nel dicembre del 1938.

Da quel momento e iniziarono dei negoziati: Ciano sperava di ottenere una garanzia per il Tirolo meridionale, appartenente all'Italia dal 1920, ma abitato da cittadini di lingua tedesca. L'annessione della Cecoslovacchia avvenuta il 15 marzo irritò profondamente l'opinione pubblica italiana, tanto che Mussolini ritenne di abbandonare il progetto di alleanza. Ma cambiò di nuovo idea alla fine di marzo, dichiarandosi al gran consiglio fascista assolutamente fedele all'asse. Peraltro il successo ottenuto in Albania cancellò l'umiliazione causata dal colpo di forza tedesco, concertato a sua insaputa. L'Italia si gettava così nelle braccia della Germania. Tuttavia il 2 aprile il Giappone rifiutò di aderire ad un'alleanza militare: si trattava quindi di una alleanza italo-tedesca.

 

La conclusione del trattato

 

Nel maggio del 1939 Mussolini, preoccupato dai preparativi tedeschi contro Polonia, decise di affrettare la conclusione del trattato. Diedi istruzioni precise a ciano di insistere sul fatto che l'Italia non voleva entrare in guerra prima del 1943, dal momento che prima era necessario pacificare l'Albania dell'Etiopia, rafforzare l'esercito, far rientrare dalla Francia la maggior parte degli italiani che vi lavoravano e infine spostare l'industria dalla pianura padana verso sud.

Ci fu un incontro fra i due ministri degli esteri a Milano nei primi di maggio. I tedeschi insistevano sull'urgenza della risoluzione del problema di Danzica, mentre gli italiani sul rifiuto di entrare immediatamente in guerra. Fu però stabilito un progetto di patto, in cui il testo sarebbe stato firmato a Berlino successivamente. Questo trattato è conosciuto sotto il nome di patto d'acciaio: si trattava di un trattato offensivo, dove era anche previsto un rafforzamento della cooperazione militare fra i due paesi. In questo trattato era chiaro che la politica italiana si metteva alle dipendenze della politica tedesca.

La questione del Tirolo meridionale

nel trattato non si parlava del Tirolo meridionale. Per questo furono avviati dei negoziati, che portarono ad un accordo nel luglio del 1939 dove si stabiliva che i tirolesi di lingua tedesca avrebbero potuto portare per la nazionalità italiana o l'emigrazione in Germania. Inoltre veniva concessa alla Germania una zona franca Trieste, che gli assicurava anche grossi vantaggi commerciali.

Hitler voleva estendere questo sistema firmando anche dei patti di non aggressione con diversi paesi. Norvegia, Svezia e Finlandia rifiutarono, mentre la Danimarca, la Lettonia e l'Estonia accettarono.

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