Parte II, Capitolo V, Paragrafo II
Il tentativo di pace e di Hitler
dopo la disfatta della Polonia, fino al maggio del 1940, la guerra terrestre sul fronte occidentale assunse un andamento molto tranquillo. Solo il problema della Norvegia sarebbe venuto a turbare questa calma prima dell'attacco decisivo della Germania. In queste condizioni non c'è da stupirsi che Hitler avesse tentato di fare la pace, in modo da consacrare le sue conquiste ed assorbirle. La fine del 1939 fu quindi caratterizzata da alcuni tentativi di pace. Egli si dichiarò pronto a disporre gli scopi della guerra, ad eccezione delle rivendicazioni coloniali non domandava nulla né alla Francia nell'Inghilterra. Ma nella Francia nell'Inghilterra potevano ammettere queste richieste. In Inghilterra erano ben pochi favorevoli del resto alle proposte di Hitler. L'offensiva di pace tedesca languiva, così il 13 ottobre il governo tedesco pubblicò una dichiarazione in cui constatava l'assenza di volontà per raggiungere un compromesso di pace.
Il tentativo di piccoli stati neutrali
un secondo tentativo di differente origine ebbe luogo nel novembre del 1939. Gli Stati Uniti avevano anche pensato di offrire una loro mediazione, ma dopo aver consultato i propri collaboratori il segretario di Stato Cordell Hull ritenne che ciò fosse inutile, sicché il presidente Roosevelt rese pubblica questa decisione l'11 ottobre. Hitler, nonostante il parere contrario dei suoi generali, aveva peraltro deciso di iniziare le operazioni ad ovest per il 12 novembre. Ben 90 divisioni tedesche erano ammassate lungo la frontiera del Belgio e dell'Olanda. Questi due paesi erano neutrale e non volevano chiedere aiuto né alla Francia e all'Inghilterra. Avevano quindi rifiutato tutte le proposte franco-inglesi, avanzate sin dal mese di settembre, di iniziare delle conversazioni militari. I due alleati fecero allora sapere al Belgio che, in caso di attacco, non avrebbero portato le loro truppe in territorio belga.
Il Ministro degli affari esteri olandese propose il 5 novembre alla regina Guglielmina una mediazione belga-olandese. I due sovrani inviarono un telegramma a Giorgio VI e a Hitler, offrendo i loro buoni uffici e la mediazione per risolvere il conflitto. Questa proposta ricevette immediata adesione dai re dei paesi del Nord, Danimarca, Norvegia, Svezia, oltre che della Repubblica finlandese, della Romania e del Papa. Ma Hitler oppose un rifiuto: il 9 novembre, proprio in quest'occasione, era scampato ad un attentato in una birreria di Monaco. Infine anche i capi di Stato inglese francese rifiutarono la mediazione. Questo metteva fine alle speranze tedesche di una guerra limitata.
La "guerra d'inverno" russo-finlandese
La situazione era molto tesa nei paesi nordici e soprattutto in Finlandia. Questo paese era considerato dall'Urss come facente parte della zona di influenza sovietica. Fra questi due paesi era stato firmato nel 1932 un trattato di non aggressione, prolungato nel 1934 sino alla fine del 1945. La Russia, dopo aver ottenuto delle basi militari negli Stati baltici, iniziò il 12 ottobre dei negoziati con la Finlandia per ottenere vantaggi analoghi.
Ma il 28 novembre l'Urss denunciò il patto di non aggressione del 1932, e dopo aver rotto le relazioni diplomatiche il giorno seguente, l'armata Rossa il 30 invase il territorio finlandese. Il 1 dicembre con l'appoggio sovietico fu costituito un governo finlandese comunista. Il 3 dicembre il nuovo governo finlandese rivolse un appello alla società delle nazioni, che il 14 decise di escludere l'Urss dalla lista dei suoi membri. Questo fatto importante perché spiega l'insistenza sovietica nel 1944-1945 per creare al posto del primo organismo internazionale, la società delle nazioni, un'istituzione del tutto nuova.
La dichiarazione di neutralità fatta nel febbraio del 1940 dagli altri Stati scandinavi, impedì alle truppe alleate di giungere in Finlandia. La Germania dal canto suo aveva cessato di fornire le armi alla Finlandia fin dall'inizio della guerra russo-finlandese. La Germania era strettamente fedele al patto con l'Urss.
La vittoria faticosamente conquistata dall'armata Rossa in Finlandia allontanò ogni nuovo occasione di pace. Nel marzo del 1940 la Finlandia cedeva definitivamente all'Urss l'istmo di Carelia.
La guerra di Norvegia
Dalla guerra russo-finlandese deriva la guerra di Norvegia.
In Francia alla fine di marzo del 1940, il governo Daladier rassegnò le dimissioni. Il nuovo governo diretto da Paul Reynaud ottenne una maggioranza risicatissima. Reynaud firmò con la Gran Bretagna una dichiarazione con la quale due stati si impegnavano a non concludere né armistizio, né pace separata, ci si aspettava che il nuovo governo francese agisse con maggior energia. Per questo fu richiamato l'ambasciatore dell'Urss a Parigi.
Fino all'8 aprile Francia Inghilterra avevano informato la Norvegia che avrebbero posto delle mine nelle sue acque territoriali. Così il 9 aprile, cogliendo questo pretesto, la Germania invase da prima la Danimarca, occupata senza che questa resistesse in alcun modo e posta quindi sotto protezione armata, e la Norvegia, dove fu installato un governo filo tedesco. Si trattava di un semplice pretesto, dal momento che la campagna era stata ordinata da Hitler fin dal 1 marzo del 1940. Essa terminò una rapida vittoria dei tedeschi e con la fuga del re di Norvegia a Londra, avvenuta il 10 giugno. Inoltre il 10 aprile, l'Islanda, dipendente dalla Danimarca, prese in mano la condotta dei propri affari esteri in modo autonomo, stipulando un accordo con Washington.
Il 10 maggio del 1940, con il pretesto di salvaguardare la loro neutralità, le truppe tedesche attaccarono il Belgio e l'Olanda. Iniziava la campagna militare voluta da Hitler per sferrare sugli alleati un colpo decisivo. In quello stesso giorno Winston Churchill succedette a Chamberlain, al quale si rimproverava la disfatta della Norvegia, costituendo un gabinetto di unione nazionale.
Nessun commento:
Posta un commento