sabato 13 marzo 2010

Parte II, Capitolo IV, Paragrafo III: I negoziati delle Democrazie con l’URSS

Le esitazioni dell'Urss

La prospettiva di una guerra per la Polonia rendeva fondamentale la collaborazione con l'Urss. Non c'è quindi da meravigliarsi che le democrazie occidentali e la Germania abbiano tentato di trascinarla dalla propria parte. Sin dal mese di agosto del 1939, l'unione sovietica non aveva fatto una scelta. Per questo si ebbero due negoziati paralleli.

L'unione sovietica era separata dalla Germania, dalla Polonia ed alla Romania, paesi con cui Francia Inghilterra avevano stipulato dei trattati di alleanza. Di conseguenza essa non aveva una necessità di alleanza con la Germania. Inoltre sul piano ideologico, essa non condivideva né le idee delle democrazie liberali, né quelli di Hitler, né quelle della Polonia del Colonnello Beck.

Tuttavia l'Urss sembrò orientarsi inizialmente dalla parte delle democrazie. Tanto è vero che il 19 marzo protestò contro la Germania per l'occupazione di Praga. Iniziarono così degli scambi di opinione fra l'Inghilterra e l'unione sovietica.

 

Il negoziato per un accordo politico

 

il vere proprio negoziato per un accordo cominciò nell'aprile del 1939. Il 14 aprile il governo francese aveva proposto l'unione sovietica una dichiarazione congiunta in cui Francia Inghilterra si sarebbero impegnate per la di difesa di Romania e Polonia in caso di aggressione non provocata. Ma il punto di vista francese non coincideva con quello della Gran Bretagna. Mentre la Francia accettava il principio di una vera alleanza, l'Inghilterra invece auspicava l'appoggio sovietico alla Polonia, ma non era disposta a combattere in favore dell'Urss si quest'ultima fosse stata attaccata.

 

Il 18 aprile Litvinov presentò delle controproposte volta la firma di un patto fra i tre paesi contro l'ipotesi di un'aggressione fascista. Questo accordo si sarebbe composto da tre atti, di cui uno di reciproca assistenza, uno che stipulavano convenzione militare e uno per la garanzia di tutti gli stati situati tra il Mar Baltico e il Mar Nero, compresi paesi baltici. Nell'eventualità di una guerra i tre paesi si sarebbero impegnati a non firmare una pace separata. Tuttavia durante lo svolgimento dei negoziati, Litvinov rassegnò le dimissioni e fu sostituito da Molotov. Litvinov aveva la reputazione di essere un uomo favorevole al principio della sicurezza collettiva e quindi un amico della Francia e dell'Inghilterra. Le sue dimissioni furono interpretate come il segno di un possibile cambiamento della politica sovietica.

 

In questo contesto si inseriva la Polonia che rifiutava sistematicamente di accordarsi con tutti i suoi grandi vicini, poiché il colonnello Beck cercava di praticare la politica dell'equilibrio che aveva mantenuto sino ad allora l'indipendenza della Polonia.

 

Gli inglesi, per evitare il fallimento delle trattative trasmisero Molotov il 27 maggio delle nuove proposte. Questa volta si trattava di un trattato di reciproca assistenza nel caso di una guerra scoppiata a causa di un'aggressione contro la Polonia, la Romania, la Grecia, la Turchia o il Belgio; non era previsto nulla invece in favore dei paesi baltici. L'Urss invece teneva moltissimo a quest'ultima inclusione, poiché forse pensava di estendere la propria influenza su questi paesi. Questo sembrò porre fine alle trattative, perché paesi baltici rifiutavano a loro volta di essere garantiti dall'Inghilterra contro la loro volontà.

 

Dopo qualche tempo i negoziati ripresero a Mosca, ma ci si scontrò grosso modo sulle stesse difficoltà. Peraltro i sovietici insistevano perché una convenzione militare accompagnasse la convenzione politica. Sembra che in realtà il governo sovietico, impegnato in un negoziato segreto con la Germania, cercasse soprattutto di guadagnare tempo.

 

Il 1 luglio furono presentate delle nuove proposte anglo-francesi, in cui si ammetteva una garanzia anche per i paesi baltici e la Finlandia, ma si giungeva anche l'Olanda e la Svizzera. Quest'ultima ipotesi non fu accettata da Molotov, e suscitò anche le proteste di questi ultimi paesi.

 

Verso la metà di luglio Francia e Inghilterra abbandonarono il progetto di garanzia per Olanda e Svizzera, ma restava da regolare il problema dei rapporti tra una convenzione politica e una militare. Infine il 24 luglio tutti questi punti erano stati regolati, ma non era stato firmato ancora alcun accordo.

 

Le trattative per un accordo militare

 

Molotov si dichiarò pronto ad iniziare dei negoziati per una convenzione militare entro pochi giorni. Francia Inghilterra inviarono nel frattempo delle delegazioni militari e navali. Sorse però una difficoltà: quali erano i reali poteri dei negoziatori occidentali? I sovietici si lamentavano del fatto di non avere di fronte dei plenipotenziari. Poi vi era una difficoltà ancora più seria: la Polonia avrebbe accettato il passaggio delle truppe sovietiche sul suo territorio?

Si sapeva in linea di principio che i polacchi erano contrari al passaggio delle truppe sovietiche, ma si aspettava una risposta diretta. La Francia era orientata a portare avanti le trattative anche se questo paese avesse rifiutato, poiché riteneva fondamentale raggiungere un accordo ad ogni costo con l'Urss. In effetti inizialmente sembrò che il governo polacco avrebbe accettato il passaggio dei sovietici, sotto la minaccia di vedere la Francia denunciare la sua alleanza con la Polonia. Ma il 24 agosto smentì formalmente tale consenso.

Era ormai troppo tardi. L'Urss pretendeva la medesima garanzia anche per la Romania, oltre che per la Polonia. Mentre si dibattevano queste questioni, nel frattempo il 23 agosto Von Ribbentrop era arrivato a Mosca per firmare un patto di non aggressione: era il fallimento definitivo della politica anglo-francese.

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Anche il trattato franco-sovietico del 1935 divenne inoperante: questo genere di risposta ricevette l'ambasciatore francese dopo che il patto di non aggressione franco-tedesco del 1938 era stato firmato.

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