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Il periodo che va dal 1939 al 1941 vide svilupparsi i successi della Germania in Europa. Volta a volta caddero Polonia, Norvegia, Francia, Grecia e Jugoslavia. La fase europea della guerra, in attesa dell'entrata in guerra dell'unione sovietica (22 giugno 1941), del Giappone e degli Stati Uniti (7 dicembre 1941).
La disfatta polacca
Vittoria tedesca e di intervento russo
Sul piano militare la Polonia non resistette a lungo. L'offensiva della Germania fu folgorante e condotta con forze molto superiori, anche se polacchi fecero subire delle serie perdite ai tedeschi. L'episodio determinante però avvenne il 17 settembre, quando le truppe sovietiche penetrarono in Polonia. Il 3 settembre, ancora prima dell'entrata in guerra delle democrazie occidentali, l'ambasciatore polacco a Mosca fu ricevuto da Molotov, che parve inizialmente favorevole ad un aiuto economico alla Polonia. Ma sembra che nel frattempo l'unione sovietica avesse cominciato la sua mobilitazione parziale. L'8 settembre, rendendo pretesto l'entrata in guerra della Francia e della Gran Bretagna, Molotov dichiarò all'ambasciatore polacco di non poter più facilitare le forniture alla Polonia. In effetti il giorno dopo Molotov aveva informato la Germania dell'imminenza di un intervento russo. Sembra che i sovietici avessero atteso prima di intervenire la firma di una tregua con i giapponesi, ottenuta il 16 settembre in seguito ai combattimenti che si svolgevano dal mese di maggio sulla frontiera mongolo-mancese. Il 17 settembre, adducendo il disfacimento dello Stato polacco, che rendeva caduchi tutti gli accordi precedentemente conclusi fra la Polonia l'Urss, il governo sovietico fece sapere che aveva dato ordine alle sue truppe di oltrepassare la frontiera. Nel frattempo Von Ribbentrop informò Ciano che questo era conforme ad un piano prestabilito. Il 18 settembre una dichiarazione congiunta tedesco-sovietica attestava l'identità di vedute dei due Stati e la volontà di restaurare in Polonia l'ordine. In effetti non sembra che la Germania avesse inizialmente considerato favorevolmente l'operazione sovietica, tanto più che l'Urss non incontrò quasi alcuna resistenza e avanzò molto più in fretta della Germania con perdite insignificanti.
La spartizione della Polonia
il 2 settembre fu fissata la linea di demarcazione fra le due zone di occupazione in modo conforme agli accordi segreti del 23 agosto. Varsavia resistette fino al 29 settembre, anche se uno dei suoi quartieri era posizionato sulla riva destra della Vistola, quindi in zona russa. Stalin aveva abbandonato l'idea di mantenere uno Stato polacco anche se ridotto, per cui il 28 agosto fu firmato un nuovo protocollo segreto fra la Germania e l'Urss in cui venivano ristabilite delle nuove linee di frontiera, questa volta più vantaggiose per i tedeschi. In cambio la Lituania, contrariamente a quanto era stato deciso il 23 agosto, passava nella zona di influenza sovietica.
Lo stabilimento di basi sovietiche nei paesi baltici
l'Urss non tardò ad approfittare dei protocolli segreti del 23 agosto e del 28 settembre. Il leader dei tre paesi baltici dovettero presto recarsi a Mosca per firmare dei patti di non aggressione. Erano dei trattati di mutua assistenza, dove questi paesi accordavano ai sovietici il diritto di mantenere delle forze armate sul loro territorio. Vilna e la sua regione erano restituiti alla Lituania.
Si trattava in realtà di annessioni dissimulate che però ponevano un problema: nei paesi baltici erano numerosi gli abitanti di lingua tedesca. Il protocollo segreto del 28 settembre prevedeva che i tedeschi nella zona di influenza sovietica potessero emigrare verso la Germania o verso la Polonia occupata dai tedeschi. Reciprocamente lo stesso era stabilito per gli ucraini e i russi bianchi della zona tedesca.
L'atteggiamento italiano
le democrazie occidentali e l'Italia non poterono far altro che assistere impotenti a questi avvenimenti. L'Italia fascista era contraria ai bolscevichi, ma deplorava il trattamento riservato ai cattolici polacchi. Per di più Mussolini e ciano temevano l'estendersi della penetrazione sovietica verso i Balcani, zona che consideravano di influenza italiana. Francia Inghilterra cercarono di approfittare di questo malcontento per tentare di disgregare il patto d'acciaio. Fin dal 5 settembre la Francia aveva revocato diverse misure precauzionali adottate contro gli italiani a Tunisi, Agip fu. Ma a quell'epoca Mussolini esitava, ma pensava comunque di fare la guerra a fianco della Germania.
La corrispondenza fra Halifax e il conte ciano era comunque amichevole. L'ambasciatore di Francia a Roma tentò anche di portare dalla propria parte l'Italia, dichiarando l'apprezzamento di Parigi per l'atteggiamento assunto dal governo fascista. Ma i tedeschi non volevano permettere allora alleato italiano di abbandonarli. Gli accordi segreti di Mosca del 28 settembre tuttavia furono firmati senza dell'Italia ne fosse stata avvertita. Così al ritorno di Von Ribbentrop quest'ultimo telefonò a ciano per proporre un incontro fra Hitler e Mussolini a Monaco oppure un viaggio di ciano a Berlino. Quest'ultimo si recò a Berlino il primo e il 2 ottobre, trovando Hitler la molto disteso. Quest'ultimo insisteva sul fatto che l'Italia dovesse diventare padrona assoluta del Mediterraneo. Annunciò anche una prossima offerta di pace ai governi occidentali.
Rafforzamento dei legami franco-britannici
Francia Inghilterra si accontentarono in questo periodo di rafforzare i rispettivi governi i propri legami. Il generale francese Gamelin fu riconosciuto dagli inglesi come generalissimo sul fronte occidentale. Mentre un consiglio supremo di guerra anglo-francese si riunì per la prima volta il 12 settembre. In ottobre quattro divisioni britanniche erano schierate lungo la frontiera belga. A Parigi si costituì il 30 settembre un governo polacco in esilio.
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